Di Lapo De Carlo
28 Luglio 2022
È difficile fare un articolo che parli di un presente tanto incerto dal punto di vista delle cessioni.
A due settimane dall’inizio del campionato l’Inter è una squadra la cui attualità è volubile, la cui dimensione di forza è stabile fino al giorno in cui non dovesse essere costretta a cedere all’offerta di un club per Skriniar (o Dumfries).
La squadra al 28 luglio è oggettivamente più forte di quella della stagione passata. Con lo slovacco nella rosa e l’olandese in fascia la squadra di Inzaghi è virtualmente completa. Ci sono delle inevitabili incertezze sullo stato fisico di Gosens e sul suo rendimento, considerando che non ha ancora fatto nemmeno un’amichevole, ha avuto altri problemi muscolari e comunque prende il posto del miglior giocatore della scorsa stagione.
Il resto è lasciato all’ottima impressione che ha fatto Asllani, alla crescita di Mkhitaryan che non ha bisogno di essere scoperto ma solo di confermare di essere arrivato a Milano con un piglio diverso da Vidal, Nainggolan e altri che dopo una bella carriera hanno preso il nerazzurro come il dopolavoro.
La friabilità della struttura tecnica dipende proprio dall’incertezza delle cessioni e dal fatto che l’anno scorso, quando sembrava che la situazione dei grandi addii si fosse stabilizzata, in pieno agosto Lukaku venne ceduto al Chelsea.
Gli appelli pubblici dei giocatori, l’allenatore e i tifosi dell’Inter alla presidenza non hanno effetti particolari semplicemente perché Zhang da una parte vorrebbe tenere tutti ma la situazione è di stallo prolungato, dove non si capisce se aspetta lo sblocco dei fondi dalla Cina, la cessione definitiva delle quote a Oaktree, dopo il prestito che ha ancora una durata di un anno e mezzo, un acquirente che offra molto più di 700 milioni, lo sblocco dei lavori per lo stadio così da rendere il club più appetibile per gli investitori o altro.
È stato lo stesso Antonello a parlare della necessità di un bilancio in attivo con relativa cifra di 60 milioni e non ci sono state smentite riguardo la notizia di milioni persi ogni mese, nonostante i ricavi in aumento della società.
In effetti Nike starebbe trattando il rinnovo con l’Inter arrivando a raddoppiare la cifra a 24 milioni di euro più bonus, il doppio rispetto a quanto percepito fino allo scorso anno.
Questo darebbe ossigeno prezioso e permetterebbe di guardare al futuro immediato con più serenità. Ci vogliono altri ricavi in crescita e in effetti Nike dava davvero poco per essere uno sponsor tanto importante. Ora che l’Inter è un club stabilmente in Champions e ha una visibilità superiore rispetto a quando giocava al massimo l’Europa League, è naturale sfruttare il percorso, perché i problemi sono derivati anche e soprattutto dalla pandemia, la crisi globale e i mancati ricavi dello stadio per un intero anno.
Resta il fatto che Marotta aveva intenzione di prendere Bremer e se fosse arrivato l’assenso della proprietà tra maggio e giugno forse sarebbe arrivato a 30 milioni, senza arrivare ad un’asta impossibile da affrontare con la Juventus. Se restasse Skriniar sarebbe meglio così ma tutti sanno che la difesa, e in generale la squadra, senza di lui, sarebbe più vulnerabile.
Si registrano invece degli scetticismi riguardo al ritorno di Lukaku e la capacità di interpretare al meglio i dettami tattici di Inzaghi ma francamente, anche guardando le prime uscite della squadra, questo problema non sembra esserci e, se anche si palesasse, conta molto la predisposizione del giocatore a interpretare le richieste del tecnico. Lukaku appare molto felice del ritorno e questo non può che predisporlo all’umiltà necessaria per capire e mettere in pratica quei movimenti, non poi così diversi da quelli che gli chiedeva Conte. Per il resto rimaniamo in attesa.
Giornalista e direttore Radio Nerazzurra, opinionista a Sport Mediaset e TL, insegno comunicazione in Università e ad aziende. Ho un chihuahua come assistente e impartisco severe lezioni nella nobile arte del tennis ad amici e parenti.