Di Massimo Zampini
15 Ottobre 2020
Ma da quant’è che non vedo giocare la Juve? I mesi di pausa in primavera, quel finale faticoso ma felice con lo scudetto, il Lione. E poi? Un’amichevole con il Novara, ma ormai un’era geologica fa, con Pjaca goleador; l’esordio con la Samp, la rimonta di Roma, quando eravamo in dieci e ormai non ci credevamo più.
Troppo poco, obiettivamente: è questa la vera colpa che imputo al Napoli, al di là del rispetto o meno delle regole. Mi serviva disperatamente, quella partita, per capire a che punto fossimo: quella contro la modesta Samp di inizio stagione è stata solo una breve illusione, già interrotta dalla Roma e dalle sue tante occasioni contro di noi, oppure magari si può ripartire da lì? Con gli azzurri lo avrei scoperto di certo, perché sono una delle squadre più pronte e quadrate di questo inizio stagione.
Sinceramente, non ho idea di che Juve debba aspettarmi: a dire il vero, mi capita già da un po’. Nell’anno passato, quando ero pessimista, come a Madrid o a Milano, o anche al rientro dopo il lungo stop primaverile, sfoderava grandi prestazioni e otteneva risultati. Poi, improvvisamente, quando l’obiettivo sembrava ormai raggiunto, blackout totali, inspiegabili e imprevedibili, come quel secondo tempo a Milano contro il Milan o quell’assurdo finale di Udine.
Non so cosa aspettarmi, anche ora: ho visto giocare la squadra troppo poco e probabilmente è così anche per Pirlo, che intanto si trova nel primo periodo chiave tra campionato ed esordio in Champions senza Cristiano Ronaldo, Dybala, de Ligt, Alex Sandro, Ramsey e McKennie, con Chiesa ancora in procinto di fare il primo allenamento con la nostra maglia. Non saranno assenze gravi come quelle di Insigne, Elmas e Zielinski (in bocca al lupo anche a loro!) ma comunque non è il massimo.
“Meglio siano capitate ora, queste assenze”, secondo la vulgata di molti tifosi bianconeri, ma personalmente non condivido: andare a Crotone e soprattutto a Kiev, nella partita chiave del girone, in queste condizioni, non è il massimo. Niente paura, ovviamente: la rosa è lunga proprio per queste evenienze e, a meno di spiacevoli novità dell’ultima ora, poter schierare giocatori del valore di Bonucci, Chiellini, Cuadrado, Arthur, Bentancur, Rabiot, Kulusevski, Morata, con il potenziale esordio di Chiesa, attesta che hai tutte le possibilità per farti valere senza alcun alibi, aspettando il ritorno, speriamo a breve, almeno di Dybala e Alex Sandro.
Uscendo dal campo, accadono due eventi rilevanti.
Intanto, il più fresco: avete presente le certezze assolute di chi la sa lunga su Paratici via, ormai certamente, da diversi mesi? Ecco, l’assemblea degli azionisti della Juve lo ha confermato appieno: riferisce solo ad Agnelli e avrà, sotto di lui, il supporto di Cherubini, anch’egli in ascesa. In futuro si vedrà, ma per oggi è così ed è stato importante fare chiarezza. Fino a fine stagione, Paratici “se queda”.
L’altro, ben noto, cui vale dedicare poche righe, è il 3-0 a tavolino assegnato in primo grado contro il Napoli, in quanto l’avversario non si è presentato. Una notizia comunque positiva, anche se:
a) non vi è la stessa soddisfazione di una vittoria sul campo
b) non è definitivo ed è passibile di ribaltamenti nei successivi gradi della giustizia sportiva. Questa non è la sede per entrare eccessivamente nel merito, ma la sentenza ha semplicemente confermato ciò che era già parso evidente a tutti, pur senza conoscere il carteggio della ASL: il (poco comprensibile) divieto di giocare è arrivato domenica pomeriggio, dopo l’ennesima richiesta di chiarimenti, mentre venerdì e sabato si parlava di isolamento fiduciario, proprio come prevede il protocollo, che permette di partire e tornare immediatamente nella cosiddetta bolla.
Fatto sta che, al momento, la Juve va a giocare con il ritrovato Rabiot – che per il momento ha scontato la squalifica nella partita mai disputata contro il Napoli – e comunque con tre punti provvisori in più.
E per me va benissimo, eh, ne sono ben contento, ma queste sono quisquilie, mentre io ho una priorità decisamente superiore: vi supplico, fatemi rivedere la Juve.
Autore di 4 libri, praticamente identici, cambiando solo il titolo e i nomi dei protagonisti: finale sempre uguale. Blogger e opinionista tv. La frase che mi sono sentito dire di più in vita mia? "Ma come fai a essere di Roma e a tifare per la Juve?"