Di Chiamarsi Bomber
25 Novembre 2020
“La mamma è sempre la mamma”, recita una frase abusatissima nel linguaggio di tutti i giorni. Tornare a casa, dalla mamma appunto, è un’azione romantica e al tempo stesso difficile da compiere. Un discorso che vale anche per i calciatori, ai quali spesso è balenata in mente l’assurda idea di fare ritorno ai club delle loro origini, o in quelli in cui hanno scritto un importante pezzo della loro carriera calcistica. Scelte romantiche, appunto, scelte di vita, scelte in grado di mandare in visibilio i tifosi nel vedere i propri idoli varcare ancora una volta la soglia dello stadio di casa. Scelte che hanno fatto la storia. Da Ibrahimovic a Di Canio, da Cassano a Drogba, ecco alcune storie di grandi ritorni calcistici.
Ibrahimovic al Milan
Era il 28 Agosto 2010 quando Zlatan Ibrahimovic fece il suo primo ingresso a Milanello, arrivato dal Barcellona in prestito, dopo una stagione in blaugrana tutt’altro che sopra le righe. Non era la prima volta a Milano per lo svedese, già passato dalla sponda nerazzurra della città per ben tre stagioni, dopo la retrocessione della Juventus in Serie B per le note vicende di Calciopoli. L’esordio in rossonero è da brividi, con Ibra che sbaglia un calcio di rigore contro il Cesena. Ma è solo un piccolo intoppo in un biennio da trascinatore: grazie ai suoi goal il Milan riesce infatti a vincere lo Scudetto 2010/2011, l’ottavo titolo nazionale consecutivo per l’attaccante di Malmo. La stagione successiva sotto il profilo personale è ancora migliore: 28 goal in Serie A e titolo di capocannoniere in tasca, il secondo dopo quello ottenuto nel 2009 con la maglia dell’Inter. Niente Scudetto però, finito nelle mani della Juventus con quel goal fantasma di Muntari a San Siro che grida ancora vendetta. A fine stagione Ibra saluterà per diventare il calciatore più pagato di Francia al Paris Saint-Germain. Otto anni dopo, nel Gennaio 2020, dopo le esperienze al Man Utd e in MLS ai Los Angeles Galaxy, Ibrahimovic fa il suo trionfale ritorno ai piedi del Duomo. Giocatore finito, dicevano in molti dello svedese, arrivato ormai a quasi 39 anni. Niente di tutto ciò: il suo ritorno risveglia dal torpore il Milan. 11 goal in mezza stagione gli valgono la riconferma per la stagione corrente, in cui è già arrivato in doppia cifra dopo la splendida doppietta al Napoli. A Milanello si parla già di rinnovo, nonostante nel 2021 gli anni dello svedese saranno 40. Visti i presupposti nessuno si stupirebbe nel vedere lo svedese ancora trascinatore per molti anni a venire.
Di Canio alla Lazio
Romano del Quarticciolo, cresciuto con il pallone tra i piedi e la Lazio nel cuore, Paolo Di Canio nel 1988 corona il suo sogno da bambino riuscendo a vestire la casacca biancoceleste. 54 presenze ed appena 4 goal, di cui uno però pesantissimo: il 15 Gennaio 1989 sigla infatti la rete decisiva nel Derby capitolino andando ad esultare sotto la curva dei tifosi avversari. Un gesto che si ripeterà, in maniera diversa, ben 16 anni dopo. Di Canio lascia la Lazio al termine di quella stagione per approdare alla Juventus, poi al Napoli e al Milan, fino alla decisione di emigrare nel Regno Unito, uno dei primi italiani a farlo. Celtic, Sheffield, West Ham e Charlton, idolo indiscusso ovunque andasse, anche in Gran Bretagna. Poi nel 2004 arriva la chiamata del neo presidente della Lazio Claudio Lotito e Di Canio non può far altro che seguire il suo cuore e tornare a casa. Due stagioni, 11 goal, e una notte magica, quella del 6 Gennaio 2005. 16 anni dopo l’attaccante torna a segnare in un Derby, e ad esultare con il dito al cielo sotto una curva giallorossa pietrificata in un deja vu tanto beffardo quanto romantico. Dopo un’altra stagione in biancoceleste, l’addio, stavolta definitivo, alla squadra del suo cuore.
