Di Lapo De Carlo
Aggiornato: 15 Luglio 2022
Ci sono tre giocatori: Skriniar, Dybala e Bremer, tenuti da un filo di spago e uno di ferro dalla volontà e le necessità dell’Inter. Il PSG ha offerto una cifra per il difensore nerazzurro dalla quale non intende schiodarsi. L’Inter chiede 10 milioni in più e, anche se di mezzo c’è il club francese, non è una distanza tanto trascurabile.
Il braccio di ferro implica che l’Inter abbia necessità di vendere lo slovacco per velocizzare gli affari Bremer e Dybala.
Quello che accomuna l’opinione generale riguarda l’impossibilità di tenere Skriniar, prendendo Dybala e Bremer, verso il quale ci saranno altri incontri per chiudere, a prescindere, entro i prossimi cinque giorni.
È una versione che mette tutti d’accordo ma che non tiene conto di quanti abbagli si prendano quando non si hanno tutte le carte in mano.
Col debito che ha l’Inter è naturale immaginare una spesa più accorta, il modo in cui tutte le italiane si stanno muovendo testimonia che il problema non è solo nerazzurro. Sembra però che l’unica voce interpellata per parlare di ricavi sia sempre e solo quella della compravendita dei giocatori.
Se il PSG non si fosse interessata a Skriniar come avrebbe fatto l’Inter? Molti sostengono che in quel caso l’Inter avrebbe dovuto cedere uno tra Barella, Lautaro, Bastoni, oppure ad un prezzo più basso: Dumfries e De Vrij. Non è però l’Inter che “decide” di vendere un giocatore, ma il mercato e dunque l’offerta di un club.
All’Inter non sono arrivate offerte di 100 milioni per Lautaro, nemmeno di 70 per Barella. Per Bastoni c’era stato un approccio dall’Inghilterra ma è rimasto tale. Se il Manchester United fosse andato avanti oggi si parlerebbe anche di lui.
Il fatto che per Skriniar ci sia una cifra tanto elevata in ballo “costringe” la società a fare delle riflessioni ma non a sentirsi costretta a cederlo, come suggerisce la cronaca. Campos ha suggerito di andare dritti su Skriniar perché ha ancora un anno di contratto e non ha ancora rinnovato ma il legame tra lui e il club è fortissimo e se non ci fosse stata questa proposta allettante il rinnovo sarebbe arrivato quasi automaticamente, considerando che lo slovacco cura i suoi interessi direttamente, senza procuratori di mezzo.
L’altra strada arriva da cessioni “minori”, se vogliamo usare questo aggettivo per un trasferimento come quello di Pinamonti in cui ballano 18/20 milioni.
L’Inter un paio di giorni fa ha chiuso l’accordo con l’Uefa per un nuovo settlement agreement che le consenta di rientrare gradualmente nei parametri introdotti dall’Uefa entro la stagione sportiva 2025/2026.
I ricavi dallo stadio hanno raggiunto i 40 milioni, dalla Champions League sono arrivati più soldi (quasi 14 milioni) e una presenza continua nella più importante competizione europea permette di avere un potere contrattuale più forte con gli sponsor.
Tutto questo non basta, come non è sufficiente nemmeno vendere un Lukaku all’anno, ammesso che esista questa possibilità.
L’Inter probabilmente continuerà ad avere debiti a lungo, considerando che c’è anche uno stadio da costruire. Andrà avanti per qualche anno a estinguere il passivo ma riuscendo a restare competitiva.
È facile immaginare che nei prossimi giorni alla fine il PSG aumenterà l’offerta e Skriniar partirà ma non è così che i problemi verranno risolti. L’unico modo è quello di aumentare il market pool, mantenere alti i ricavi di stadio e sponsor, abbassando gli ingaggi. Questa è la strada che sta prendendo l’Inter ed è una scelta che non priverà ai tifosi di sognare.
Giornalista e direttore Radio Nerazzurra, opinionista a Sport Mediaset e TL, insegno comunicazione in Università e ad aziende. Ho un chihuahua come assistente e impartisco severe lezioni nella nobile arte del tennis ad amici e parenti.