Per il Paris Saint-Germain questa non era una semplice finale di Champions League. Era una resa dei conti con la propria storia, con gli errori del passato, con la frustrazione di aver sfiorato il traguardo più volte senza mai riuscire ad afferrarlo. Era la notte in cui si sarebbe saputo se il progetto sportivo e imprenditoriale più ambizioso del calcio moderno sarebbe finalmente sbocciato, o se sarebbe arrivata l’ennesima delusione.

Quella del 31 maggio 2025 non è stata solo una finale. È stato un passaggio di consegne. Il PSG, con una squadra giovanissima, ha finalmente smesso di inseguire: ha cominciato a dettare legge.

La partita

La finale di Champions League tra Paris Saint-Germain e Inter si è aperta in un clima incandescente, dentro un’Allianz Arena stracolma.

Il PSG non ha concesso all’Inter nemmeno il tempo di sistemarsi in campo. Pressing alto, aggressività, movimenti sincronizzati: sembrava una squadra preparata per annientare, non solo per vincere. Già nei primi minuti si è capito che qualcosa non andava nel motore nerazzurro: ogni uscita dal basso era disturbata, ogni verticalizzazione era respinta.

Al 12°, il primo squarcio. Vitinha pesca sulla sinistra dell’area di rigore nerazzurra Doué, passaggio in orizzontale per Hakimi che infila in rete praticamente a porta vuota a centro area. Hakimi alza le braccia e non esulta per rispetto del suo passato nerazzurro. Si tratta del preludio a una serata che, per i tifosi parigini, sarebbe diventata leggendaria.

Doué spacca in due la partita

Il secondo gol arriva solo otto minuti più tardi, ma era già evidente che la partita fosse già sfuggita di mano all’Inter. Desiré Doué, diciannove anni appena, prende palla al limite e calcia in porta, appena dentro l’area: la deviazione di Dimarco spiazza Sommer ed è raddoppio del Paris.

Con il 2-0 dopo venti minuti, la partita prende un binario chiarissimo. L’Inter appare stordita, lenta, incerta. Le gambe non rispondono e i centrocampisti faticano a trovare sbocchi. Lautaro e Thuram risultano spettatori non paganti. Il PSG, invece, sembra giocare su un altro livello, capace di dominare il ritmo del gioco.

Nel finale di primo tempo l’Inter prova a rialzare la testa con un paio di sortite, ma l’unico vero brivido arriva sugli sviluppi di calcio d’angolo, con Acerbi che colpisce di testa, ma davvero troppo poco. Al rientro negli spogliatoi, il tabellone dice PSG 2, Inter 0. Ma la sensazione è che il peggio per i nerazzurri debba ancora venire.

Una ripresa senza appello

Il secondo tempo comincia con un lampo dell’Inter: una punizione di Çalhanoğlu costringe Donnarumma a una parata impegnativa, la più difficile della sua serata. Ma proprio quando sembra che i nerazzurri possano tentare una timida reazione, il PSG sferra il colpo del KO.

Minuto 63: Azione tutta in verticale del Paris, con Doué lanciato in porta sul centro destra dell’area, tiro sul primo palo rasoterra e palla in rete. Diciannove anni, una doppietta in finale di Champions League e una serata indimenticabile.

A quel punto, la partita si trasforma in una lunga attesa per il fischio finale. L’Inter cerca di limitare i danni, ma finisce per aprirsi ulteriormente. E contro una squadra come il PSG, lasciare spazio è come consegnare le chiavi di casa a un ladro.

Kvaratskhelia e Mayulu: la ciliegina e la torta

A questo punto Luis Enrique concede spazio alla sua panchina, inserendo forze fresche per chiudere il match in bellezza. Prima di uscire, però, sale in cattedra anche Kvaratskhelia. Al 72′ lancio in profondità per lui di Dembélé: l’ex Napoli si presenta tutto solo contro Sommer sul centro sinistra dell’area e lo batte col mancino.

Ma non finisce qui. A tre minuti dalla fine, tocca a Senny Mayulu – anche lui giovanissimo – entrare nel tabellino. Azione in velocità, triangolazione rapida con Zaire-Emery, tiro forte sul primo palo col mancino e palla in rete. Il PSG completa la cinquina con leggerezza, come se fosse una partita di campionato contro una squadra di metà classifica. E invece è la finale della competizione più importante del mondo. Si tratta della finale di Champions League con lo scarto di reti maggiore di sempre.

L’Inter crolla e rimane a secco di titoli

Simone Inzaghi ha vissuto una delle notti peggiori della sua carriera da allenatore. Dopo un percorso europeo straordinario, culminato nell’eliminazione del Barcellona, la sua Inter si è sciolta come neve al sole. Le scelte iniziali non hanno pagato, i cambi sono arrivati tardi e i giocatori chiave sono stati ingabbiati.

Lautaro è stato annullato da Marquinhos, Barella ha corso a vuoto, Pavard è stato costantemente in difficoltà. Il centrocampo, uno dei punti di forza stagionali, è stato completamente travolto dal dinamismo e dall’intelligenza del trio del PSG. Nulla ha funzionato.

Luis Enrique e il trionfo della coerenza

Con questa vittoria, Luis Enrique entra di diritto nella leggenda del calcio europeo. Dopo il trionfo con il Barcellona del 2015, l’allenatore spagnolo ha guidato il PSG verso la sua prima storica Champions League, mettendo insieme una squadra diversa rispetto al passato.

Niente superstar, niente tridente da copertina. Solo un’idea chiara, collettiva, coerente. Una squadra giovane, affamata, moderna. Una squadra in cui ogni giocatore ha un ruolo preciso e contribuisce alla sinfonia collettiva.

Il Paris Saint-Germain di questa stagione ha vinto tutto: Ligue 1, Coppa di Francia e Champions League. Un triplete che entra nella storia, ma soprattutto un nuovo punto di partenza.

Tabellino del match

Paris Saint-Germain – Inter 5-0 Allianz Arena, Monaco di Baviera – 31 maggio 2025

Marcatori: 12′ Hakimi (PSG), 20′ Doué (PSG), 63′ Doué (PSG), 73′ Kvaratskhelia (PSG), 87′ Mayulu (PSG).

PSG (4-3-3): Donnarumma; Hakimi, Marquinhos, Skriniar, Mendes; Zaire-Emery, Vitinha, Ugarte; Doué (84′ Mayulu), Ramos (72′ Kvaratskhelia), Barcola (77′ Lee) All. Luis Enrique

Inter (3-5-2): Sommer; Pavard, Acerbi, Bastoni; Darmian, Barella (70′ Frattesi), Calhanoglu, Mkhitaryan (55′ Klaassen), Dimarco (60′ Carlos Augusto); Thuram (77′ Arnautovic), Lautaro All. Simone Inzaghi

Arbitro: Danny Makkelie (Paesi Bassi)Ammoniti: Pavard, Ugarte