Buffon e Bonucci alla Juventus
Due storie collegate ma non simili, quelle che hanno portato i due baluardi della retroguardia della Juventus a lasciare Torino. Era il 2017 quando, con una trattativa lampo, il difensore passa ai rivali del Milan, in cui viene da subito insignito dei gradi di capitano. Un trasferimento per “spostare gli equilibri” come dissero dalle parti di Milanello all’epoca. La realtà si rivela molto diversa, e la parentesi tribolata di Bonucci in rossonero finisce dopo appena una stagione. Il difensore della Nazionale fa il suo mesto ritorno a Torino, dove con Chiellini ritrova il suo rendimento migliore e, dopo i primi timidi fischi, anche l’affetto dei tifosi. Discorso diverso per Gianluigi Buffon che, a 40 anni, vistosi scavalcato nelle gerarchie da Szczesny, decide di accasarsi al Paris Saint-Germain. Dopo una stagione, ritorna dalla sua amata Vecchia Signora, dove continua a battere record di presenze e longevità. Quest’estate ha superato Paolo Maldini (fermo a 647) nel numero di presenze in serie A.
Drogba al Chelsea
La leggenda di Stamford Bridge, un attaccante che ha fatto innamorare tanti tifosi Blues e non solo, e anche qualche telecronista. “Ancora una volta, meravigliosamente, Didier Drogba!”. 341 presenze condite da ben 157 goal nella sua esperienza al Chelsea, in otto stagioni che hanno visto la squadra londinese tornare sul tetto d’Inghilterra e d’Europa. Una squadra fantastica guidata nei suoi anni migliori da Josè Mourinho, che con l’attaccante ivoriano ha stretto un rapporto d’amicizia anche fuori dal campo. Nel 2012 poi la scelta, prettamente economica, di emigrare in Cina per una stagione e un assegno poderoso. Dopo un anno e mezzo in Turchia poi, si concretizza il più romantico dei ritorni: il 25 Agosto 2014 l’ivoriano torna a Stamford Bridge ritrovando anche lo Special One portoghese nel frattempo rientrato a Londra. Un’ultima stagione, un ultimo ballo, per dirlo alla Phil Jackson. Un ultimo titolo di Premier. Grazie anche ai suoi goal il Chelsea torna sul trono d’Inghilterra, nel più classico degli happy ending.
Tevez al Boca Juniors
Ha appena 13 anni Carlos Tevez quando firma il suo primo contratto con il Boca Juniors, la squadra della sua città e del suo cuore. E ne ha solo 17 quando fa il suo esordio con la maglia degli Xeneizes. Con il Boca Tevez vince tutto quello che si può vincere, prima di trasferirsi in Brasile e di volare in Europa dove farà le fortune di West Ham, dei due club di Manchester e della Juventus. 11 anni dopo aver lasciato Buenos Aires poi, il ritorno a casa. L’Apache, idolo della Bombonera, con 5 reti in 10 presenze contribuisce a riportare il Boca, dopo tre anni, alla vittoria del campionato argentino. Nel 2016 poi, a sorpresa, l’attaccante cede alle lusinghe e ai soldi cinesi trasferendosi allo Shanghai Shenhua e diventando in quel momento il calciatore più pagato al mondo (40 milioni a stagione). Giusto il tempo di rimpolpare il conto in banca e segnare 4 goal (10 milioni a rete), poi l’Apache torna al Boca, dove conquista altri due campionati, risultando decisivo in quello della scorsa stagione con il goal al Gimnasia che consegna il titolo agli Xeneizes. Nel mezzo la scottante delusione della finale di Libertadores persa contro i rivali del River Plate. Sarebbe stato l’apice di un sogno iniziato più di 20 anni fa.
Chiamarsi Bomber tra amici senza apparenti meriti sportivi. C'è un po' di bomber in tutti noi, in ogni bar, in ogni piazza d'Italia