Di Alfredo Pedullà
15 Settembre 2020
L’Atalanta non deve stropicciarsi gli occhi, ormai è una grande realtà del calcio italiano e non solo. La Dea sa come interpretare il mercato, sa come entrarci in punta di piedi, riesce a giocare molto spesso in anticipo sulla concorrenza. Certo, ci sono tentazioni per tutti, anche per il Papu che si è visto recapitare una proposta sulla carta irrinunciabile. L’Al-Nassr aveva preparato un bonifico da sette milioni a stagione per almeno due anni, con benefit di ogni tipo, lusso e comodità. Il club saudita era partito dal presupposto che difficilmente Gomez avrebbe detto no a una cascata di soldi, non è più un ragazzino e a 32 anni chiunque avrebbe ceduto. Invece, Gomez ci ha pensato e ripensato, alla fine ha detto no. E difficilmente cambierà idea. Si chiama senso di appartenenza, fedeltà assoluta, voglia di baciare la Dea di notte e di giorno, coccolandola e non tradendola, alla vigilia di una stagione che può anche essere quella della definitiva consacrazione. E il Papu ci vuole essere, ormai è cittadino onorario di Bergamo, anche idealmente sindaco perché ha le chiavi della città, un privilegio assoluto.
L’Atalanta è uno dei pochi club che quando deve fare una cessione non cede di un millimetro: evidentemente il bilancio al top può permettere qualsiasi tipo di riflessione e di coerenza. Non esiste Covid-19 che tenga, qualcuno si è presentato con 40 milioni più una contropartita tecnica per Zapata, quel qualcuno è stato rispedito al mittente con gravi perdite. Per l’Atalanta il signor Duvan sarebbe partito per 60 milioni più eventuali bonus, una cifra che nessuno avrebbe potuto evidentemente offrire. Chi si è avvicinato a Malinovskyi è stato costretto a fermarsi un chilometro prima. Chi avrebbe voluto fare follie per Gosens, ha trovato una salita ripidissima. Anche Hateboer, che aveva ritenuto chiuso il suo ciclo a Bergamo, al momento è lì perché alle parole bisogna aggiungere i fatti: evidentemente nessuno ha messo a disposizione il cash necessario per parlarne. Castagne è andato (al Leicester) perché era una vecchia promessa di qualche sessione di mercato fa e alle promesse non si può derogare: infatti il gruppo di lavoro di Percassi l’ha mantenuta.
Ma ci sono due affare chi rendono l’idea della forza dell’Atalanta. Sì, potremmo aggiungere Romero, un difensore centrale che servirà alla causa e che darà un prezioso contributo. Potremmo coinvolgere Piccini che in Spagna, a Valencia, ha maturato proficue esperienze e ora si sente pronto per un ritorno in Serie A da assoluto protagonista. Ma i nomi che spendiamo sono soprattutto due, quelli di Miranchuk e Lammers. Due talenti veri, due autentici affari. Per l’esterno offensivo della Lokomotiv Mosca, in scadenza di contratto il prossimo giugno, l’Atalanta ha trattato a oltranza, scegliendo il pertugio giusto per poi andare a dama. La Lokomotiv chiedeva inizialmente una cifra superiore ai 20 milioni perché in Russia sono fatti così: a loro non importa che il contratto sia in scadenza, devono ottenere una cifra congrua, altrimenti sono capaci di portare qualsiasi diretto interessato fino allo sfinimento a costo di rimetterci. L’Atalanta ha saputo pazientare e ha preso Miranchuk per qualcosa in meno di 15 milioni. Un autentico affare per le qualità indiscutibili dal punto di vista tecnico e per l’ulteriore assortimento che il ragazzo garantirà a Gasp negli ultimi trenta metri. E poco importa che la sfortuna (leggi problemi muscolari) abbia fermato Miranchuk subito dopo la firma sul contratto. Ci sarà tempo per recuperare e per nobilitare la scelta di mercato del club.
Un affare alla Miranchuk è Sam Lammers. Anzi, se vogliamo un affare anche migliore. Semplicemente perché stiamo parlando di un grande attaccante, classe 1997, tecnica pura e qualità nettamente superiori alla media. Lammers era stato trattato a lungo dalla Sampdoria ma, come spesso accade, il gioco al ribasso degli uomini mercato di Ferrero diventa deleterio e manda in frantumi anche le trattative che si possono definire con maggiore semplicità. L’errore del PSV è stato quello di trascurare il contratto che stava andando velocemente verso la scadenza. Da gennaio – come Miranchuk – il talentuoso Sam avrebbe potuto firmare a zero per chiunque. E lì, come al solito, l’Atalanta è sbucata all’improvviso da una curva assicurandosi l’attaccante per una cifra se vogliamo ridicola in rapporto alle sue grandi qualità. Meno di dieci milioni e Lammers sarà nerazzurro. L’Atalanta ne aveva offerti venti per Lasagna, immaginando che sarebbe andata allo sfinimento con l’Udinese, che aveva risposto con la richiesta di 25 più 5 di bonus, un classico modo per giocare al rialzo pur di non privarsi del suo capitano. L’Atalanta ha riflettuto per qualche giorno, poi ha capito che per Lammers si sarebbe aperta un’autostrada e ha messo la quinta marcia per chiudere rapidamente. La morale è semplicissima: per circa 25 milioni hai portato a casa due grandi interpreti del calcio moderno. In condizione di normalità non ne sarebbero bastati 45 di milioni, il contratto agli sgoccioli ha dato la possibilità di centrare un doppio colpo. Il mercato si fa così: strategia, intuizione, fiuto, velocità. L’Atalanta ha vinto anche stavolta.
Giornalista e opinionista sportivo, grande esperto di calciomercato in Italia. "È un privilegio quando passione e lavoro coincidono".