Di Redazione William Hill News
Aggiornato: 22 Aprile 2020
La Lega Serie A è compatta: anche i club inizialmente contrari alla ripresa, hanno firmato ieri la delibera che sottolinea la volontà di portare a termine il campionato 2019-2020. Nella nota diramata al termine della riunione, tenutasi rigorosamente in videoconferenza, si legge: “L’assemblea ha confermato, con voto unanime di tutte le venti Società collegate in video conferenza, l’intenzione di portare a termine la stagione sportiva 2019-2020, qualora il Governo ne consenta lo svolgimento, nel pieno rispetto delle norme a tutela della salute e della sicurezza”.
La palla passa ora alle autorità sportive sovranazionali, Uefa e Fifa, e al governo che dovranno dare il via libera alla ripartenza degli allenamenti prima e delle competizioni poi. “La ripresa dell’attività sportiva, nella cosiddetta Fase 2 – continua la nota -, come già evidenziato in passato, avverrà in ossequio alle indicazioni di Fifa e Uefa, alle determinazioni della Figc, nonché in conformità ai protocolli medici a tutela dei calciatori e di tutti gli addetti ai lavori”. Insomma, la novità sostanziale è che anche società come Torino e Brescia, molto critiche negli ultimi tempi sulla ripartenza del campionato, hanno firmato l’unione di intenti della Lega. La responsabilità viene sostanzialmente scaricata sul governo, la cui posizione negli ultimi giorni può essere riassunta in questo modo: il calcio non è una priorità, si riparte solo se ci sono tutte le condizioni necessarie a livello sanitario prima di tutto.
Calcio: la posizione del governo
Lo ha dichiarato il ministro della Salute, Roberto Speranza, cui hanno fatto eco le parole del suo vice, Pierpaolo Sileri, e quelle del ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora: “Non possiamo garantire la ripresa né degli allenamenti né delle partite. E anche se ricominciassero gli allenamenti, non è detto che ricominceranno anche le gare”. Per il governo, al momento, il calcio rimane in un limbo d’incertezza che potrà essere superato solo dopo l’analisi del protocollo presentato dalla Figc sulla base delle osservazioni fatte da una commissione medico-scientifica. Voci non confermate parlano di un protocollo da rivedere e modificare, con l’esecutivo che si attende un “protocollo bis” a breve per poter decidere prima del 4 maggio, altrimenti il rischio è un rinvio di almeno altre 2 settimane per la ripresa degli allenamenti.
Diritti TV Serie A: niente sconti o dilazioni a Sky
Nell’assemblea di oggi si è parlato anche dei diritti televisivi, con i club di Serie A che hanno dato mandato alla Lega di rispondere a Sky, la pay TV di Murdoch, che ha chiesto uno sconto la cui entità è da calcolarsi sulla base della ripresa o meno del campionato e una dilazione dei pagamenti fino a quando non si tornerà a giocare. Fino ad oggi, Sky e Dazn hanno pagato cinque delle sei rate previste per i 973 milioni di euro dei diritti televisivi (cui si devono aggiungere i 230 pagati da Img), ma manca l’ultima rata la cui scadenza è prevista per l’1 maggio.
Quello della Serie A è dunque un no secco a sconti o dilazioni, anche se la TV satellitare, fa sapere tramite l’Ansa, ritiene che la lettera si inserisca in un contesto di dialogo costruttivo con la Lega nell’intento comune di trovare una soluzione che soddisfi ambo le parti in vista delle prossime scadenze.
Malagò: “Allenamenti e partite non sono uguali”
Dopo giorni di tensione, tende la mano al calcio anche il presidente del Coni, Giovanni Malagò, che in un’intervista rilasciata al settimanale ‘Chi’, auspica che alla fine il governo si pieghi e dia il via libera agli allenamenti delle squadre di calcio: “Confido che dal 4 maggio ci sia un’apertura, con tutte le prescrizioni e le indicazioni concordate con il ministro Vincenzo Spadafora e il comitato scientifico naturalmente. Ci sono 387 discipline sportive chiuse – sottolinea il capo dello sport italiano – Il governo ci farà sapere, ma noi stiamo già preparando tutto”. Anche Malagò, però, sottolinea che tornare ad allenarsi non significherà automaticamente anche tornare a giocare le partite. “Le competizioni riguardano tutti e comprendono spostamenti anche impegnativi, nazionali e internazionali – ha aggiunto il presidente del Coni – Situazione diversa dai semplici allenamenti”.
Uefa: “Casi specifici saranno valutati”
Nella giornata di ieri si è tenuta anche una videoconferenza tra i vertici dell’Uefa e le 55 federazioni affiliate: il governo del calcio europeo ha fatto “le più vive raccomandazioni a concludere i campionati e le coppe nazionali”. Ove non fosse possibile, l’Uefa ha ribadito che “alcuni casi specifici saranno valutati appena saranno pronte le linee guida per la partecipazione alle competizioni europee in caso di annullamento di un campionato”. Alle federazioni collegate in videocall, sono state anche prospettate varie ipotesi di calendario “per le competizioni per club e per nazionali”, tenendo conto che la Fifa ha già dato l’ok per andare oltre la scadenza dei contratti al 30 giugno.
Intanto in Olanda, la ripresa del campionato è a rischio . Il primo ministro olandese Mark Rutte, infatti, in conferenza stampa ha sospeso ogni evento sportivo fino al 1° settembre e la Federcalcio olandese ha preso atto della decisione del governo dichiarando che si consulterà con la Uefa prima di arrivare a una decisione definitiva sulla sospensione della stagione.
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