Mi auguro che questa falsa partenza sia di monito per le future decisioni della Proprietà. Soprattutto per quello che riguarda la catena di comando. Fin dai tempi lontanissimi di Umberto Trabattoni, il dirigente del primo Scudetto del dopo-guerra, sono due a decidere, il Presidente, appunto, e Toni Busini.
Anche durante la gestione di Andrea Rizzoli, che regala la prima Coppa dei Campioni al Club rossonero, a stabilire le strategie, con Rizzoli, solo Gipo Viani. Franco Carraro lavora, insieme a Bruno Passalacqua, una figura che univa a quella del Segretario quella del Direttore Sportivo.

Tre Presidenti, tre direttori sportivi, ma tante le vittorie in Italia, in Europa e nel Mondo. Vince lo Scudetto della Stella Felice Colombo, con la sola stretta collaborazione di Sandro Vitali. Scarna a livello di quantità, ma formidabile quanto a livello dirigenziale il Milan di Silvio Berlusconi, Adriano Galliani e Ariedo Braida. Obiettivi chiari, disegni precisi, che vedono, come logica conseguenza, i risultati che tutti ricordiamo. Un eccellente lavoro di gruppo, che lentamente comincia ad accusare qualche brusca frenata dal 20 aprile 2011, quando nasce la diarchia formata da Adriano Galliani e Barbara Berlusconi.

Si moltiplicano da quel giorno voci, rumors, indiscrezioni. Si parla, a torto o a ragione, anche di correnti all’interno della sede. Il risultato degli ultimi anni è ben impresso nella mente dei tifosi, un risultato che porta il Presidente Berlusconi alla fatale decisione di cedere il Milan. Dopo la breve parentesi della proprietà cinese, nel luglio 2018 il Fondo Elliott assume la catena di comando, affidando a Leonardo la gestione tecnico-sportiva, con l’inserimento poi di Paolo Maldini.

Una scelta accolta con entusiasmo. Purtroppo poi affiorano i problemi, già vissuti qualche anno prima. Nel momento caldo del Campionato, ben condotto da Gattuso e dai suoi Ragazzi, si infittiscono le voci di contrasti tra Leonardo e il tecnico, figli forse di lontani malumori passati. Maldini sembra prendere le parti del suo ex compagno, cercando di mantenere difficili equilibri fino al giorno della conferenza stampa, alla vigilia del delicatissimo Sampdoria-Milan, quando Gattuso esclama, forte e deciso: “Per quanto riguarda il mio futuro, saprete tutto fra due mesi!”.

Si mormora così che queste gravi parole dell’allenatore siano state causate da una accesa discussione al termine della seduta di allenamento proprio tra l’allenatore calabrese e Leonardo. Gattuso sembra venir così abbandonato al suo destino proprio dal responsabile dell’area tecnica, nonostante la vicinanza di Maldini. Insomma un’altra diarchia che non porta i frutti sperati, nonostante la caratura dei protagonisti. Finisce il campionato con molti rimpianti e si volta pagina, ma non si tiene conto dell’esperienza passata.

Dopo l’addio di Leonardo, Maldini diventa il responsabile della parte tecnica. Decide di avvalersi della collaborazione di un Direttore Sportivo molto stimato in campo nazionale e internazionale Fredric Massara, chiamando altresì, come suo primo collaboratore, una figura di spessore, carisma e personalità come quella di Zvonimir Boban.

Alle prime difficoltà ricomincia il solito gioco delle responsabilità, insomma i soliti inconvenienti legati alla diarchia. La panchina di Giampaolo scotta, dopo le quattro sconfitte su sei partite, ma sono tante le domande legate proprio alle scelte dei due diarchi. Maldini sta con Giampaolo? Boban lo vorrebbe cambiare subito? Perché Boban non è andato con Maldini a Milanello dopo la bruttissima partita contro la Fiorentina?

Su quest’ultimo punto, da “Casa Milan“ è trapelata la notizia che il dirigente croato fosse impegnato con l’AD rossonero, Ivan Gazidis, quindi tutto si è subito sgonfiato. Oltre ai problemi legati a una classifica totalmente deficitaria, appaiono dunque poco chiare le strategie legate al destino di Marco Giampaolo, proprio perché sembrano divergere le opinioni sul suo lavoro da parte dei dirigenti.

Auspico quindi, per il futuro del Milan, un ritorno a una filiera dirigenziale più snella, con un Presidente, un Amministratore Delegato alla parte finanziaria e un altro che si occupi della parte tecnica, affiancato da un Direttore Sportivo. Punto!

Si eviterebbero così tante parole, tante illazioni, con decisioni vitali per il Club prese in tempi rapidi, senza perdite di tempo e di energia. Tutto quello che, purtroppo, sta accadendo oggi in casa Milan!