Di Alfredo Pedullà
11 Luglio 2022
Paul Pogba che torna alla Juve è una vera scelta di cuore, senza finzioni o bugie. Se avesse voluto, a neanche 30 anni, avrebbe scelto il contratto della vita, almeno 4 o 5 milioni in più a stagione rispetto agli 8 che gli garantirà Andrea Agnelli. Il Paris Saint-Germain avrebbe fatto follie, nel rispetto di una “tradizione” da spendaccioni, sia durante l’era Leonardo che dopo l’insediamento di Campos. Soltanto che lui, il Polpo, aveva deciso per Torino bianconera e non ci sarebbe stata alcuna proposta economica in grado di fargli cambiare idea. In fondo, il conto in banca è già bello gonfio, meglio andare alla ricerca della felicità.
Questa è davvero felicità genuina, non contraffatta: basterebbe controllare le immagini o le istantanee del suo primo bagno di folla, tra venerdì e sabato scorsi per le visite, la firma sul contratto, i selfie conditi dall’emozione autentica di chi non vedeva l’ora di tornare a casa. Il cielo grigio di Manchester era stato, nelle ultime stagioni, la perfetta sintesi del suo stato d’animo, una delusione infinita e quindi ingestibile. Che poi, inutile far finta di nulla, la delusione te la porti al lavoro: quando non sei contento, non rendi, infatti lo United quasi mai ha riconosciuto la leadership che da sempre appartiene al Polpo. Allegri lo ha invocato a ogni costo, lo ha avuto e lo tirerà a lucido: siamo convinti che il signor Paul si riprenderà la Juve dalla porta principale piuttosto che entrando da quella di servizio, con prestazioni all’altezza della sua riconosciuta fama.
Ma Pogba è una storia da record difficilmente eguagliabile nei prossimi anni. La sintesi è davvero incredibile: nel 2012 il ragazzo del 1993 decide di lasciare il Manchester United a parametro zero per andare alla Juve, malgrado i disperati appelli di Ferguson che mai avrebbe voluto perdere – senza incassare cinquanta centesimi – il ragazzone che aveva scoperto e valorizzato. Per la prima volta nella storia Sir Alex pubblica una lettera accorata sul sito dei Red Devils, la mossa della disperazione per provare a fargli cambiare idea. Nulla. Pogba a zero per la Juve non è una grande scommessa, piuttosto una certezza e una spettacolare risorsa tecnica: il dominio a centrocampo, l’esplosività, le incursioni e le scorribande con gol. Uno spettacolo. Dura così per quattro anni, poi il Manchester ha una nostalgia tale da investire – estate del 2016 – ben 105 milioni per riportare a casa il ragazzo che aveva perso senza farsene una ragione.
Sembra la storia del figliol prodigo che ritorna a casa quasi come se fosse un pentimento, pur essendo reduce da stagioni indimenticabili in maglia bianconera. In realtà non funziona così: Pogba parte bene, fa la differenza, incide e sorride per poi smarrirsi tra incomprensioni, allenatori non all’altezza, molto presto un’incompiuta. Le ultime due stagioni sono un equivoco, l’ultima un’insofferenza senza soluzione di continuità. Torniamo al discorso che prevale sugli altri: la felicità la porti in campo, l’infelicità anche (anzi, peggio). E così accade l’incredibile: il Manchester United riperde a parametro zero il Polpo, per la seconda volta in dieci anni (2012 e 2022).
In entrambi i casi, sulla preda sempre la Juve: incredibile. La celebrazione continuerà, inevitabile. A maggior ragione se Paul dovesse avere una fiammante casacca numero 10, quella che tocca ai simboli, ai più forti, ai migliori, come per voler certificare il Grande Ritorno. Per la verità ci sarebbe da fare una piccola-grande disquisizione sullo sperpero di milioni in casa United, ma si tratta di un discorso più profondo e che meriterebbe un’inchiesta.
La domanda è: come potrebbe incidere Pogba nella nuova Juve? Semplice, facendo quello che gli riesce da sempre, inserendo il pilota automatico, andando di istinto e genio. In quel centrocampo oggi gli altri titolari sarebbero Locatelli e Rabiot, ma ci permettiamo di dire che non è questo il grafico definitivo. Il mercato è ancora lungo, la Juve colpirà ancora. Un Zaniolo in più, trattativa serrata, consentirebbe ad Allegri di avere un ‘99 di spessore, mezzala o esterno decide Max. Davanti, con Di Maria e Chiesa presto al rientro dopo il grave infortunio, i posti sarebbero occupati. Ma intanto facciamo che arrivi Zaniolo: in una stagione così lunga avrebbe la possibilità di esibirsi in più ruoli. Facciamo un esempio: se Zaniolo fosse mezzala, con Pogba sull’altro sponda, il regista diventerebbe quasi un passaggio per la definitiva svolta. Locatelli è un adattato, servirebbe uno come Paredes (esubero del Paris Saint-Germain) che alla Juve andrebbe di corsa anche per ritrovare il suo amico e connazionale Di Maria dopo la recentissima esperienza di Parigi. Negli ultimi giorni è stato offerto Torreira, altro profilo dalle indubbie qualità. E comunque niente fretta, alla Juve premeva soprattutto riportare a casa il Polpo, affare fatto. Meglio ancora: indiscutibile biglietto da visita per una stagione che dovrà definitivamente cancellare le recenti delusioni.
Giornalista e opinionista sportivo, grande esperto di calciomercato in Italia. "È un privilegio quando passione e lavoro coincidono".