Di Lapo De Carlo
Aggiornato: 17 Giugno 2021
Vi dico subito che l’inizio di questo articolo agli ottimisti non piacerà.
Sembra comunque che la parola “ridimensionamento” non voglia ancora essere pronunciata.
L’ostinazione più che comprensibile con la quale i tifosi dell’Inter stanno maneggiando con cura i fatti successivi alla conquista dello scudetto, porta a rendere inaccettabile la seconda distruzione di un ciclo in undici anni.
Dopo il 2010 però l’Inter aveva vinto tutto e per quattro anni era rimasta al vertice, in questo caso invece la sensazione di poter contare è stata prima assaporata con l’arrivo di Conte, il secondo posto e la finale di Europa League, per poi finalmente rivedere l’Inter campione l’anno successivo.
Nell’arco di un amen però tutte le avvisaglie di una proprietà piena di problemi sono diventate solide ed in poche settimane il progetto di un Inter dalla grandeur smisurata, attraverso le parole di un presidente giovane e ambizioso, è diventato un percorso a ostacoli per salvare il club dai debiti, chiedendo un prestito importante ad un fondo e cercando di non demolire totalmente il progetto. Tempo pochi giorni e Conte se ne è andato rimediando pure una buona uscita.
Un fatto non ancora spiegabile se non attraverso una clausola contrattuale suicida per il club. A seguire Lautaro Martinez, dopo aver cambiato i procuratori, ha rilasciato interviste nelle quali ha dichiarato disinvoltamente di voler restare in nerazzurro, questo mentre faceva fare il lavoro del poliziotto cattivo al nuovo procuratore Alejandro Camano che nel frattempo ha rifiutato il rinnovo contrattuale. Legittimo se le cifre non lo soddisfano, ma più palese che Lautaro abbia sempre considerato l’Inter un club di passaggio, prima di approdare al Barcellona o qualcosa di simile.
Lo stesso Camano ha annunciato che a breve Hakimi lascerà l’Inter ma è una scelta non del tutto comprensibile. Prima di tutto perché la necessità di fare cassa con quei benedetti 80 milioni è stata sbandierata al punto da far perdere il minimo potere contrattuale che poteva permettere a Marotta di trattare con PSG e Chelsea alzando il prezzo, poi perché i problemi economici sempre più acclarati di Suning stanno comunque elevando il coefficiente di difficoltà, persino nelle trattative minori.
Ci si è messa pure la colossale sfortuna che ha colpito Eriksen, al quale verrà applicato un defibrillatore, più o meno come Blind, giocatore attualmente in attività, e conseguentemente anche l’Inter che rischia seriamente di perdere uno dei centrocampisti più forti d’Europa, visto che in Italia non gli verrebbe data l’autorizzazione di giocare a prescindere.
Ashley Young è ad un passo dall’Aston Villa, mentre Ranocchia resterà con uno stipendio ridotto e ora vanno valutate le situazioni di Vidal, il quale sta persistentemente giocando sotto il suo livello anche in Copa America, così come le condizioni di Sensi con il quale si deve fare un lavoro fisico importante durante l’estate, specie ora che non ci sarà più il danese, infine comprendere quanto sarà possibile spendere per mantenere la squadra ad un livello alto.
Nella sfortuna delle circostanze va detto che l’Inter parte da un livello molto alto.
Se avesse dovuto fare cassa con la squadra di quattro anni prima e avesse cercato di migliorare la sua competitività, sarebbe stato un problema ancora più grande.
Aggiungiamo che se da una parte perde Conte, Eriksen, Hakimi e vedremo se anche Lautaro, dall’altra il panorama calcistico italiano non sta molto meglio.
Ad oggi l’Inter perde molto ma non abbastanza da depotenziarla per la lotta alla Champions (qualcuno pensa anche per lo scudetto). I nomi di chi arriverà sono stati spesi in termini di eventualità ma non può ancora esserci niente di concreto fino al 30 giugno.
Va trovato anche il main sponsor e firmato il contratto per lo stadio con il Comune, un atto che sbloccherebbe diverse situazioni positive per il club in termini di prospettiva.
L’obiettivo è quello di uscire da questi interminabili anni di tempeste societarie e articoli dai contenuti plumbei e minacciosi che la gente detesta. Ci vorrà tempo ma almeno c’è Marotta ed è la vera e unica garanzia per il futuro.
Giornalista e direttore Radio Nerazzurra, opinionista a Sport Mediaset e TL, insegno comunicazione in Università e ad aziende. Ho un chihuahua come assistente e impartisco severe lezioni nella nobile arte del tennis ad amici e parenti.