Di Alfredo Pedullà
7 Luglio 2020
Victor Osimhen è la scelta migliore possibile del Napoli che vuole ripartire per un altro – grande – ciclo. Osimhen sì, per tanti motivi. Il primo è la carta d’identità: classe 1998 e un futuro luminoso davanti. Il primo tra tanti motivi che cercheremo di elencare, partendo da un presupposto: oggi, se hai davvero la possibilità di farlo, meglio investire un pacco di milioni su un ragazzo che ha già dimostrato piuttosto che incartarti in qualche operazione revival, pagando ingaggi che ti possono svenare, senza un futuro e una prospettiva. Per questo il Napoli aveva preso già da tre mesi il numero di targa, mettendolo per distacco in cima alla lista e tessendo la tela con il Lille. Con il vantaggio, non indifferente, che avendo sospeso la Ligue 1 in largo anticipo rispetto agli altri campionati, si poteva confidare nella necessità del club di fare cassa per mettere a posto il bilancio. Adesso serve pazienza, magari più di qualche giorno. Prendendo le distanze da chi dice di non essere convinto dello spessore di Osimhen, semplicemente perché non lo ha visto giocare.
Succede raramente che un calciatore sbarchi nella sua probabile città senza poi firmare alcun tipo di contratto. È quanto accaduto a Victor, che aveva avuto un invito antecedente, stoppato dalle note vicende extracalcistiche che non gli consentirono di prendere un aereo e arrivare in Italia. Nel bel mezzo la dolorosa perdita dell’amatissimo papà, il calcio poteva anche attendere. Ma quando si è materializzato, senza che nessuno nascondesse il blitz, abbiamo avuto la netta sensazione (in fondo una conferma) che il Napoli avrebbe voluto fare tutto alla luce del sole. E che sole: la città illuminata è ancora più bella e affascinante, Osimhen ha apprezzato, gradito e capito che quella sarebbe stata la soluzione migliore per una nuova esperienza. Il ragazzo dal fisico possente ha vissuto in modo totale la sua 48 ore all’ombra del Maschio Angioino, ha dialogato con Gattuso, ha preso l’aliscafo per andare a Capri e conoscere De Laurentiis. Lì si è parlato di ingaggio, dopo aver avuto la totale conferma – gli indizi erano retrodatati – che il sì era incondizionato, alla larga da qualsiasi dubbio o perplessità. Osimhen avrà il contratto che merita, con una base da tre milioni a stagione più bonus, il giusto riconoscimento dopo una stagione – ormai archiviata – molto succosa, ricca di gol, di numeri, di giocate esplosive. È lui il nuovo che avanza, anzi potremmo dire: è lui il nuovo che brilla, giocare di anticipo per il Napoli è stato di fondamentale importanza per evitare l’inserimento di qualsiasi concorrenti, soprattutto quelli inglesi. Tuttavia, ripetiamo: serve ancora un minimo di pazienza.
Ma la domanda si impone: perché Gattuso vuole un attaccante con queste caratteristiche? La gioventù è la prima cosa, una base imprescindibile: prendendo Victor ti assicurerai il centravanti almeno per i prossimi cinque anni. Ma c’è l’aspetto tecnico che si sposa con la tattica: Osimhen vede la porta, la cerca in mille modi e la trova con facilità. Ha una tecnica straordinaria, le occasioni per finire nel tabellino dei marcatori se le costruisce spesso da solo con irrisoria facilità. Ma se lo conosci bene, e lo cerchi nello spazio, il cocktail diventa ancora più esplosivo. Negli spazi si esalta, ma anche nello stretto sa trovare il pertugio necessario per lasciare il segno. Immaginiamolo con un partner come Mertens accanto e con un altro esterno offensivo che sgomma, si libera del pallone in pochi attimi. Consideriamo anche come gioca Gattuso: difesa blindatissima e ricerca degli spazi per ripartire, la formula ideale. In casa Lille il gioco era impostato solo per esaltarlo, non era di sicuro una cattiva cosa.
Prive di fondamento le voci che volevano il club francese propenso a cederlo soltanto per 75-80 milioni. E anche quelle che avrebbe consigliato di aspettare una richiesta da parte della Premier League prima di prendere in esame altre, eventuali, offerte. Il Lille gradisce una base di 50 milioni, magari condita da un po’ di bonus, anche perché dovrà dare una percentuale allo Charleroi (uno dei club di Osimhen prima della totale esplosione), quindi cercherà di alzare l’asticella il più possibile. Normale conseguenza di una trattava di calciomercato: tu hai scelto il tuo nuovo centravanti, io ho deciso di cederlo, se riesco a ottenere qualche milione in più non è uno scandalo. E il dibattito sfocia in una domanda: è giusto spendere tanti soldi per un ragazzo di 22 anni? Al netto di interpretazioni maliziose e interessate al punto da essere scandalizzate, noi pensiamo davvero che sia la scelta migliore. Il mercato è cambiato, se vuoi un potenziale crack non puoi permetterti di aspettare, di calcolare e di chiudere i saldi. Se lo fai, e ti attardi, il rischio enorme è che qualcuno si materializzi e si attivi per portartelo via. Ecco perché, in attesa del nero su bianco, il Napoli ha saputo agire con un tempismo perfetto, tagliando i tempi e accorciando l’attesa.
