Di Redazione William Hill News
Aggiornato: 24 Aprile 2020
Se si esclude Carlo Ancelotti, che nella seconda parte ha rivestito il ruolo di allenatore, sono solo due i giocatori che hanno accompagnato il Milan nel ciclo più vincente della propria storia calcistica, ricoprendo un ruolo da protagonisti in ogni singola fase, dall’inizio ideale dell’epopea rossonera, che si può individuare nel 1987, anno dell’arrivo di Arrigo Sacchi, fino al 2007, anno dell’ultima Champions League, la quinta dell’era Berlusconi. Stiamo parlando di Paolo Maldini ed Alessandro Costacurta. Ed è una chiave, questa, che racconta un aspetto fortemente caratterizzante della carriera di Costacurta, la cui grandezza come calciatore, e il suo peso nella recente storia della società rossonera, è stata spesso messa in ombra dalla presenza giganteggiante dei mostri sacri con cui ha condiviso il terreno di gioco.
La verità è che quella di Billy, soprannominato così a causa della sua passione per il basket (Billy era lo sponsor dell’Olimpia Milano), è la carriera di uno dei giocatori più vincenti del calcio italiano, un difensore universale, tra i migliori al mondo nell’interpretazione del ruolo di centrale. Un atleta che ha saputo adeguare il proprio standard a uno dei top club mondiali per 20 anni, che di quel club è stato un perno non in un solo ciclo, ma in tutti, andando ad occupare con 663 apparizioni la terza posizione tra i giocatori con più presenze nella storia rossonera. Parliamo di qualcuno che è stato uno degli elementi di una delle linee difensive più forti di sempre (Tassotti, Costacurta, Baresi, Maldini, quattro nomi che alcuni ancora ripetono come un mantra), di un calciatore che in bacheca ha 5 Champions League, insieme ad altri 21 titoli nazionali ed internazionali.
La carriera di Costacurta: 20 anni nel Milan
Costacurta nasce in Lombardia, a Jerago con Orago, il 24 aprile del 1966, e cresce calcisticamente nelle giovanili del Milan, che nella stagione 1986-87 lo gira al Monza per fare esperienza in C1. La casacca biancorossa dei brianzoli sarà l’unica maglia diversa da quella del Milan che indosserà in carriera. Fa ritorno in rossonero ed esordisce in Serie A nell’anno successivo, esattamente il 25 ottobre 1987, in una partita dal forte carattere simbolico: Verona-Milan 0-1 (gol di Virdis), quella che viene idealmente riconosciuta come la partita di svolta del primo anno di Sacchi, la gara in cui il Milan degli Immortali iniziò a macinare gioco e risultati, fino alla conquista dello Scudetto a fine anno.
Costacurta trova poco spazio nella sua prima stagione (solo 8 le apparizioni), chiuso da Filippo Galli, che nel 4-4-2 sacchiano fa coppia con Franco Baresi. Col passare del tempo, però, l’intelligenza tattica e la grandissima duttilità del giovane calciatore fanno breccia nell’allenatore, che già nella stagione successiva lo mette al centro del proprio progetto. Costacurta difende, imposta, attua alla perfezione i movimenti richiesti per il gioco a zona di Sacchi. E’ forte in marcatura, preciso, tiene la squadra corta: il tipo di giocatore che sembra essere nato per interpretare un ruolo nello scacchiere del tecnico di Fusignano.
E’ la stagione ’88-’89 e la leggenda ha inizio: Coppa dei Campioni, in finale contro la Steaua Bucarest (dopo un cammino trionfale che aveva visto i rossoneri battere il Real Madrid per 5-0 nella semifinale di ritorno), Supercoppa Europea, Coppa Intercontinentale. Un copione che si ripete anche l’anno successivo: il Milan è la squadra più forte del mondo, Costacurta ne è un titolare inamovibile. La stagione 1989-90, oltre che per l’incetta di trofei internazionali, è l’anno che il difensore ricorderà come quello del primo gol in Serie A (che in totale saranno solo 3), inflitto nel derby all’Inter.
Nel 1991 Arrigo Sacchi lascia il Milan per prendere il timone della Nazionale italiana e il destino del centrale milanista si tinge anche di Azzurro (sarà titolare nella difesa dell’Italia nei Mondiali del 1994, persi ai rigori col Brasile, agli Europei del 1996 e ancora ai Mondiali del 1998 in Francia).
I primi anni ’90 sono quelli di Fabio Capello alla guida del Milan, con i rossoneri che confermano la propria egemonia europea con la Champions del 1993-94, e acquisiscono uno strapotere contrastato solo dalla Juventus nei confini nazionali: durante il corso del decennio, con Capello prima e con Zaccheroni poi, i rossoneri vincono 5 Scudetti e 3 Supercoppe Italiane.
Gli ultimi anni e la Champions 2006-07
Cambiano gli allenatori ma Costacurta è sempre lì, al centro della difesa, e diventa via via qualcosa di più che un uomo squadra, diventa un uomo-società. Adriano Galliani ricorda così il momento dei rinnovi di contratto del giocatore: “Costacurta era già allora il giocatore più intelligente di tutto il Milan. Firmava i contratti in bianco, mi diceva di mettere la cifra perché mi intendevo di calcio e sapevo il suo valore. Era del livello tecnico di Baresi, Maldini, Tassotti. Non tutti l’hanno capito”. La spiegazione del giocatore è semplice: “Ero nella mia città, nella squadra più forte del mondo e qualsiasi cifra mettesse mi sarebbe andata bene. Non avevo bisogno di discutere di soldi per rimanere al Milan”.
E’ il 2003 quando, al termine della parentesi d Fatih Terim alla guida dei rossoneri, fa ritorno a casa, questa volta in veste di allenatore, Carlo Ancelotti. Sarà l’inizio di una nuova fase per Costacurta che, perso il posto da titolare, ora in mano ad Alessandro Nesta, risulta utilissimo come uomo d’esperienza, a cui fare ricorso all’occorrenza, sia in Campionato che in Champions. Vince Ancora una volta la Champions League, nella finale giocata da titolare contro la Juventus, la Supercoppa Europea e la Supercoppa Italiana.
Una serie di successi che avrà ancora uno squillo, prima del ritiro del giocatore: nel 2007 alza al cielo nuovamente la coppa dalle gradi orecchie (questa volta non giocherà la finale contro il Liverpool), che sarà l’ultimo sigillo di una carriera leggendaria.
Il giorno della sua ultima partita, il 19 maggio 2007, contro l’Udinese, Costacurta segna su calcio di rigore il terzo gol della sua storia in rossonero diventando, a 41 anni e 25 giorni, il giocatore più anziano ad aver segnato una rete in Serie A. Ancelotti a fine gara dirà di lui: “Ha dato un grande contributo al Milan, è uno di quei giocatori che hanno fatto la storia”.
Dopo il ritiro dal calcio giocato è stato collaboratore tecnico nello staff di Ancelotti e ha allenato il Mantova, nella stagione 2008-2009, prima di dedicarsi a tempo pieno all’attività di commentatore sportivo, ruolo che ricopre tutt’ora. Oggi Alessandro Costacurta compie 54 anni.
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