Inizieranno venerdì, dopo un anno di attesa causa pandemia, gli Europei di calcio inizialmente in programma a giugno-luglio 2020. Per la prima volta, il torneo continentale non avrà una sede fissa, ma si giocherà in 11 nazioni e in altrettanti stadi diversi. Roma, come sappiamo, è una delle città scelte, e proprio all’Olimpico ci sarà la partita inaugurale tra Italia e Turchia, l’11 giugno alle 21. La final four, con semifinali e finali, si giocherà invece a Wembley, l’impianto più utilizzato e nel quale verranno disputate ben 8 gare.

Gli Azzurri sono inseriti nel gruppo A, insieme a Svizzera, Galles e proprio Turchia. Senza girarci troppo intorno, la Nazionale di Roberto Mancini è la favorita per la vittoria del raggruppamento, perché oltre ad essere quella col ranking più alto (settimo posto Fifa), sembra presentarsi alla manifestazione in un buon stato di forma e ha il suo punto di forza nel collettivo dove spiccano poi importanti individualità. Dietro c’è la Svizzera, tredicesima nel ranking mondiale e magari priva di giocatori di talento assoluto, ma comunque una nazionale solida e ormai abituata a giocare a certi livelli.

Da non sottovalutare la Turchia, che viene sì dalla retrocessione in Serie C della Nations League, ma è approdata agli Europei da seconda dietro la Francia (con una vittoria e un pareggio negli scontri diretti) e ha cominciato bene le gare di qualificazioni ai Mondiali del 2022. Indietro rispetto alle altre tre il Galles, semifinalista nell’ultima edizione, la cui punta di diamante è Gareth Bale: Robert Page, che ha preso il posto di Ryan Giggs in panchina, non ha a disposizione tantissimo talento, ma ha una nazionale giovane e motivata.

Italia, la forza del gruppo di Mancini

Dopo la grande delusione della mancata partecipazione ai Mondiali di Russia 2018, Roberto Mancini – nel frattempo subentrato a Giampiero Ventura – ha avuto il complicatissimo compito di ricostruire un gruppo a pezzi, privo di un’identità e di vere stelle. Al momento, la missione dell’ex tecnico di Inter e City pare riuscita: è vero, questo sarà il primo torneo importante a cui la sua nazionale partecipa, ma le premesse sono buone: 10 vittorie su 10 nelle gare di qualificazione, due su due in quelle per Qatar2022 e una striscia di risultati utili che dura da 27 partite. Inoltre, la Nazionale è arrivata alle Final Four di Nations League, vincendo un girone in cui era presente anche l’Olanda.

Pur non avendo una vera e propria “stella”, Mancini è riuscito a plasmare un gruppo che fa proprio dell’unità e di un’identità tattica ben precisa il suo punto di forza: si parte dal 4-3-3, modulo imprescindibile, in cui ai giocatori esperti (dalla coppia di centrali Bonucci-Chiellini a Verratti, da Alessandro Florenzi a Lorenzo Insigne) si sono aggiunti giovani di qualità che si sono inseriti perfettamente nelle dinamiche azzurre. I giovani in cui riporre le speranze maggiori, probabilmente, sono Nicolò Barella e Federico Chiesa: il primo, in due anni all’Inter, ha compiuto definitivamente il salto da giovane promessa a leader – e punto fermo – dei nerazzurri; il secondo, nella non esaltante stagione della Juventus, è stato comunque il giocatore più positivo dei bianconeri e ha vissuto senza troppe preoccupazioni il salto dalla Fiorentina a una big, dimostrando di valere i soldi spesi dai bianconeri per il suo cartellino.

Il reparto in cui la Nazionale sembra più solida è il centrocampo: il terzetto titolare è quello composto da Jorginho, Verratti e Barella, con i primi due “doppi play” a dettare i ritmi, ma anche le ipotetiche riserve sembrano poter reggere bene il peso della maglia azzurra. Manuel Locatelli è stato tra i migliori registi del campionato, e non a caso si parla di lui come di un prossimo rinforzo della Juventus. Matteo Pessina, dopo una grande stagione al Verona, si è confermato nell’Atalanta di Gasperini, diventando di fatto la vera novità di questa stagione dei bergamaschi e migliorando sensibilmente il suo gioco. Se a Bergamo la partenza del Papu Gomez non ha lasciato particolari tracce, è anche merito suo.

