Di Lapo De Carlo
13 Maggio 2021
“Sì ma si parla solo dell’Inter!”
È il mantra spazientito dei tifosi dell’Inter di fronte al tambureggiamento quotidiano legato alle sorti della società.
Il motivo di questa situazione è legato a questioni tecniche, logiche ma anche speculative e percettive.
Andiamo per ordine.
L’Inter, che ha vinto ancora, contro una Roma tutt’altro che arrendevole, ha conquistato con largo anticipo lo scudetto e questo ha dirottato la concentrazione del club su tutte le grane irrisolte in questi mesi.
Si parlerà anche delle altre e dei problemi che devono affrontare con la crisi economica e il modello di business del calcio ormai insostenibile, ma intanto la prima per cui ci sono più motivi è l’Inter.
L’assenza di Steven Zhang è stata eccessivamente lunga, la Superlega un fallimento che ha portato ulteriori conseguenze su tutti e, nel caso dell’Inter, ha contribuito a rinviare ulteriormente la soluzione di problemi che la creazione di quella nuova competizione sembrava aver parzialmente risolto.
Il fatto che Juve, Milan, Napoli, Roma siano impegnate nella lotta Champions implica che gli articoli si concentrino sicuramente più sull’aspetto agonistico che su quello societario.
L’Inter è la prima squadra ad aver chiuso la stagione da un punto di vista formale e ha tutti i giocatori presenti, con i procuratori che spifferano il loro malcontento, si sfogano con i giornalisti e rivelano confidenze che usano strumentalmente per mettere ulteriore pressione alla società.
Due giorni dopo la vittoria dello scudetto hanno parlato tutti i vertici societari e non hanno nascosto i problemi e nemmeno la criticità, ma hanno anche parlato di ottimismo per la soluzione, confidando che i giocatori e tutte le persone che lavorano per il club accettino le condizioni che vengono proposte.
Se così non fosse si dovrebbe attuare un nuovo piano.
Il silenzio di Conte è un altro propellente che accende i titoli e fa parlare, se poi si crea uno screzio tra il tecnico e Lautaro per la brutta partita dell’argentino, una sostituzione culminata con un calcio alla borsa e una frase poco carina rivolta al giocatore, è chiaro che se ne parli, come è evidente che se Lukaku per il suo compleanno fa una festa insieme ad altri tre compagni di squadra, non rispettando le norme anti-Covid, venga multato e si riporti la notizia.
Il dato di fatto è che l’Inter è una delle squadre più importanti d’Italia, è seguita in tutto il mondo e l’informazione vende solo se esaspera i toni. Il problema è che agli interisti non stanno facendo godere questo scudetto e sembra che la cosa sia voluta, cercata e in parte riuscita.
Si parla dello scudetto come fosse una cosa normale e i tifosi vengono persino sgridati per aver festeggiato in piazza, mentre altre piazze come Salerno, Perugia, Como in piazza per le promozioni non vengono biasimate con la stessa acidità.
È chiaro che da una parte c’è la percezione corretta che l’Inter venga attaccata in particolare da alcuni giornali, i quali oltre a riportare i fatti li condisce con illazioni e toni particolarmente aggressivi. Dall’altra questa vivacità c’è in parte anche verso altre squadre come il Milan e la Juventus, verso le quali c’è però sempre la netta sensazione che se da una parte vengono attaccate, dall’altra le notizie vengano ammansite, grazie ad una stampa amica.
Il “percettometro” degli interisti è sempre acceso e l’unico rischio è che il fondamento di questo contesto così ostile si mischi anche ad una paranoia, proprio perché l’informazione dà il pretesto per sentirsi accerchiati più che mai.
Da parte di qualcuno c’è correttezza, da parte di altri molto meno, si tratta di distinguere chi fa una corretta informazione, che non significa attaccare un club e nemmeno difenderlo.
Giornalista e direttore Radio Nerazzurra, opinionista a Sport Mediaset e TL, insegno comunicazione in Università e ad aziende. Ho un chihuahua come assistente e impartisco severe lezioni nella nobile arte del tennis ad amici e parenti.