Uno degli aspetti più importanti, magari è quello che ha fatto la differenza, è che il Napoli si è mosso pur avendo un problema Milik non semplice da risolvere. Quale problema? Il polacco ha un contratto in scadenza nel 2021: difficilmente rinnoverà e questo lo ha fatto capire da tempo, vorrebbe cambiare aria e ha messo la Juve in cima alla lista (in attesa anche Tottenham e Atletico Madrid). Soltanto che il Napoli, pur avendo memorizzato la quasi impossibilità di blindarlo, non ha intenzione di regalarlo. E per la cessione fino a due settimane fa ha chiesto una cifra non troppo lontana dai 50 milioni sapendo che, a un solo anno dalla scadenza, dovrebbe trovare un grande estimatore di Milik per incassare quei soldi. E probabilmente non accadrà perché quasi nessuno investe quei soldi sapendo che, sei o sette mesi dopo, può raggiungere lo stesso obiettivo a prezzi stracciati oppure a parametro zero. Di solito, quando prima devi cedere per acquistare, aspetti di perfezionare la strategia in modo da rendere quasi simultanee le due operazioni. Il Napoli si è attivato per non commettere simile errore, sarebbe una scelta pericolosissima. Magari Milik andrà via tra due settimane oppure tre, condizionare la sua uscita all’arrivo del sostituto permetterebbe alla concorrenza di sfruttare lo stand-by per piombare sulla preda. Ecco perché il ragionamento è stato davvero ben fatto, più o meno così: intanto chiudo al più presto per Osimhen, sapendo che poi recupererò una cifra per Milik, magari accettando anche una contropartita tecnica che nelle ultime settimane il Napoli non aveva voluto prendere in considerazione.
La frase più bella nei riguardi di Victor l’ha detta il suo presidente (ancora per poco) Gerard Lopez. Parole che sono un manifesto a colori per chi ha il colore azzurro nel cuore. Così Lopez: “Osimhen sa come la penso, ha bisogno di una città che lo spinga fino in fondo che lo adotti e che lo coccoli. Ci sono tutte le condizioni perché lui diventi la superstar del Napoli”. È la sintesi perfetta che renderebbe (renderà) grande soddisfazione a tutti i diretti interessati della trattativa. Il Napoli che acquista, il Lille che cede, Osimhen che si prepara all’esperienza-trampolino della sia pur giovanissima carriera. Era stata fatta anche molta, troppa, filosofia sul problema del razzismo, di sicuro da non sottovalutare, e che secondo qualcuno avrebbe potuto smontare la scheggia nigeriana. Ma Napoli è la città dell’amore calcistico, la città che fa sentire tutto l’affetto senza soluzione di continuità. Probabilmente Osimhen ha organizzato quel blitz proprio per rendersene conto di persona, ma già lo sapeva. Insomma, hanno voluto mettere talmente tanti ostacoli davanti a una situazione molto semplice che forse troppo tardi si sono resi conto che il dado era tratto e che la trattativa – impostata quasi due mesi fa – era entrata nel vivo per trovare presto lo striscione del traguardo. Anche un risarcimento del Lille, considerato che la scorsa estate aver promesso Pepé al Napoli per cui c’era già l’accordo sulle cifre, prima dell’irruzione dell’Arsenal che bruciò il rivale contando sul gradimento dell’esterno offensivo. Stavolta è andata in modo diverso: il Napoli si è voluto prima assicurare che non ci sarebbero stati pentimenti o riflessioni troppo approfondite del ragazzo. Il resto si materializzerà, magari non nel giro di uno o due giorni, per la soddisfazione del Lille che non vedeva l’ora di aprire al Napoli.
Le operazioni così importanti e onerose vanno giudicate prima, con il materiale a disposizione che hai e dopo aver seguito le evoluzioni di chi si appresta a cambiare maglia per una nuova e significativa esperienza. Osimhen al Napoli sarebbe/sarà la traiettoria migliore, la convinzione di tutti, l’aspetto tecnico e tattico, l’investimento di un club che sa spendere e che non si tira indietro. La felicità di un allenatore, Gattuso, che aveva fatto un solo nome (quel nome) dopo aver memorizzato che sarebbe stato impossibile regalarsi Ciro Immobile. Benvenuto, Osimhen: il sole di Napoli riscalderà sempre più. Ancora un po’ di pazienza, come spesso accade per i grandi eventi.
Giornalista e opinionista sportivo, grande esperto di calciomercato in Italia. "È un privilegio quando passione e lavoro coincidono".