Dove invece la squadra di Mancini sembra avere più difficoltà è l’attacco, perché manca un vero bomber. Non si direbbe, visto che Ciro Immobile e Andrea Belotti finiscono ogni anno in doppia cifra (il primo, in cinque anni alla Lazio, ha segnato complessivamente 150 gol; il secondo, in sei stagioni al Torino, ne ha fatti 105), ma in Nazionale i due faticano più del previsto a trovare la via della rete. Immobile, il giocatore con più reti in azzurro a disposizione di Mancini, ne ha segnate appena 13 in 46 partite, Belotti è fermo a 12 in 33. Il ct ha annunciato che tra i due, supportati da Chiesa (o Berardi) e Insigne, ci sarà una probabile staffetta, con Giacomo Raspadori pronto a scalare le gerarchie. L’attaccante del Sassuolo è la sorpresa di questo Europeo: appena 12 i minuti giocati in Nazionale finora, nell’ultima amichevole disputata contro la Repubblica Ceca,  ma tanta fiducia da parte di tutto l’ambiente.

Formazione tipo dell’Italia (4-3-3): Donnarumma; Florenzi, Bonucci, Chiellini, Spinazzola; Barella, Jorginho, Verratti; Chiesa (Berardi), Immobile, Insigne.

Svizzera, solidità e organizzazione senza picchi di talento

Dal 2014 l’allenatore della Svizzera è Vladimir Petkovic, vecchia conoscenza della nostra Serie A per aver allenato, tra il 2012 e l’inizio del 2014, la Lazio, portandola a vincere una Coppa Italia nel derby contro la Roma. In questi sette anni il lavoro del ct è stato buono, visto che la Svizzera ha raggiunto le semifinali di Nations League ed è stata a un passo dai quarti nel Mondiale di Russia. Negli anni, poi, la squadra è risalita pian piano nel ranking Fifa, raggiungendo il tredicesimo posto. Col bosniaco (naturalizzato elvetico) in panchina i biancorossi hanno sempre passato il girone, non andando però mai oltre gli ottavi di finale.

Non ci sono talenti particolarmente puri in rosa, ma la qualità complessiva della squadra è abbastanza buona. Come nel caso dell’Italia, la vera forza della Svizzera è il gruppo: non è facile fargli gol e non sono così prevedibili in ripartenza. Inoltre c’è anche qualche buona individualità nella rosa elvetica: dal capitano Granit Xhaka, per sua sfortuna capitato nell’Arsenal peggiore degli ultimi 20 anni, all’ex Inter – e riserva del Liverpool – Xherdan Shaqiri, che magari non sarà ai livelli visti con Basilea e Bayern Monaco, ma è sempre un giocatore da tenere d’occhio.

La sorpresa, nonostante qualche problema fisico di troppo ne abbia condizionato l’ultima stagione, potrebbe essere Denis Zakaria, centrocampista – all’occorrenza difensore – del Borussia Moenchengladbach. Con i tedeschi è diventato un punto fermo in pochissimo tempo, in nazionale ha esordito a 20 anni e ha già più di 30 presenze. E occhio anche a una vecchia conoscenza delle nostre parti, Haris Seferovic. In Italia non ha impressionato particolarmente con le maglie di Fiorentina, Lecce e Novara, ma ha avuto esperienze all’estero abbastanza importanti: da quattro anni veste la maglia del Benfica, con cui ha vinto un campionato e due Supercoppe, e con cui ha segnato già 54 gol (14 nell’ultima stagione).

La difesa forse è il punto debole della squadra, e soprattutto lo è il portiere Sommer, che nelle ultime uscite ha lasciato parecchio a desiderare. Pur di non fagli da secondo, Roman Burki del Borussia Dortmund ha rifiutato la convocazione.

Formazione tipo della Svizzera (3-4-1-2): Sommer; Elvedi, Akanji, Schar; E. Fernandes, Freuler (Zakaria), Xhaka, Rodriguez; Shaqiri; Embolo, Seferovic.

Turchia, giovani e talentuosi

La squadra turca è arrivata a questo Europeo con le unghie e con i denti, strappando un meritatissimo secondo posto nello stesso girone di qualificazione della Francia. Non solo: negli scontri diretti, la Turchia ha vinto in casa e pareggiato al Parco dei Principi, finendo a soli due punti dai campioni del Mondo e rimanendo, ad oggi, l’ultima nazionale ad aver battuto i francesi in gare ufficiali. Nel 2019 è tornato in panchina Senol Gunes, uno degli allenatori più importanti nel calcio turco: fu lui, nel 2002, a portare la Mezzaluna al terzo posto ai Mondiali di Corea e Giappone, il punto più alto nella storia della nazionale.

