Di Alfredo Pedullà
20 Luglio 2021
Noi siamo l’Italia. Terra di santi, poeti, navigatori, artisti e potremmo continuare fino a dopodomani. Ma anche di difensori centrali che non hanno età, anzi che più vanno avanti con gli anni e più riescono a rubare l’occhio. Due nomi e due cognomi: Leonardo Bonucci e Giorgio Chiellini. Una tradizione, la nostra, che continua senza soluzione di continuità: abbiamo avuto Franco Baresi e Maldini, siamo andati avanti – generazione dopo generazione – senza fermarci un minuto. E l’Europeo non ha fatto altro che ribadire un concetto: quando bisogna alzare un doppio muro, come Fabio Cannavaro e Materazzi Campioni del Mondo del 2006, noi siamo sempre pronti. Non sbagliamo di un millimetro, abbiamo le soluzioni ad hoc, perché quello del difensore centrale non è semplicemente un ruolo. Ma soprattutto una tradizione, un mestiere, una specialità tutta italiana.
Leonardo Bonucci resterà nella nostra mente almeno per quattro anni ancora, quando si giocherà un altro Europeo e dovremo difendere il titolo conquistato poco più di una settimana fa. Leo resterà nella nostra mente per almeno quattro anni, ricordando quel blitz nell’area inglese che ha riaperto i cuori alla speranza di poter salire sul gradino più alto del podio, recuperando un risultato che stava diventando una maledetta salita. Bonucci ci ha dato la spinta, tutto il resto è arrivato in automatico. Leo è il classico specialista che ha fatto tutta la gavetta: 34 anni compiuti lo scorso maggio, un triennale con la Juve (scadenza 2024) e la consapevolezza di avere un bel po’ di strada da fare, fisicamente è a posto e la voglia di battere qualche record non manca. Bonucci è partito dalle giovanili dell’Inter per finire al Milan nell’estate del 2017, ma presto ha intuito che non era stata una scelta felice e chiese subito di tornare alla Juve che aveva lasciato dopo qualche problema con Allegri. Lo stesso Allegri ritornato per una rifondazione che Agnelli ha deciso di affidare all’allenatore che ha vinto più di tutto negli ultimi anni: le incomprensioni con Bonucci sono ormai alle spalle. Leo è il classico difensore tecnicamente forte, caratterialmente di acciaio e capace di respingere, con una personalità nettamente superiore alla media, qualsiasi critica ritenuta non giusta o magari prevenuta. Bonucci lo vedremo in Qatar a fine 2022 e ci sono i margini perché la sua avventura azzurra vada avanti sempre più. Specialità della casa: la barriera che alza in coppia con suo compare Chiellini ma anche quel lancio lungo da 40 metri. Proprio questa spesso è una giocata in controtendenza rispetto alla banalità del difensore che dovrebbe costruire dal basso con tocchi banali e senza senso. Bonucci è di un’altra corrente di pensiero: meglio una sventagliata che possa diventare un cambio gioco devastante per gli avversari e che magari metta un compagno dinanzi a una prateria. Di sicuro una scelta più originale e che alla fine può diventare una chiave di lettura in grado di fare la differenza.
Giorgio Chiellini è il partner perfetto di chiunque. Di un giovane di gran talento da scortare sulla strada che porta alla celebrità, potrebbe essere de Ligt o un profilo del genere. Ma anche di un vecchio amico, al secolo Leo Bonucci: l’interpretazione in coppia agli Europei – dal primo all’ultimo minuto – è stata straordinaria. Chiellini compirà 37 anni il giorno prima di Ferragosto e, se non fosse per l’età, uno come lui sarebbe indispensabile sempre. Quando gli hanno chiesto lumi su una possibile partecipazione a Qatar 2022 ha risposto con il solito sarcasmo tutto toscano “ma io già domattina non riuscirò a correre…”. Chiellini prima del ritorno di Allegri alla Juve aveva probabilmente deciso, se non di smettere, come minimo di provare un’esperienza lontano dalla Serie A, con la MLS in bella evidenza tra le varie tentazioni. Poi gli hanno detto che sarebbe tornato Max, livornese come lui, e gli è tornata la voglia di Juve. Chiello rinnoverà per un’altra stagione, i problemi muscolari e i tormenti al polpaccio non gli daranno tregua, ma se giocasse una ventina di partite ai suoi livelli tutti firmerebbero. Venti partite significherebbe mettere in prima fila i match-clou della Serie A e quelli di Champions, una sorta di ultima chiamata per afferrare al volo anche la Coppa dalle Grandi Orecchie,che sarebbe il migliore epilogo della carriera.
Epilogo? Non corriamo troppo, presto vedremo e capiremo, intanto Giorgione nazionale si spara un’altra stagione in bianconero senza mettere troppi limiti alla provvidenza.
La foto più bella dell’estate resta e forse resterà quello scatto social con Chiellini e Bonucci che mangiano la pastasciutta e che spediscono un bel messaggio agli inglesi ingenui nel festeggiare ancor prima di giocare la finale. E’ l’ulteriore conferma di un feeling tra due ragazzi che non sono solo due eccellenti difensori, un doppio muro che si alza, ma soprattutto due amici. Diagonali, acrobazie, qualche gol e appeal infinito fuori dal campo: non potrebbe esserci cocktail perfetto per le migliori fortune di qualsiasi squadra.
Giornalista e opinionista sportivo, grande esperto di calciomercato in Italia. "È un privilegio quando passione e lavoro coincidono".