Di Gabriele Borzillo
23 Dicembre 2019
Complice la Supercoppa italiana a tre giorni dal Natale (l’intasamento dei calendari è tale che, si potesse, le partite verrebbero giocate in qualunque giorno a qualunque ora) il turno numero diciassette è molto più del classico spezzatino a cui il tifoso si è dovuto, suo malgrado, abituare.
Per completezza d’informazione raccontiamo di una Lazio che ha strapazzato, nel vero senso della parola, la Juventus distratta, addormentata, abulica, vincendo il primo torneo della stagione 2019/2020. Juventus che mercoledì ha battuto, in anticipo, la Samp. Nulla di nuovo da segnalare sul fronte bianconero in campionato, massimo risultato col minimo sforzo, gol capolavoro di Dybala, pareggio blucerchiato, vantaggio di Cristiano Ronaldo con stacco perentorio. Più che lo zompo del portoghese, ha fatto di meglio in passato, sottolineerei la frustata che Cristiano dà con il collo e la capacità di atterrare senza il minimo danno per le ginocchia; quello – ripeto, dal mio personalissimo punto di vista – è il complicato del clamoroso gesto tecnico atletico del numero sette bianconero.
L’altra metà di Torino deve raccogliere i cocci dopo l’ennesima brutta prestazione; l’aria in casa granata è particolarmente pesante e, oltretutto, la squadra gioca davvero male. Pessimo il Natale di Mazzarri, sempre più traballante in panchina e col quale il presidente Cairo non appare in perfetta sincronia, tanto per usare un eufemismo. La contestazione è alle porte.
A proposito di presidenti; decisione di Commisso, Montella esonerato. La Fiorentina vista venerdì sera contro la Roma è stata davvero pochissima cosa. Del resto appariva chiaro, forse il solo Montella non se n’era reso conto, fin dalla domenica precedente, dal pareggio casuale con l’Inter, che i viola non convincevano. Ma, mentre i nerazzurri avevano gettato alle ortiche numerose palle gol regalando all’aeroplanino una settimana di fiducia a tempo, gli uomini di Fonseca sono stati meno svagati punendo i padroni di casa impietosamente.
Frena anche il Cagliari, inaspettatamente aggiungiamo, rimediando una sconfitta inattesa ma non per questo demeritata a Udine. È la seconda volta che i sardi subiscono gol negli ultimi minuti di gara, segno forse di una certa rilassatezza inspiegabile per chi si sta trovando a lottare, a sorpresa, per un posto in Europa.
L’Inter di Conte raggiunge in vetta la Juventus strapazzando il Genoa in una gara completamente senza storia. I nerazzurri iniziano piano, prendono in mano il controllo della partita e accelerano all’improvviso stendendo il Grifone con un uno-due firmato Lukaku-Gagliardini che annichilisce la truppa rossoblù.
Da annotare la prima marcatura in serie A di Sebastiano Esposito, diciassette anni, promessa e forse qualcosa di più del vivaio nerazzurro, al quale Lukaku lascia battere un calcio di rigore regalando al ragazzo un Natale da ricordare per tutta la vita. E se la Milano nerazzurra gongola, il cammino dell’Inter finora è da incorniciare senza se e senza ma, quella rossonera deve leccarsi le ferite oltre a trascorrere un Natale calcistico da incubo.
Umiliati e dominati dall’Atalanta, senza nerbo, senza cattiveria agonistica, senza niente. Pioli in sala stampa, capo chino ed espressione desolata di chi non sa cosa raccontare, è il quadro perfetto della giornata più brutta da inizio stagione. Perché ci sta di perdere, per carità; il problema si pone, casomai, nel momento in cui perdi senza offrire la minima resistenza, senza sudare, uscendo dal campo con maglietta e pantaloncini immacolati, pettinature perfette. Ecco, in questo modo non è bello, soprattutto per i tifosi. Siamo curiosi di capire cosa intenderà fare la dirigenza a cominciare da Elliot, lontano anni luce dalla squadra, passando da Gazidis, chiamato per portare nuovi sponsor e fino ad oggi assente non giustificato, finendo a Maldini e Boban, autori di un mercato tanto oneroso quanto, finora, inutile. Tanti soldi spesi, pochi risultati, ventuno punti in classifica, doppiati da Juventus e Inter.
Vince il Bologna in casa del Lecce, ormai inguaiato ufficialmente. Pareggia sul filo di lana il Parma, lasciando l’amaro in bocca a Corini e a Balotelli, di nuovo a segno e ritrovato rispetto a poche settimane fa.
Per finire Gattuso porta i suoi primi tre punti in dote al Napoli che sbanca Reggio Emilia al minuto 94 in maniera perlomeno fortunosa dopo che il Sassuolo aveva dominato in lungo e in largo gli azzurri per almeno cinquanta minuti; ma questo è il bello, o il brutto vedete voi, del pallone.
E, al rientro dalla sosta, Ringhio ospiterà l’avversaria diretta di una vita, l’Inter capolista.
Auguri a tutti, ci rileggiamo nel 2020.
Nato a Milano, giornalista, scrittore, speaker radiofonico ed opinionista televisivo, laureato in Marketing e Comunicazione d’Impresa.