La Turchia ha anche cominciato bene il cammino verso Qatar2022, con un netto 4-2 rifilato all’Olanda. Ma il 2020 non è stato complessivamente un granché, perché la squadra è retrocessa nella terza divisione della Nations League. La squadra è tosta e difficile da affrontare, e ha le individualità più importanti dal centrocampo in su: il 4-2-3-1, all’occorrenza 4-1-4-1, esalta le qualità di Calhanoglu e Yazici e il killer instinct del bomber Burak Yilmaz, tornato a segnare tanto nell’ultima stagione con il Lille, col quale ha vinto la Ligue1.

I punti di forza della Turchia li abbiamo praticamente già detti: il trequartista del Milan, Hakan Calhanoglu, ha finalmente disputato una stagione ad alti livelli, come ci si aspettava da lui da tempo, anche se rimane ancora un’incognita il suo futuro in rossonero. Yazici, forse il prospetto più interessante, viene da una grande annata sempre con il Lille, ed è entrato prepotentemente nelle cronache italiane per la tripletta messa a segno a San Siro, proprio contro il Milan, in Europa League. E Yilmaz, attaccante di culto diventato famoso soprattutto col Galatasaray (ma ha giocato anche per Fenerbahce e Besiktas), con i suoi 14 gol in campionato ha riportato la squadra del nord della Francia ha vincere nuovamente un campionato dopo 10 anni.

Anche la difesa ha le sue buone individualità, dalla coppia di centrali Demiral-Soyuncu, in forza a Juventus e Leicester, alla loro riserva Kabak, del Liverpool ma esploso con lo Schalke 04. Sempre nel reparto arretrato ci sono due del Sassuolo: Kaan Ayhan e Mert Muldur.

Formazione tipo della Turchia (4-2-3-1): Cakir; Celik, Söyüncü, Demiral, Meras; Yokuslu, Tufan; Karaman, Calhanoglu, Yazici; Yilmaz.

Galles, l’outsider del gruppo?

Probabilmente la squadra meno forte del girone, ma guai a sottovalutarla. Nell’ultimo Europeo, quello di Francia 2016, la selezione gallese sorprese tutti, arrivando fino alle semifinali (poi eliminata dal Portogallo campione). Quest’anno probabilmente il percorso sarà un po’ più complicato. Senza il commissario tecnico Ryan Giggs, sotto processo perché accusato di violenza domestica nei confronti della compagna, la nazionale è stata presa in carico dal suo vice, Robert Page.

A questi Europei ci è arrivata da seconda nel gruppo E (vinto dalla Croazia) sotto la guida di Giggs, mentre Page ha iniziato il cammino verso Qatar2022 con una sconfitta (Belgio) e una vittoria (Repubblica Ceca). Se l’ex stella del Manchester United ha mandato i suoi in campo soprattutto con un 4-2-3-1, il neo ct ha optato per un più abbottonato 3-4-2-1, che si trasforma in 5-3-2 in fase di non possesso.

Come cinque anni fa, i giocatori più forti e rappresentativi sono loro due, Gareth Bale e Aaron Ramsey. Rispetto al 2016 però di cose ne sono cambiate, eccome. Bale è passato dall’essere uno dei più forti esterni al mondo a un peso per il Real Madrid, che non a caso l’anno scorso se ne è liberato, seppur in prestito, consentendogli di tornare al Tottenham. Eppure, a Londra Bale si è visto solo a sprazzi: 11 gol in appena 20 partite in Premier League, senza però dare l’impressione di poter tornare davvero ai suoi livelli, tanto che negli ultimi giorni gira addirittura voce di un suo possibile ritiro dopo gli Europei. Ramsey, passato nel frattempo dall’Arsenal al bianconero, ha alternato buone prestazioni (poche) a lunghi periodi di stop per problemi fisici. Non una novità, considerati i suoi anni all’Emirates.

Quella gallese è una delle nazionali più giovani del torneo e una delle sorprese potrebbe essere rappresentata da Harry Wilson, 24enne attaccante di proprietà del Liverpool. Nell’ultima stagione è stato in prestito al Cardiff, con cui ha segnato 7 gol in 37 partite. Sarà lui il riferimento offensivo della squadra.

Formazione tipo del Galles (3-4-2-1): Ward; Rodon, Lawrence, Mepham; Roberts, Morrell, Ampadu, Williams; Bale, James; Wilson.

Il calendario del gruppo A

Venerdì 11 giugno

Ore 21:00 – Turchia-Italia (Roma)

Sabato 12

Ore 15:00 – Galles-Svizzera (Baku)

Mercoledì 16

Ore 18:00 – Turchia-Galles (Baku)

Ore 21:00 – Italia-Svizzera (Roma)

Domenica 20, ore 18

Italia-Galles (Roma)

Svizzera-Turchia (Baku)