I motori si spengono, i club rilasciano i giocatori alle rispettive federazioni. La sosta per le nazionali di novembre 2025 non è un semplice intermezzo, ma un bivio stagionale. Con un quarto della stagione alle spalle, le classifiche cominciano ad avere una certa solidità: rivelano tendenze consolidate, crisi strutturali e sorprese che non possono più essere etichettate come casuali. Dall’Inghilterra alla Germania, l’ultimo weekend prima della pausa ha definito le trame narrative che ci accompagneranno verso l’inverno, cristallizzando gerarchie e, in alcuni casi, ribaltandole.

Premier League: l’anomalia Sunderland e la fuga rallentata dei Gunners

La Premier League si conferma, senza dubbio, il campionato narrativamente più avvincente e imprevedibile d’Europa. Arriva alla sosta con una capolista, l’Arsenal, che ha rallentato la sua fuga, e con una delle inseguitrici, il Sunderland quarto, che rappresenta una meravigliosa anomalia statistica e tattica. La classifica, dopo undici giornate, vede i Gunners al comando con 26 punti, ma l’ultimo turno ha incrinato le loro certezze.

Classifica dopo 11 giornate

  1. Arsenal – 26 punti
  2. Manchester City – 22 punti
  3. Chelsea – 20 punti
  4. Sunderland – 19 punti
  5. Tottenham – 18 punti
  6. Aston Villa – 18 punti
  7. Manchester United – 18 punti
  8. Liverpool – 18 punti
  9. AFC Bournemouth – 18 punti
  10. Crystal Palace – 17 punti
  11. Brighton & Hove – 16 punti
  12. Brentford – 16 punti
  13. Everton – 15 punti
  14. Newcastle – 12 punti
  15. Fulham – 11 punti
  16. Leeds – 11 punti
  17. Burnley – 10 punti
  18. West Ham – 10 punti
  19. Nottingham Forest – 9 punti
  20. Wolverhampton – 2 punti

Il risultato che ha caratterizzato il weekend inglese è stato il pirotecnico 2-2 con cui il Sunderland ha fermato l’Arsenal. Per comprendere la portata di questo pareggio, bisogna guardare ai numeri difensivi della squadra di Arteta: prima di questa partita, l’Arsenal vantava la miglior difesa del campionato con soli 5 gol subiti in 10 partite. Il Sunderland, con il gol del pareggio siglato al 94° minuto, è diventata la prima squadra a segnare due gol contro l’Arsenal in questa stagione. Non si tratta solo di due punti persi: è una breccia aperta nell’armatura che sembrava impenetrabile dei londinesi.

Come è stato possibile? Non si è trattato di fortuna, ma di un piano gara meticolosamente applicato. L’analisi tattica del match rivela che il Sunderland ha utilizzato una “formazione a cinque dietro” che non era “parcheggiare il bus”, ma un “contenimento strategico”. Ha assorbito il 65% di possesso palla dell’Arsenal e ha colpito con “ripartenze fulminee” la retroguardia dei Gunners. Il Sunderland, ora clamorosamente quarto in classifica con 19 punti, non è una favola romantica. È un progetto “moderno”, basato su una rosa dall’età media bassa e su un’intelligenza tattica che sta sovvertendo le gerarchie. Inoltre, hanno fornito un blueprint su come fermare la capolista.

Mentre l’Arsenal inciampava, il Manchester City (secondo, 22 punti) ha risposto da cacciatore spietato. In una giornata storica, che ha segnato la millesima panchina di Pep Guardiola, il City ha dominato il big match contro il Liverpool, vincendo 3-0. Erling Haaland ha, come di consueto, timbrato il cartellino, consolidando il suo primato nella classifica marcatori. Il contrasto narrativo è netto: l’Arsenal “cacciato” ha fallito il test contro un underdog tattica; il City “cacciatore” ha annichilito un rivale storico, riducendo il divario a soli quattro punti.

L’altra faccia della medaglia è la crisi profonda del Liverpool. La sconfitta per 3-0 li lascia all’ottavo posto con 18 punti, definiti da un dato statistico allarmante: dopo 11 partite, hanno 6 vittorie e 5 sconfitte, ma sono l’unica squadra del campionato a non aver ancora ottenuto un pareggio. È una squadra “tutto o niente”, incapace di gestire i ritmi e pensare anche al pareggio, quando non è possibile portare a casa i tre punti. A completare il quadro di vertice, il Chelsea si è consolidato al terzo posto (20 punti) con una vittoria per 3-0 sui Wolves. Dietro al Sunderland (19 punti), si è formato un ingorgo per l’Europa: Tottenham, Aston Villa (vittorioso 4-0 sul Bournemouth), Manchester United e lo stesso Liverpool sono tutte appaiate a 18 punti.

La Liga, il Real Frena e il Barça risponde: il duello è servito.

