Doveva essere la semifinale stellare, l’incontro tra i campioni d’Europa in carica e la squadra più titolata nella storia del continente. È stata, invece, una lezione di calcio, una dimostrazione di superiorità così netta e brutale da lasciare ammutoliti gli 80.000 del MetLife Stadium. Il Paris Saint-Germain di Luis Enrique ha letteralmente umiliato il Real Madrid di Xabi Alonso con un 4-0 che non ammette repliche, un risultato maturato interamente in un primo tempo da incubo per i Blancos e da antologia per i parigini. In 24 minuti, il PSG ha messo a nudo ogni fragilità tattica e psicologica di un Real irriconoscibile, staccando il pass per la finale del Mondiale per Club dove affronterà il Chelsea di Enzo Maresca.

Eppure, i primissimi istanti di gara non lasciavano presagire una simile ecatombe. Il Real Madrid era partito con un approccio aggressivo, ma è stato un fuoco di paglia. Al 6′, il primo, fatale, cortocircuito. Su un cross dalla destra, Raúl Asencio, schierato in un’inedita e sciagurata posizione di terzo centrale, si è letteralmente addormentato, facendosi soffiare il pallone da un famelico Ousmane Dembélé; sulla palla vagante si è avventato Fabián Ruiz, che ha appoggiato comodamente in rete a porta sguarnita per l’1-0. Il colpo è stato così forte da mandare la difesa del Real in uno stato confusionale. Appena tre minuti dopo, al 9′, il raddoppio. Questa volta l’errore è stato ancora più marchiano e a commetterlo è stato il leader difensivo, Antonio Rüdiger, che ha sbagliato un controllo elementare, spalancando un’autostrada a Dembélé che, a tu per tu con Courtois, non ha perdonato.

Due gol in tre minuti, entrambi nati da errori individuali grossolani. La partita, psicologicamente, è finita qui. Se i primi due gol sono stati frutto di regali difensivi, il terzo è stata la dimostrazione della superiorità corale del PSG. Al 24′, i parigini hanno disegnato una splendida azione sulla destra: Doué ha servito nello spazio Hakimi, il cui assist al centro è stato raccolto da un Fabián Ruiz in stato di grazia. Lo spagnolo, con un preciso sinistro, ha battuto ancora Courtois, siglando la sua doppietta personale e chiudendo di fatto la contesa. Il resto del primo tempo è stato un monologo parigino, con Thibaut Courtois unico baluardo contro la marea francese, autore di almeno tre parate decisive che hanno evitato un punteggio ancora più umiliante.

Il secondo tempo è stato poco più di un allenamento agonistico. Il PSG ha abbassato i ritmi, gestendo le energie in vista della finale, mentre il Real Madrid ha provato con generosità a salvare l’onore, senza mai creare reali pericoli. All’88’, è arrivato il poker. Una verticalizzazione micidiale ha trovato Bradley Barcola, che con una serpentina in area ha servito Gonçalo Ramos. Il portoghese si è girato e ha calciato con precisione, battendo per la quarta volta un incolpevole Courtois. È stata la degna conclusione di una serata da incorniciare per i campioni d’Europa.

L’analisi tattica: la lezione di Luis Enrique

Al di là del risultato, PSG-Real Madrid è stata una partita decisa sul piano strategico, dove la fluidità e l’aggressività del sistema di Luis Enrique hanno smantellato pezzo per pezzo le rigide e fragili fondamenta della creatura tattica di Xabi Alonso. Il PSG si è schierato con il suo collaudato 4-3-3, un meccanismo di pressing ossessivo e di interscambi continui. Con Dembélé a fungere da “falso nueve”, capace di abbassarsi per creare superiorità e di attaccare gli spazi, e con le mezzali pronte a inserirsi, i parigini hanno presentato un rompicapo irrisolvibile.

Dall’altra parte, Xabi Alonso ha insistito sul suo 3-4-2-1, che si è rivelato un disastro. Il sistema parigino è sembrato disegnato appositamente per sfruttare le debolezze strutturali di questa disposizione. Gli interscambi continui degli attaccanti del PSG hanno mandato in crisi le marcature dei tre centrali, mentre le incursioni delle mezzali hanno attaccato proprio gli spazi lasciati liberi tra i difensori e i quinti di centrocampo. La vera causa della sconfitta del Real, però, va ricercata nel dominio assoluto del centrocampo parigino. Vitinha ha agito da direttore d’orchestra, João Neves ha garantito una quantità impressionante di recuperi e Fabián Ruiz è stato il “killer silenzioso”, un giocatore totale capace di orchestrare e finalizzare. Di fronte a questa armonia, il centrocampo del Real è stato semplicemente spazzato via, lasciando i propri difensori in balia delle ondate avversarie.

I protagonisti nel bene e nel male

Fabián Ruiz (Voto 9): Uomo partita assoluto. Una doppietta da centrocampista totale, inserimenti continui, qualità nel palleggio e dominio fisico. Una prestazione sontuosa che lo consacra tra i migliori interpreti del ruolo.

Ousmane Dembélé (Voto 8.5): Scatenato. Gioca da “falso nueve” e manda in tilt la difesa del Real. Propizia il primo gol, segna il secondo con freddezza e crea pericoli costanti. Incontenibile.

Thibaut Courtois (Voto 6.5): Il voto è un paradosso. Subisce quattro gol ma ne evita almeno altri tre con parate decisive, soprattutto nel primo tempo. Se non fosse stato per lui, il passivo sarebbe stato storico. Abbandonato dalla sua difesa.

Kylian Mbappé (Voto 5): Il grande ex è il grande assente della serata. Un fantasma contro la sua vecchia squadra. Ben controllato, non riesce mai a incidere.

Raúl Asencio (Voto 4): L’esperimento tattico fallito di Alonso. Schierato come terzo di difesa, commette un errore imperdonabile sul primo gol che indirizza la partita. Totalmente fuori ruolo.

Antonio Rüdiger (Voto 4): Irriconoscibile. Il leader della difesa commette un errore da principiante sul secondo gol e non riesce mai a dare sicurezza al reparto. Una serata da incubo.

Il tabellino della partita

Marcatori: 6′ Fabián Ruiz (P), 9′ Dembélé (P), 24′ Fabián Ruiz (P), 88′ Gonçalo Ramos (P).

PSG (4-3-3): Donnarumma; Hakimi, Marquinhos, Beraldo, Nuno Mendes (dal 79′ Lee Kang-In); Neves, Vitinha, Fabián Ruiz (dal 67′ Zaire-Emery); Dembélé (dal 59′ Gonçalo Ramos), Doué (dal 67′ Mayulu), Kvaratskhelia (dal 59′ Barcola). Allenatore: Luis Enrique.

Real Madrid (3-4-2-1): Courtois; Rüdiger, Tchouaméni, Asencio (dal 64′ Militao); Valverde, Bellingham (dal 64′ Modric), Arda Güler (dall’83’ Vazquez), Fran García (dal 71′ Carvajal); Gonzalo García, Vinícius Júnior (dal 64′ Brahim Díaz); Mbappé. Allenatore: Xabi Alonso.

Arbitro: Szymon Marciniak (Polonia).

Ammoniti: Tchouaméni (R), Neves (P), Carvajal (R).