La notizia del nuovo allenatore della Juve mi raggiunge mentre vorrei godermi la giornata di vacanza e invece la mattina ci sono ancora le scorie dell’eliminazione dalla Champions: in tarda mattinata viene esonerato Sarri; il pomeriggio i media, quelli affidabili e non noi furbetti del web, ci raccontano che anche Paratici ha fatto le valigie e la rosa per capire chi sarà il nuovo tecnico è ormai definita: va solo compreso chi sarà tra Inzaghino e Pochettino, con qualche chance per gli outsider Zidane, Spalletti, Gasperini; la sera, mentre sto passeggiando per un fascinoso paesino di una sorprendente isola greca, Paratici è ancora saldo al suo posto e in panchina c’è Andrea Pirlo.

Sorpresa.
La prima reazione: “Ma come Pirlo? Allenatore della prima squadra? Ma è sicuro?“. È sicuro, si capisce subito. Ma la conferenza di qualche giorno fa da tecnico dell’under 23? In effetti c’era anche Agnelli, ora che ci penso, già un’investitura. Ma hanno deciso stanotte o lo sapevano già? Divertente, ma non sarà un rischio?

Rischio.
Ma non ha mai allenato in vita sua, non sarà un po’ affrettato? Almeno un anno tra i giovani per capire le dinamiche di uno spogliatoio, visto dall’altra parte…
Cominciano i pensieri e le ricerche: ma Zidane aveva allenato i giovani? Per quanto? E Guardiola? E Mancini? E De Rossi sarebbe già pronto solo perché è stato un bravo centrocampista? L’Inter è più vicina, le altre stanno crescendo, avremo una squadra molto diversa anche nei giocatori, affidiamo la squadra a chi non ha mai allenato. Non staremo rischiando troppo?

La suggestione.
Ehi, comunque è Andrea Pirlo. Andrea Pirlo scelto da Andrea Agnelli. Non è che abbiano estratto a sorte, eh. Uno dei tre centrocampisti europei degli ultimi trent’anni con la più ampia e illuminante visione di gioco in assoluto. L’uomo che non è neanche arrivato, ci raccoglie da settimi e subito vede il taglio di Lichtsteiner, che noi non avevamo neanche intuito, per metterlo in porta e avviarci allo scudetto più bello di sempre. Boato al primo calcio d’angolo battuto sotto la curva bianconera. Quel gol al novantatreesimo, le giocate difficili che ci fanno tremare e invece è giusto così, hanno sempre un senso, fosse anche quello di fare capire all’avversario che può sbattersi quanto vuole, ma noi siamo tranquilli e non ci spaventa di certo un dribbling o una piroetta a centrocampo. Siamo la Juve, noi, diretta da Pirlo. Bentornato, Andrea, non vedo l’ora di vederti.

La curiosità.
Voglio sapere tutto. Leggo tutte le frasi sul calcio pronunciate da lui negli ultimi tempi, quando tifosi altrettanto curiosi postano qualche video me lo divoro, guardo e riguardo quello scambio con Cannavaro, il gioco che ama. Era indeciso sul futuro, poi ha scelto con decisione di fare l’allenatore. Parla solo di calcio, ormai, dicono. Pare che chiami i giocatori fuori dal progetto, forse ha le idee più chiare di quello che si pensi. Nessun sogno di Pirlolandia (sorridevo per straMou, faccio lo stesso per questi slogan facili ma un po’ affrettati), ma estrema curiosità.

Il contorno.
E poi c’è il contorno, con i rivali felici come sempre (come il giorno in cui arrivò Allegri, come quello in cui arrivò Sarri), una parte di juventini entusiasti della sfida e altri già certi della disfatta, anche quest’anno, e prima o poi ci prenderanno, anche per un calcolo statistico.

Sarà un altro mercato difficile, di esuberi da sistemare e squadra da rimodellare.
Sarà un anno complicato, con nove stagioni di successi alle spalle, la fame inevitabilmente diminuita e le avversarie già testate.
Sarà faticoso, con le solite battaglie, ormai non più solo con i tifosi avversari, ma anche con i tuoi co-tifosi che l’avevano detto, lo sapevano già e così via.
Sarà durissima. Eppure, caro Andrea, non vedo l’ora di cominciare.