Contro il Torino era fondamentale vincere. E così è stato. La Roma può finalmente respirare a pieni polmoni e godersi questo sudato quinto posto che vale il lasciapassare diretto per l’Europa League, esorcizzando così lo spettro dei preliminari a settembre. Qualcuno obietterà che le aspettative cullate ad inizio campionato erano di ben altro tenore.

Verissimo. E prima del lockdown, infatti, l’ultimo piazzamento utile per l’ingresso in Champions League era tutto fuorché un miraggio. Ma è altrettanto vero che, dopo la sconfitta interna con l’Udinese, la nave sembrava in procinto di affondare, sballottata da una tempesta difficile da domare: venti sferzanti provenivano dalla società (con l’inopinato congedo di Friedkin), dalla piazza (in fermento nel timore di dover ingoiare il rospo amaro di un’altra stagione dai toni opachi), dalla squadra (che aveva smarrito la brillantezza messa in mostra sino a Natale). Poi, il cambio di modulo: e allora le nubi si sono diradate, il sole è tornato a splendere e il mare a farsi placido. Il 3-4-2-1, inutile nasconderlo, ha consentito alla Roma di individuare l’assetto più congeniale per irrobustire un reparto arretrato fin lì piuttosto labile, e armare una linea offensiva alquanto spuntata. Improvvisamente si è rivista un’idea di gioco definita, sorretta, peraltro, da una vigoria fisica finalmente apprezzabile: squadra più corta, più aggressiva sui portatori di palla avversari, meno incline alle amnesie là dietro. Viene da chiedersi, tuttavia, perché la nuova disposizione sia stata varata con tale ritardo.

Quella contro un indomito Torino che, specialmente nel primo tempo, ha risposto colpo su colpo, non si è rivelata la passeggiata che qualcuno, peccando di eccessivo ottimismo, aveva preconizzato alla vigilia. Nonostante il gran caldo, granata e giallorossi hanno tenuto ritmi serrati, persino sfiancanti, ma al tirar delle somme la vittoria della Roma è apparsa ineccepibile. Almeno per la mole di gioco espressa e le occasioni da rete create. Tra coloro che desideravano conquistare ad ogni costo i tre punti, c’era sicuramente mister Fonseca che, alla luce di questo risultato, può difendere a denti stretti la sua panchina, anche in vista di un eventuale passaggio di proprietà.

D’altronde, l’annata non è stata facile neanche per lui, dapprima incensato e poi più volte messo sulla graticola a causa di talune scelte discutibili. Tra queste, l’incomprensibile ostinazione nello schierare la Roma con quel 4-2-3-1 tanto caro al portoghese ma, ad un certo punto, altrettanto avaro di risultati. A prescindere da meriti e demeriti, non è comunque difficile ipotizzare che, con l’avvento di un nuovo proprietario, potremmo assistere ad un cambio al timone della squadra. È così che spesso accade e, francamente, è anche legittimo: chi assume le redini di una società, ha bisogno di lasciare subito la propria impronta, dando una “scossa” all’intero ambiente.

E allora, oltre a proclami, dichiarazioni roboanti e fissazione degli obiettivi, è prassi che il biglietto da visita del neo “patron” sia proprio un nuovo tecnico. Tema caldo, che certamente terrà banco a breve, sarà anche quello delle cessioni (più che degli acquisti) sul mercato. Di questa Roma si conferma indispensabile il bomber Edin Džeko, “uomo partita“ anche contro il Torino, che con il suo goal n. 106 raggiunge Volk al quarto posto nella classifica dei più prolifici goleador giallorossi di sempre.

Il commiato alla surreale stagione che abbiamo vissuto, vedrà la Roma impegnata all’“Allianz Stadium” contro la Juventus. Sarà forse la prima volta, dopo tanto tempo, che assisteremo ad un match contro gli storici “nemici” bianconeri privo di qualsiasi interesse per le sorti del campionato, con la Juventus ormai Campione d’Italia e la Roma sicura dell’approdo in Europa League. L’ultima volta è finita 1-0 per i bianconeri, ma stavolta si tratterà più che altro di un test in vista degli imminenti impegni delle due squadre in Europa: contro il Siviglia, in Europa League, per la Roma; contro il Lione, in Champions, per la Juventus.

Possiamo quindi già cimentarci nei bilanci di rito, tirando le somme della stagione: la Roma avrebbe potuto fare di più in campionato? Senz’altro sì. Avrebbe potuto e dovuto!

Possiamo affermare senza tema di smentita che lo stop forzato abbia giovato alla squadra: se non si fosse trovata una rapida quadratura alla ripresa del campionato, con ogni probabilità oggi staremmo parlando di un’annata estremamente deludente, nonostante l’organico importante. In passato abbiamo visto compagini giallorosse meno attrezzate tecnicamente, affrontare le stagioni con più nerbo ed intraprendenza, anche contro avversarie più ciniche delle attuali. Sarà, dunque, importante dare imperativamente il massimo in ciò che resta ancora da giocare, perché togliersi delle soddisfazioni nel percorso europeo, per una Roma capace, nel bene e nel male, di qualsiasi risultato, non è impossibile.