Di Fulvio Giuliani
14 Ottobre 2020
Sta per finire questa lunga e difficile pausa, imposta dal Covid-19 e dalla concomitanza con gli impegni delle nazionali. Sarà vitale uscirne al meglio, dopo essersi trovati nell’occhio del ciclone per troppi giorni. Difficilissimo mantenere l’equilibrio, ancora di più ritrovare concentrazione, in vista di una prova molto severa, come quella di sabato contro l’Atalanta. È il primo Everest stagionale di Rino Gattuso, impegnato a tenere sulla corda un gruppo che non può aver fatto finta di nulla, in giornate così complesse. Solo il campo ci dirà quanto la squadra sia riuscita a isolarsi dal mondo esterno e dall’uragano di polemiche, seguite a Juventus-Napoli. Basti pensare che solo oggi arriverà la prima sentenza sul caso della mancata partenza azzurra alla volta di Torino. La baraonda, insomma, non è ancora passata e questa sarà una delle vigilie più lunghe e difficili della storia recente del Napoli.
L’aspetto positivo è essere attesi da un avversario formidabile, l’Atalanta di Gasperini. Non c’è nulla di meglio, nei momenti più confusi, che essere messi alla frusta. I nerazzurri bergamaschi da mesi esprimono di gran lunga il miglior calcio del Paese e non solo, e sabato daranno la prima misura delle ambizioni del Napoli. Vietato nascondersi, del resto, dopo il botto finale di mercato: l’arrivo in prestito di Bakayoko dal Chelsea. La maschera è caduta e gli uomini di Rino Gattuso hanno l’obbligo morale di provare a essere protagonisti ai massimi livelli. Siamo solo a metà ottobre, non sarebbe corretto attendere dalla sfida del San Paolo giudizi inappellabili, ma qualcosa di importante sapremo.
Innanzitutto, cominciare a capire quale sia il disegno tattico scelto da Gattuso, per affrontare la stagione. Le prime partite sono state troppo facili, per dare indicazioni solide in tal senso. Dall’Atalanta in avanti, la musica cambierà radicalmente e non sarà più tempo di esperimenti. Il 4-3-3 sembra destinato al pensionamento. Almeno nel modulo di partenza e se si vuole dare spazio ai due grandi acquisti dell’estate e dell’autunno, Osimhen e Bakayoko. Non ci sarà un solo vestito, questo è naturale, ma Gattuso non potrà esimersi dal fare scelte, anche dolorose. Al netto dei tantissimi impegni, fra Italia ed Europa, è un fatto che alcuni big possano finire per rischiare il posto. Almeno non poterlo avere garantito. Non sarà facile farlo digerire a nomi del calibro di Fabian Ruiz o Zielinski, per non parlare di Dries Mertens, ma la quota di turn-over sarà destinata a crescere. Con i cinque cambi, poi, l’impatto dalla panchina crescerà esponenzialmente.
Questi sono i dilemmi delle grandi squadre. Possiamo anche definirli ‘problemi’, ma, se risolti, possono segnare la differenza fra una stagione normale e una grande annata.
Giornalista, speaker radiofonico, conduttore televisivo ed editorialista. Giornalista professionista dal 2000 conduco da oltre 20 anni “Non Stop News”, una delle trasmissioni di punta della prima radio per ascolti in Italia, RTL 102.5.