Di Lapo De Carlo
2 Dicembre 2021
Fa un bell’effetto vedere l’Inter che gioca, vince e diverte. In tutti questi anni ci eravamo abituati, persino nell’era Mourinho, a vedere una squadra cinica e vincente, pratica ma anche discontinua (non con il portoghese in panchina naturalmente), esaltante ma solo nei grandi scontri o solo con le piccole.
Ad oggi, a quattro mesi dall’inizio del Campionato c’è una nuova versione, inedita dell’Inter, tanto sicura quanto divertente. C’è una parte di stampa e opinionisti che ancora giudicano l’Inter con il sussiego di chi ha negli occhi il passato che gli appanna il presente, vedi Arrigo Sacchi. L’Inter attacca, diverte e si diverte ma è evidente che la discriminante per giudicare al netto l’operato di Inzaghi sarà la conquista di un titolo.
Il fatto che il Napoli abbia perso due punti sul campo del Sassuolo e che il Milan, prima di Genova, abbia perso 6 punti rispetto all’Inter invita ad un generale ottimismo. C’è anche l’Atalanta che sembra matura per fare il grande salto nella storia, con la possibilità di vincere lo scudetto. Sono queste quattro squadre a potersi contendere la vittoria e per questo oggi pareggiare se non addirittura perdere contro avversari apparentemente non insormontabili porta a conclusioni al ribasso e una schizofrenia nei giudizi.
Fino a tre settimane fa Milan e Napoli facevano campionato a sé, oggi che sono tutte vicine il borsino dei favoriti è andato in tilt.
Sabato l’Inter scende di nuovo in campo contro la Roma e il pareggio non sarebbe nemmeno un brutto risultato, considerando il valore dei giallorossi, ma oggi l’Inter ha il dovere di sentirsi più forte e dimostrarlo, specie in un campo dove l’Inter ha quasi inspiegabilmente perso l’unica partita della stagione contro la Lazio. I giallorossi hanno caratteristiche diverse ma hanno un valore complessivo persino superiore, eppure gli mancheranno diversi giocatori, a partire da Abraham, ammonito in modo surreale dall’arbitro Pairetto, peggiore in campo in Bologna-Roma. Anche Karsdorp non sarà della partita, come El Shaarawy.
L’Inter invece deve ancora fare a meno di de Vrij, Ranocchia e Darmian, attendendo di conoscere l’esito degli esami su Vidal che ha preso una botta nella gara contro lo Spezia.
Ritrovare Mourinho fa effetto: anche se in tutti questi anni abbiamo familiarizzato a lungo e metabolizzato l’idea che fosse un professionista di tante panchine, vederselo contro in un’altra squadra diversa in Italia, fa un altro sapore. Chi ha visto la partita di Bologna sa che la Roma non meritava di perdere e che il lavoro del tecnico portoghese non può essere circoscritto alla sola stagione attuale. C’è bisogno di un lavoro dalle fondamenta che Mou è in grado di organizzare perfettamente e con una rosa più competitiva di quella attuale. È però vero che l’Inter si troverà di fronte ad una squadra con giocatori di talento, esperienza ed altri in evidente difficoltà. Rispetto al 16 ottobre, quando l’Inter si trovò a condurre una buonissima partita giocata meglio all’Olimpico e sfuggita di mano, forse anche a causa di un modello di gioco che gli uomini di Inzaghi stavano ancora metabolizzando.
Oggi il tecnico italiano ha creato un Inter 4.2 aggiornandola con coraggio e organizzandola in modo tale da creare un processo di “inzaghizzazione” che sta iniziando faticosamente ad essere compreso e valutato per quello che è: un gioco utile e bello da vedere.
Per tanti, troppi anni ci siamo sentiti ripetere che non era possibile essere belli e pratici nello stesso tempo, infatti l’Inter sbaglia numerose palle gol ma è anche quella che ha il miglior attacco in serie A.
L’auspicio è che il nuovo modello venga accompagnato da una vittoria che lo consacri, per potersi finalmente dedicare ad un sistema che non debba più convincere ma semplicemente esser goduto. Già a partire da Roma.
Giornalista e direttore Radio Nerazzurra, opinionista a Sport Mediaset e TL, insegno comunicazione in Università e ad aziende. Ho un chihuahua come assistente e impartisco severe lezioni nella nobile arte del tennis ad amici e parenti.