Il calciatore più in hype del momento, Estêvão Willian Almeida de Oliveira Gonçalves, noto semplicemente come Estêvão, attaccante del Chelsea e della nazionale brasiliana, rispetterà le attese con una carriera da vero fenomeno? Lo abbiamo chiesto a ChatGPT e questo è il risultato.

2025–2029 | Chelsea

Arriva a Londra da ragazzo, 17 anni e una valigia piena di talento grezzo.
Nel primo biennio sbaglia, cresce, impara. Poi esplode: nel 2028–29 diventa una certezza, il perno creativo di una squadra che torna a vincere. Premier League, FA Cup e il premio di Giovane dell’anno in Premier League.
È chiaro a tutti: è pronto per lo step successivo.

2029–2034 | Barcellona

L’estate del 2029 è una scossa tellurica: Lamine Yamal parte per una cifra mai vista. Il Barça deve scegliere il nuovo volto dell’attacco e sceglie Estevão. E lui non delude.
Cinque stagioni in Catalogna, dal 21° al 26° anno di età: crescita continua, dribbling brasiliani che si fondono con il sistema catalano. Vince Liga, Coppa del Re, Supercoppa e segna in un Clásico diventato iconico.
Il 2034 è l’anno della consacrazione: entra nella top 3 del Pallone d’Oro… e lo vince. L’erede di Yamal non solo ha preso il trono: lo ha fatto suo.

2034–2038 | Paris Saint-Germain

Vinto il Pallone d’Oro, sente che la missione catalana è compiuta. A Parigi lo aspettano come una superstar.
Rimane quattro anni, non una toccata e fuga: diventa uomo-copertina, vince due Ligue 1 e una Coupe de France e guida il PSG a una finale di Champions sfiorata.
È un periodo di massima popolarità, ma anche un ciclo che chiede alla sua carriera un nuovo scenario.

2038–2041 | Bayern Monaco

Arriva in Germania a 30 anni, in un momento in cui molti esterni iniziano a calare.
Non lui. Al Bayern rimane tre stagioni, diventando un elemento perfetto per il calcio verticale del club.
Vince una Bundesliga, domina fisicamente e tecnicamente, e si ritaglia un ruolo quasi “alla Robben moderno”. È la sua parentesi più solida e costante.

2041–2045 | Inter

Finalmente la Serie A. Arriva all’Inter a 32 anni: non come promessa, ma come maestro. Milano lo accoglie come un colpo da titolo.
La permanenza è lunga: quattro anni, con continuità e leadership. Vince uno Scudetto, una Coppa Italia e una Supercoppa.
La Serie A, tattica e lenta, esalta la sua tecnica: diventa decisivo anche senza correre come a vent’anni.
È qui che la sua carriera assume un senso più romantico: l’artista che insegna calcio.

2045–2047 | Atletico Madrid

A 36 anni vuole un’ultima sfida vera. L’Atletico gliela offre: un calcio intenso, ruvido, dove la qualità fa la differenza nei momenti pesanti.
Due stagioni, ruolo alla “uomo d’esperienza”: meno fiammate, più sostanza.
Poi, il sipario europeo si chiude.

La sua storia in sintesi

Pallone d’Oro: 1
Titoli complessivi: 14–17
Impatto: uno degli esterni più completi della sua generazione, un campione che non ha mai smesso di cercare il contesto migliore per far fiorire il suo talento.