Di Francesca Brienza
3 Dicembre 2021
“Soffrire e resistere, resistere e soffrire”: questo è senza dubbio il mantra che più si addice a tutto ciò che in questo momento gravita intorno alla Roma, indipendentemente dal fatto che si tratti dei tifosi o degli stessi protagonisti in campo. Assistendo alle partite dei giallorossi, infatti, aleggia troppo spesso la sensazione che per gioire si debba profondere uno sforzo doppio rispetto agli avversari. La Roma dello Special One, sino ad ora, ha conquistato solo 25 punti nelle prime 15 giornate di campionato; nelle ultime dieci stagioni di Serie A, compresa quella in corso, solo nel 2018/2019 ne aveva conquistati meno, ventuno, in un tale lasso di tempo.
Le sconfitte sono arrivate contro Milan, Lazio, Verona, Venezia, Juve e, naturalmente, mercoledì al Dall’Ara contro il Bologna. Battute d’arresto pesanti, che contribuiscono ad allontanare i giallorossi dal quarto posto, o che, quanto meno, rendono l’impresa sempre più complicata, soprattutto a fronte di una concorrenza agguerrita che, attualmente, consta di un nutrito drappello di inseguitrici raccolte in un fazzoletto di pochissimi punti. Cosa succede? Sicuramente la Roma non sta esprimendo un buon calcio, è pacifico.
Ma talvolta, anche per chi si trova nella posizione di dover tirare le fila e commentare un match, è veramente difficile non soffermarsi sui singoli episodi. Come il cartellino giallo sventolato davanti al volto di Abraham (arbitro Pairetto), “reo” di aver subito un’ostruzione dal rossoblù Svanberg. Di situazioni così paradossali, se ne ricordano davvero poche. Allo stesso modo, come non rimarcare la sistematica sequela di falli ed interventi ruvidi ai danni di Zaniolo, poco rispettato dagli avversari e ancora meno tutelato dagli arbitri?
Uno stillicidio su cui si è espresso anche Mourinho, visibilmente irritato per la conduzione di gara. Ai microfoni ufficiali della #ASRoma, il tecnico ha infatti dichiarato: “Vado contro i miei interessi, ma mi sento male per Zaniolo in relazione a tutto ciò che deve subire in ogni partita. Fossi in lui, penserei anche di lasciare la Serie A”. Poi ha tenuto a precisare: “Per quanto riguarda l’ammonizione che mi è stata inflitta, ho avuto un confronto con Pairetto nel post partita e non ho altro da aggiungere sulla questione“.
In riferimento all’imminente sfida contro l’Inter, Mou ha chiosato: “Per sabato dovremo inventarci la squadra, stanti le assenze di Abraham e Karsdorp.” Un vero peccato giungere a questa gara di cartello con una formazione rabberciata. Stavolta Mourinho dovrà essere davvero “Special” per confezionare una squadra in grado di insidiare i nerazzurri, in una partita storicamente tanto attesa.
Cosa vi viene in mente pensando a Roma e Inter che si affrontano? A me, in questo momento, riaffiora prepotente l’istantanea del chirurgico cucchiaio con cui Francesco Totti scavalcò Julio Cesar in un vibrante Inter-Roma dell’ottobre 2005. Un gesto balistico prodigioso, un autentico colpo di biliardo cui l’intero San Siro tributò uno scrosciante applauso, al quale si unì anche mister Mancini.
Sguazzando nell’amarcord dell’incontro, se ne trovano tante altre di prodezze. Ad esempio, la memorabile sforbiciata di Djorkaeff, nel 1997, da posizione impossibile. Direi che questi due goal spettacolari fotografino alla perfezione il valore della sfida che avrà luogo sabato all’Olimpico. Nel calcio nulla è scritto, ed è ben vero che in una partita tutto può succedere: non scordiamoci, tuttavia, che sull’esito di un incontro possono influire, e pure in maniera determinante, decisioni avventate prese nel turno precedente, il cui peso va oltre i canonici 90 minuti di gioco.
Conduttrice, giornalista televisiva e viaggiatrice. Di dichiarata fede romanista, da anni prendo parte a molti salotti televisivi che parlano di calcio per far valere anche le opinioni di chi é donna in un mondo apparentemente accessibile solo agli uomini. Vado dove mi porta il calcio e non solo.