Di Massimo Zampini
22 Luglio 2021
Se si aspetta con impazienza un inutile Cesena-Juve, zeppo di giovani e praticamente senza titolari, vuol dire che la situazione è un punto di non ritorno: quel micidiale mix tra astinenza da partite dei bianconeri e totale assenza di notizie, acquisti, cessioni, dichiarazioni, rinnovi, insomma questa attesa ormai infinita che accada qualcosa di rimarchevole ha prodotto una voglia quasi insana di vedere in campo la prima Juve dell’Allegri bis.
Cesena, Monza, l’orario ufficiale della prima di campionato: piccoli ma fondamentali segnali di ritorno in campo e per ora ce li facciamo bastare, anche perché lunedì dovrebbe tornare Ronaldo, piano piano rientrano tutti e lì si ricomincia a fare sul serio.
Questo momento di stand by può dunque essere utile per provare a elencare un po’ di nostri comportamenti e divisioni che ritengo in qualche modo dannosi se reiterati durante la stagione, visto che talvolta siamo riusciti nell’impresa epica di non goderci appieno quanto combinato in questi anni.
Primo esempio, così ci colleghiamo subito con l’attesissimo big match di Cesena: Paulo Dybala da un po’ di tempo inspiegabilmente divide il popolo bianconero tra suoi tifosi accaniti, che in alcune occasioni sembrano quasi metterlo davanti alla squadra, e ancora più incomprensibili detrattori pronti ad attaccarlo per qualunque frase o comportamento. Nella sola giornata di ieri abbiamo, ahimè, visto all’opera entrambe le fazioni. La mattina è stato il turno dei primi, quando Paulo posta una foto che tocca le nostre corde, accanto a Del Piero, chiamandolo Capitano, e allora ecco l’occasione per sottolineare che “lui sì è un vero juventino, più di tanti suoi compagni” e così via. Nel pomeriggio purtroppo c’è spazio per la seconda fazione, quando arriva la notizia di un affaticamento muscolare, normalissimo in fase di preparazione e decisamente non preoccupante: quale migliore occasione per farsi scappare una battuta caustica su Dybala sempre infortunato, “ecco, cominciamo bene” e altri inutili commenti di questo tipo. Paulo è un campione della Juventus, ha fatto cento gol con noi, vinto una marea di titoli da protagonista: se rinnova e resta, come ci auguriamo, va sostenuto senza se e senza ma, esattamente come tutti gli altri (che vuol dire non di meno ma anche non di più). Mi pare elementare, no?
Apparentemente sì, eppure un discorso in qualche modo analogo sta riguardando Szczesny, protagonista di ottime stagioni con la Juve in cui è riuscito a non farci pensare costantemente al ruolo del portiere, rimasto orfano del numero uno dei numeri uno: un’impresa leggendaria, peraltro accompagnata dalla conquista di diversi trofei di squadra e prestazioni individuali eccellenti. Un calo di forma dal match contro il Porto in poi (ma non sbaglia certo solo lui, tra gentili regali a due metri dalla porta e barriere un po’ allegre) ed eccoci pronti a etichettare anche lui come non all’altezza, a scatenarci al primo errore perché, ecco l’altro problema parallelo, “abbiamo fatto una follia a lasciare Donnarumma”: ecco, speriamo di non vivere una stagione con sottolineature dense di rimpianto o rancore ogni volta che Gigio farà qualche super parata (e gli capiterà) o Wojciech non sarà esattamente impeccabile (e capiterà, nel corso della stagione).
Lo stesso vale per le aspettative stagionali: dopo un torneo finito a 15 punti dai vincitori, praticamente mai in lotta per lo scudetto, ho l’ impressione che tanti di noi pensino già che con il ritorno di Allegri il ritorno al titolo sia così fatta. Solo due anni dopo aver contestato il tecnico dopo un campionato vinto a marzo (“vabbè lo scudetto, ma la Champions?”) e avere tentato non indimenticabili – pur se vincenti – strade diverse, non vorrei fossimo già tornati al punto di partenza, con il tricolore dato per scontato quando rivincerlo sarebbe una grande impresa, decisamente complicata (l’Inter campione, certo, ma anche la super Atalanta sempre in crescita, il Milan tornato squadra vera, Napoli e Roma con allenatori ambiziosi…).
Era solo un auspicio, niente di serio: colpa della noia di questi giorni, che mi induce a immaginare che tipo di stagione sogno, più sana e meno tossica, almeno tra noi tifosi, visto che fuori il clima lo conosciamo già.
Ora, però, torniamo alle cose importanti: testa a Cesena. Mancano solo due giorni, l’astinenza sta per finire.
Autore di 4 libri, praticamente identici, cambiando solo il titolo e i nomi dei protagonisti: finale sempre uguale. Blogger e opinionista tv. La frase che mi sono sentito dire di più in vita mia? "Ma come fai a essere di Roma e a tifare per la Juve?"