In Spagna, la sosta arriva con una trama chiara: La Liga si sta già polarizzando sulla “solita” corsa a due. L’ultimo weekend è servito a definire i ruoli: il Real Madrid, leader, ha mostrato un segnale di prevedibilità, e il Barcellona, sotto pressione, ha risposto con il carattere necessario per tenere il campionato apertissimo.

Classifica dopo 12 giornate

  1. Real Madrid – 31 punti
  2. Barcellona – 28 punti
  3. Villarreal – 26 punti
  4. Atlético Madrid – 25 punti
  5. Betis – 20 punti
  6. Espanyol – 18 punti
  7. Atlético Bilbao – 17 punti
  8. Getafe – 17 punti
  9. Siviglia – 16 punti
  10. Alavés – 15 punti
  11. Elche – 15 punti
  12. Rayo Vallecano – 15 punti
  13. Celta Vigo – 13 punti
  14. Real Sociedad – 13 punti
  15. Mallorca – 12 punti
  16. Osasuna – 11 punti
  17. Valencia – 10 punti
  18. Girona – 10 punti
  19. Levante – 9 punti
  20. Real Oviedo – 8 punti

La notizia principale è stato lo stop del Real Madrid, primo con 31 punti. I Blancos sono stati bloccati sullo 0-0 in casa del Rayo Vallecano. Non è stato un incidente di percorso, ma una diagnosi tattica. Come emerso dalle analisi post-partita, al Real “è mancata velocità nel gioco e varietà di risorse offensive oltre alla carta Vinícius Junior”. La squadra di Xabi Alonso è apparsa prevedibile. Il merito va alla “presión alta” del Rayo e al suo efficace “sistema di aiuti sui fianchi”, che ha neutralizzato le fonti di gioco madrilene. Il Campo de Futbol de Vallecas si è confermato un fortino, uno stadio dove né il Real Madrid né il Barcellona sono riusciti a vincere in questa stagione.

Il Barcellona, secondo con 28 punti, affrontava una trasferta complessa a Vigo, in un clima di crescente pressione mediatica e tra le critiche dei tifosi per una stagione percepita come deludente. Proprio nel momento di massima difficoltà, la squadra ha risposto. La vittoria per 4-2 sul Celta Vigo non vale solo tre punti. È stata una dimostrazione di resilienza, capitalizzando immediatamente lo scivolone del Real. I catalani hanno rosicchiato due punti, portandosi a -3 dalla vetta e dando una risposta forte, sul campo, a chi si chiedeva se fossero ancora in grado di “prendere il Madrid”.

L’ultimo turno di campionato ha anche scavato un solco netto tra le prime quattro e il resto del gruppo. Il Villarreal (terzo, 26 punti) ha vinto 2-0 contro l’Espanyol, e l’Atlético Madrid (quarto, 25 punti) ha superato 3-1 il Levante. Contemporaneamente, il Real Betis (quinto, 20 punti) non è andato oltre l’1-1 con il Valencia. Questo incastro di risultati ha creato una spaccatura evidente: tra l’Atlético quarto e il Betis quinto ci sono ora 5 punti di distanza. La Liga 2025-26 si è strutturata su tre livelli distinti: la lotta per il titolo tra Real e Barça; la corsa per gli altri due posti Champions tra Villarreal e Atlético; e un terzo campionato per il resto delle posizioni europee.

Ligue 1, non solo PSG: Marsiglia e Lens formano un Triumvirato

La Ligue 1 arriva alla pausa smentendo con forza il luogo comune di un campionato a squadra unica. La classifica, dopo 12 giornate, racconta una storia ben diversa: il Paris Saint-Germain è primo con 27 punti, ma non sta affatto dominando. È tallonato da vicino da un duo di inseguitori feroci e appaiati a 25 punti: l’Olympique Marsiglia e il Lens. Contro ogni aspettativa, è una sorprendente corsa a tre.

Classifica dopo 12 giornate

  1. PSG – 27 punti
  2. Olympique Marsiglia – 25 punti
  3. Lens – 25 punti
  4. Racing Strasburgo – 22 punti
  5. Lilla – 20 punti
  6. Monaco – 20 punti
  7. Lione – 20 punti
  8. Rennes – 18 punti
  9. Nizza – 17 punti
  10. Tolosa – 16 punti
  11. Paris – 14 punti
  12. Le Havre – 14 punti
  13. Angers – 13 punti
  14. Metz – 11 punti
  15. Brest – 10 punti
  16. Nantes – 10 punti
  17. Lorient – 10 punti
  18. Auxerre – 7 punti

Il weekend ha visto il triumvirato di testa rispondere colpo su colpo, senza concedere un centimetro. Il PSG ha fatto il suo dovere, vincendo 3-2 in trasferta sul difficile campo del Lione, una vittoria di peso data la rivalità tra i club. Ma la vera notizia è che gli inseguitori non solo hanno tenuto il passo, ma hanno impressionato. L’OM di Roberto De Zerbi ha liquidato il Brest con un secco 3-0, confermando la sua straordinaria potenza di fuoco offensiva. Il Lens, tuttavia, ha firmato il risultato più pesante dell’intero weekend europeo, demolendo in trasferta il Monaco per 4-1.

