Di Calciatori Brutti
Aggiornato: 1 Maggio 2020
Gli infortuni, per i calciatori, possono essere decisivi per il prosieguo della loro carriera. Molti in passato hanno dovuto addirittura ritirarsi, altri non sono mai riusciti a esprimere il loro potenziale, altri ancora si sono persi i momenti migliori della loro carriera perché costretti ai box e impegnati a recuperare da un grave infortunio.
Il calcio però ha mostrato che la forza di volontà di un calciatore, molto spesso può essere più forte di qualsiasi guaio fisico. Negli anni diversi calciatori hanno continuato a giocare o sono stati addirittura schierati da infortunati, pur di raggiungere un certo traguardo o aiutare la loro squadra in un momento di difficoltà.
Questa è la lista degli “eroi” che, nonostante tutto, non hanno mollato.
Fernando Gago
Argentina – Perù, ottobre 2017
Si rompe il legamento crociato del ginocchio destro. Viene soccorso dai medici a bordocampo ma li implora di farlo rientrare in campo. Ci prova, ma dopo appena 6 minuti è costretto a uscire per il dolore. L’Argentina si qualificherà comunque ai Mondiali.
Gennaro Gattuso
Milan – Catania, dicembre 2008
Al 4° minuto si lesiona il legamento crociato del ginocchio. Si rialza e gioca comunque tutta la partita. I Rossoneri trionferanno per 1-0.
Marcos Assunção
Roma – Piacenza, gennaio 2002
Nei primi 10 minuti della sfida si lesiona il menisco del ginocchio destro in un contrasto. Inizialmente sembra non avere dolore, tanto che al 15′ segna direttamente su punizione un gol spettacolare. Poco dopo inizierà a zoppicare e nel post partita scoprirà di essersi infortunato. I giallorossi, anche grazie a lui, trionferanno per 2-0.
Roque Junior
Juventus – Milan, maggio 2003
Il terzino brasiliano si procurò uno stiramento di 1° grado alla coscia durante il primo tempo supplementare della finale di Champions a Manchester nel 2003. Giocherà zoppicando per 20 minuti, assistendo poi da centrocampo ai rigori che consegneranno al Milan la sua sesta Coppa dei Campioni. Diventerà un eroe dei tifosi rossoneri nonostante le poche presenze accumulate durante la stagione.
Bert Trautmann
Manchester City – Birmingham City, maggio 1956
L’ex soldato nazista, catturato dagli inglesi e diventato poi una leggenda dei Citizens, si lussò cinque vertebre e si ruppe il collo durante la finale di Coppa d’Inghilterra. Nonostante il dolore, giocherà tutta la partita e, grazie alle sue parate decisive, sarà eletto migliore in campo.
Martin Palermo
River Plate – Boca Juniors, maggio 1999
Nonostante avesse una lesione al legamento crociato, l’attaccante argentino voleva a tutti i costi segnare il suo 100° gol con la maglia del Boca. Per questo motivo, si fa convocare comunque per i quarti di finale di Libertadores contro il River Plate, entra al 75’ e segna il gol del 3-0 finale che permette agli Xeneizes di sovvertire il risultato dell’andata (finita 2-0 per il River) e accedere alla semifinale.
Vincent Kompany
Belgio – Serbia, giugno 2013
In uno scontro aereo, uno dei tanti della sua carriera, l’ex capitano del Manchester City si procurò una commozione cerebrale, la rottura del naso e la deviazione dell’orbita oculare.
Peccato che dopo una veloce medicazione, riprenderà a giocare come se nulla fosse. Scoprirà l’entità del suo infortunio solo nel post partita.
Dietmar Hamann
Milan – Liverpool, maggio 2005
A 10 minuti dalla fine del secondo tempo supplementare, si rompe il piede. Non vuole lasciare i suoi in inferiorità numerica, per questo gioca fino al 120’ e calcia anche uno dei rigori che consegneranno al Liverpool una delle Champions League più combattute di sempre.
Cesc Fabregas
Arsenal – Barcellona, marzo 2010
L’allora capitano dell’Arsenal a metà del primo tempo si frattura il piede destro ma non vuole sentirne di uscire, soprattutto contro il suo Barcellona. A 5 minuti dalla fine, realizza il rigore del definitivo 2-2.
Terry Butcher
Svezia – Inghilterra, settembre 1989
Al 10′ minuto di gioco si procura un taglio profondo alla fronte dopo uno scontro aereo. Nonostante la ferita e l’enorme perdita di sangue, gioca tutti e 90 i minuti, aiutando l’Inghilterra a strappare lo 0-0 e a qualificarsi al mondiale di Italia ’90.
Stuart Pearce
West Ham – Watford, settembre 1999
Durante la prima fazione di gioco, si rompe il piede destro.
Gioca 30 minuti e nell’intervallo non si toglie le scarpe per non peggiorare la situazione e provare a tenere insieme tutte le ossa. Un tentativo che però l’allenatore non si berrà, sostituendolo.