Di Massimo Zampini
9 Giugno 2021
Vi devo degli aggiornamenti, mettetevi comodi. La settimana scorsa abbiamo disquisito dei maggiori problemi del paese: un candidato sindaco di Napoli tifoso della Juventus, gli audio di una partita di tre anni fa, qualche battuta poco riuscita qua e là, una squalifica certa dalla Champions dei bianconeri.
Ebbene, gli ultimi giorni non ci hanno deluso: abbiamo sviluppi su diversi temi e anche qualche succosa novità.
Partiamo dalla corsa alla carica di sindaco partenopeo: Repubblica ci informa che “Napoli è allo stremo, ma la campagna elettorale si apre sulla Juventus”. Il candidato della parte avversa ha infatti giustamente calcato la mano su questo grave motivo di ineleggibilità, affermando con quel gustoso mix di sapienza e ironia che “mi dispiace per lui, avrà avuto come me un’infanzia difficile. Solo che la mia infanzia difficile poi l’ha risolta mio padre, portandomi a vedere Maradona e lui invece ha fatto un’altra scelta. A me le cose facili non sono mai piaciute”. Insomma, l’ottimo Catello Maresca, che ama le cose difficili, ha scelto di tifare ai tempi di Maradona: solidarietà per la scelta coraggiosa di sostenere uno dei peggiori Napoli della storia. In ogni caso, fa ben sperare che finalmente in campagna elettorale si discuta dei reali problemi della città e non di quisquilie.
Non possiamo stare un attimo tranquilli: ritrovato un audio (quello del giallo mancato a Pjanic), se ne è subito perso un altro. Le Iene annunciano a gran voce la sparizione del dialogo sull’espulsione di Vecino (per un marziano eventualmente alle prese con questa lettura: si parla sempre di una partita di tre anni fa, sì), dimenticandosi di averlo già prodotto in precedenza proprio loro e citando una serie di giornalisti imparziali che avrebbero espresso la loro solidarietà nei confronti del programma. Alla fine, se ci pensiamo bene, è giusto così: i tifosi avversari aggrappati alle Iene e ai soliti noti, e noi dall’altra parte.
Tutto, non posso negarlo, sta andando perfino oltre i miei più audaci desideri.
Intanto la Corte di Giustizia ha reso noto che si occuperà della querelle Uefa-Superlega ed è arrivata una notifica dalla Svizzera all’ottimo Ceferin e compagni tesa a impedire alle istituzioni del calcio europeo di squalificare Juve, Real e Barcellona: presto arriveranno comunque le sanzioni e si presume che saranno molto dure. Che farà a quel punto il Tas? Concederà ai tre club la sospensione dell’eventuale squalifica, come appare probabile, oppure considererà vincolante il parere dell’anziana signora raccolto passeggiando in un villaggio sloveno. Staremo a vedere.
Calma, però, perché sono già passati sette giorni dall’ultimo articolo e siamo tornati in prima pagina per questioni giudiziarie: Allegri scommette e gioca al Casinò, Ronaldo ritira parecchi soldi. Da avvocato dovrei essere più cauto, ma direi che con queste due clamorose notizie ci sono già tutti gli elementi per una dura condanna, giuridica e morale.
Così, mentre siamo contornati da questa desolazione, da questa ossessione che cresce anche in un anno senza scudetto, qualcosa di bello è successo comunque, con il saluto a un altro eroe di questi dieci anni incredibili, Fabio Paratici, che non riesce a parlare per l’emozione, mentre Agnelli ricorda a tutti che certo, sono stati commessi degli errori, ma che si potrebbe firmare per sbagliare così ogni dieci anni, vincendo comunque due trofei.
Ora c’è da migliorare la squadra, puntellare la società, riuscire a vendere gli esuberi, insomma tanto lavoro da fare per tornare a dominare in Italia: non sarà facile e magari ci vorrà un po’.
E ovviamente il presidente si riferiva a chi dall’esterno sminuisce ogni successo bianconero, paventando fallimenti e flop ovunque, anche negli anni dei nove scudetti. O magari anche a noi, che non sempre ci siamo goduti tutto nel modo giusto.
Ma guardo Paratici commosso, ascolto Agnelli, rileggo tutto il contorno che descriviamo qui ogni settimana e penso che non sapete cosa darei, per rivivere davvero altri dieci anni così.
Autore di 4 libri, praticamente identici, cambiando solo il titolo e i nomi dei protagonisti: finale sempre uguale. Blogger e opinionista tv. La frase che mi sono sentito dire di più in vita mia? "Ma come fai a essere di Roma e a tifare per la Juve?"