Di Gabriele Borzillo
9 Settembre 2022
Il medley di coppe europee non ha portato granché bene al calcio italiano. Non è stato un turno esaltante, uno di quelli per cui spellarsi le mani in applausi continuati e convinti. Eccezion fatta per Napoli e Lazio, i salvagente di un pallone indigeno sempre più verso la periferia del vecchio continente. Vero, il Liverpool di questo inizio stagione fa venire i brividi per la pochezza del suo gioco e una forma fisica quanto meno rivedibile. Ma vincere con la sicurezza e attraverso un modo di stare in campo esaltante assume doppio significato: Spalletti sembra aver costruito una squadra con la esse maiuscola al netto delle partenze di grandi giocatori, Koulibaly e Fabian Ruiz su tutti. Gli azzurri si muovono all’unisono, dando l’impressione non soltanto di poter sbloccare la partita da un momento all’altro ma, fattore fondamentale per chi gioca a calcio, mostrando una solidità difensiva che alzi la mano chi la sospettava soltanto un mese fa. Voto Napoli: 10, con lode.
Anche la Lazio ha vinto battendo la finalista della Conference 2021/22: Feyenoord dei primi trenta minuti assente, forse una delle più belle mezze ore giocate dai capitolini nelle ultime stagioni. Sarri, al contrario dell’anno passato, pare aver trovato il bandolo della matassa: Luis Alberto sugli scudi, Vecino passato dal ruolo di panchinaro perenne nell’Inter a protagonista assoluto in Europa, tanta corsa, tante sovrapposizioni, tanto sacrificio. Vero, è solo la prima. Vero, il buongiorno si vede (spesso) dal mattino. Voto Lazio: 8,5.
Se una delle due finaliste di Conference è stata piallata, sportivamente, dalla Lazio, l’altra, quella che la Conference l’ha vinta, la Roma, non ha fatto benissimo, eufemismo, in terra di Bulgaria. Mourinho sta attraversando un periodo non particolarmente fortunato, da quando gli è stato appioppato con un filo di temerarietà il ruolo di pretendente allo scudetto. Il Ludogorets, campione nazionale bulgaro da undici stagioni consecutive, è una buona squadra ma, con tutto il rispetto, facilmente alla portata dei giallorossi. Che sbagliano l’inimmaginabile, subiscono gol, pareggiano, sbagliano ancora fino al raddoppio avversario che chiude, di fatto, la sfida. Non bene, decisamente. Voto Roma: 5.
Sulla falsariga della Roma ecco la Fiorentina: che domina, si mangia occasioni su occasioni poi, sul più bello, subisce il gol dell’uno a uno. Capita, quando comandi le operazioni per ottanta minuti e vanifichi tutto con una serie di errori inspiegabili davanti alla porta avversaria. Pareggio immeritato quanto volete ma pur sempre pareggio. Voto ai Viola: 5,5.
E veniamo alle tre grandi del calcio italiano, quelle col maggior numero di titoli in bacheca. La Juventus ci capisce pochissimo a Parigi, rischia di affondare, torna in partita grazie alla perla, si fa per dire ovviamente, di Donnarumma dopodiché, vero, sembra cadere da un momento all’altro ma, altrettanto vero, va vicino al pareggio in più di una circostanza. In crescita. Voto a Madama: 5.
Infine le due milanesi, giunte all’intermezzo europeo con stati d’animo completamente diversi. Entrambe, ad ogni modo, accomunate da un mediocre primo turno. Male l’Inter non tanto per il risultato quanto per la non reattività, la noia di un gioco trito e ritrito, la condizione atletica a tratti imbarazzante rispetto all’avversario, che correva il doppio. Nerazzurri tra il male e il molto male, Inzaghi deve cambiare qualcosa altrimenti potrà rimettere il passaporto nel cassetto prima del previsto, con buona pace della tifoseria. Voto Inter: 4.
Nemmeno il Milan brilla. Parliamoci chiaro, rispetto totale per il Salisburgo pescato dalla terza fascia. Però i campioni d’Italia vanno a imporre il loro gioco, non aspettano l’avversaria col rischio concreto di farsi impallinare. Il Milan potrebbe anche vincere al minuto 94, palo di Leao, ma il resto della partita è un susseguirsi di palla tra i piedi degli austriaci che costruiscono molte situazioni pericolose. Anche Pioli e i suoi dovranno raddrizzare il tiro: la sconfitta inattesa del Chelsea rende tutto più complicato e i tre punti sarebbero serviti, eccome. Voto: 5.
Alla prossima.
Nato a Milano, giornalista, scrittore, speaker radiofonico ed opinionista televisivo, laureato in Marketing e Comunicazione d’Impresa.