Di Lapo De Carlo
16 Settembre 2020
Tra i tifosi interisti la battuta sarcastica che gira da tempo, in riferimento al trattamento che le viene riservato dalla stampa è: “È gia crisi Inter”. La sensazione netta di una certa vulnerabilità storica del club, rispetto alla disinvolta lettura delle faccende nerazzurre, appare ormai manifesta.
L’Inter ha giocato e vinto con il Lugano la sua prima amichevole. Il dato più interessante è stato aver visto Hakimi dal primo minuto, Sanchez e Lautaro insieme in avanti, Eriksen, ancora in coabitazione con Brozovic, Nainggolan e Perisic di nuovo in nerazzurro, Sensi a giostrare finalmente a centrocampo e Kolarov in campo nella ripresa.
L’Inter ha giocato anche a quattro, rispondendo indirettamente a chi (come me) ritiene ottuso usare un unico modulo, con giocatori che hanno caratteristiche più adatte ad esempio alla difesa a quattro. C’erano spunti interessanti, ma da tempo nelle prime pagine dei quotidiani sportivi si parla di Inter in difficoltà, con problemi di varia natura, rilanciati più con cognizione percettiva che come verità acclarata delle cose nerazzurre. È difficile e particolarmente frustrante star dietro al calciomercato di questo periodo. Tutte le squadre stanno facendo un incredibile fatica a comprare e persino a concludere prestiti o scambi.
Il mercato al ribasso mette la Juventus nella condizione di non riuscire a chiudere Suarez, per puntare decisa su Dzeko, dopo essersi liberata di Higuain. Manca dunque un attaccante e ha Dybala che batte cassa, mentre il Milan, che non ha chiuso Bakayoko e nemmeno Chiesa, ha il problema della gestione Donnarumma ma gode di una gran reputazione per l’acquisto di Tonali e Brahim Diaz. Sono due esempi per cercare di capire perché il giorno dopo una prima amichevole (con vittoria netta dell’Inter sul Lugano), che poteva portare valutazioni tecniche, si preferisca fare titoli su Lautaro Martinez, indicato come un problema, prima perché lo voleva il Barcellona, poi il Real, nello stesso giorno in cui il Corriere della sera ha scritto che l’argentino non ha offerte.
Esaurito il capitolo di un addio a causa di una super offerta impossibile da far partire, causa Covid, ora il tema è l’ingaggio. Sempre in questi giorni di Inter si parla solo al ribasso, sottolineando le difficoltà di vendere e dunque non poter comprare, dimenticando che è stata la stessa stampa a creare un tormentone su Vidal: “Arriva domani”, salvo sbagliare clamorosamente, nonostante titoli definitivi che giurano sul suo arrivo, talvolta il giorno stesso.
Il fatto che l’Inter debba cedere Godin per sbloccare Vidal fa parte della dialettica del mercato, l’attenzione al bilancio è un valore, non un peccato e invece viene venduta come una colpa o la pistola fumante che dimostrerebbe l’inconsistenza societaria. È poi vero che Conte non parla ma l’affermazione generale è che questo rappresenta un problema o il preludio a possibili dimissioni o tempeste.
In prima pagina abbiamo poi visto la notizia del Barcellona su Lukaku, salvo scoprire nell’articolo che era un desiderio di Koeman, spento dalle impossibilità economiche dei catalani. Sembra che le parole di Conte, in riferimento a un maggior peso politico dell’Inter, siano state raccolte solo in parte e del resto, se non è sperabile avere obiettività, c’è da chiedersi se queste valutazioni negative fatta dalla stampa nazionale verso il club nerazzurro, possano pesare anche negli equilibri societari. L’unica certezza è che la difficoltà economica è comune e l’Inter è partita due settimane dopo le sue rivali per il calciomercato. Il resto è pettegolezzo.
Giornalista e direttore Radio Nerazzurra, opinionista a Sport Mediaset e TL, insegno comunicazione in Università e ad aziende. Ho un chihuahua come assistente e impartisco severe lezioni nella nobile arte del tennis ad amici e parenti.