La vittoria del Lens sui monegaschi è un capolavoro strategico, una “partita da sei punti”. Non solo ha permesso ai giallorossi di restare in scia al PSG, ma ha di fatto eliminato, per ora, una rivale diretta per l’Europa, creando un divario di 5 punti tra loro (terzi a 25) e il Monaco (sesto a 20). Questo, unito alla vittoria del Marsiglia, dimostra che la loro presenza ai vertici non è casuale. L’ultimo turno ha cristallizzato una nuova gerarchia. Allo stesso modo, il Racing Strasburgo, vincendo 2-0 lo scontro diretto con il Lilla, ha consolidato il suo quarto posto (22 punti), respingendo i rivali (quinti a 20 punti).

La Ligue 1 va quindi alla sosta con una struttura chiarissima. Al vertice c’è un triumvirato in lotta per il titolo (PSG, Marsiglia, Lens) racchiuso in soli tre punti. Subito dietro, lo Strasburgo si è ritagliato il ruolo di “migliore degli altri” in solitaria al quarto posto. Infine, il gruppo delle deluse (Lilla, Monaco, Lione), tutte appaiate a 20 punti, è ora costretto a un difficile inseguimento per un posto in Europa.

Bundesliga: lo stop del Bayern e l’occasione mancata per le rivali

Il bilancio della Bundesliga prima della sosta è un paradosso che, da solo, spiega un decennio di dominio praticamente incontrastato. La notizia del weekend è che il Bayern Monaco, primo con 28 punti, ha interrotto la sua marcia trionfale di nove vittorie consecutive, fermandosi per la prima volta in stagione. Ma la vera notizia, ancora una volta, è che, pur inciampando, il Bayern ha visto il suo primato rafforzarsi, a causa della cronica e autolesionistica incapacità dei suoi rivali di approfittarne.

Classifica dopo la Giornata 10

  1. Bayern Monaco – 28 punti
  2. RB Lipsia – 22 punti
  3. Borussia Dortmund – 21 punti
  4. Stoccarda – 21 punti
  5. Leverkusen – 20 punti
  6. Hoffenheim – 19 punti
  7. Eintracht – 17 punti
  8. Werder Brema – 15 punti
  9. Colonia – 14 punti
  10. Friburgo – 13 punti
  11. Union Berlino – 12 punti
  12. Borussia M’Gladbach – 9 punti
  13. Amburgo – 9 punti
  14. Wolfsburg – 8 punti
  15. Augsburg – 7 punti
  16. FC St. Pauli – 7 punti
  17. Mainz – 5 punti
  18. Heidenheim – 5 punti

I bavaresi, che stavano inseguendo il record di 10 vittorie nelle prime 10 giornate, sono stati bloccati sul 2-2 dall’Union Berlino. Non è stato un pareggio banale. È stata una battaglia fisica, giocata in un ambiente ostile dove l’Union “ha lottato per ogni centimetro”. Il contesto, come spesso accade, è decisivo: il passo falso è arrivato solo quattro giorni dopo il trionfo per 2-1 contro il PSG in Champions. Si è trattato di una classica “sindrome post-europea”, con la squadra apparsa stanca, come ammesso dal tecnico Vincent Kompany, che ha dichiarato: “Non eravamo in partita nel primo tempo”.

Il pareggio del Bayern ha spalancato un’opportunità d’oro per gli inseguitori, i quali, però, hanno fallito. Il Lipsia, secondo in classifica (22 punti), è crollato perdendo 3-1 in casa dell’Hoffenheim. Il Borussia Dortmund, terzo (21 punti), non è riuscito ad andare oltre un deludente 1-1 contro l’Amburgo. Questo fine settimana è la sintesi perfetta del perché il Bayern domina la Bundesliga: non è solo per la propria forza, ma per l’incredibile incostanza dei suoi presunti rivali nei momenti decisivi.

Il risultato paradossale è che il Bayern, pareggiando, ha di fatto allungato in classifica. Il suo vantaggio sull’RB Lipsia, ora secondo, è salito a 6 punti. I veri vincitori del weekend sono, infatti, le squadre in lotta per la zona Champions alle spalle del vuoto. Lo Stoccarda (quarto, 21 punti) ha vinto 3-2 contro l’Augsburg, agganciando il Dortmund a pari punti al terzo posto. E il Bayer Leverkusen (quinto, 20 punti) ha firmato la vittoria più roboante del turno, un tennistico 6-0 contro l’Heidenheim, confermando la sua forza offensiva. Il Bayern ha visto la sua imbattibilità “macchiata”, ma ha di fatto chiuso la discussione per il Meisterschale prima della pausa. La vera gara in Germania, ora più serrata che mai, è quella per i tre posti alle sue spalle.