Di Calciatori Brutti
17 Luglio 2020
Belli (a volte), bravi (nella maggior parte dei casi) e infortunati (spesso): oggi abbiamo voluto dedicarci a quei giocatori che in passato hanno dovuto restare fermi ai box per degli infortuni bizzarri e quantomeno evitabili. È vero, avremmo potuto parlare di coloro che sono sempre infortunati (vedi Marco Reus del Borussia Dortmund o Coman del Bayern Monaco) ma perché non approfondire la storia di uno che salta due mesi per essere scivolato sulla pipì del proprio cane o uno che salta il Mondiale per colpa di un dopobarba?
Anche tu saresti capace di infortunarti anche solo scorrendo la bacheca di Instagram?
Bene, abbiamo creato la tua squadra ideale:
questo è l’INFORTUNA DUSSELDORF, la squadra degli infortuni più strani di sempre.
Nel 2002 lo storico portiere spagnolo Santiago Canizares, alla vigilia del Mondiale, si distrusse un tendine del piede destro in seguito all’esplosione di una boccetta di dopobarba. Nemmeno una stagione intera di CSI potrebbe spiegare la dinamica dell’incidente, ma questo sfortunato evento lo obbligherà a guardare il Mondiale dal divano di casa, spianando così la strada in Nazionale ad un giovincello di nome Iker Casillas.
Jari Litmanen era letteralmente dipendente dalla coca… cola ovviamente. Basti pensare che nel 2005, durante una riunione con il direttore sportivo del Malmö, all’apertura dell’ennesima lattina, la linguetta di metallo si staccò accidentalmente e gli finì dritta nell’occhio, danneggiandogli la cornea.
Alessandro Nesta nel 2005 fu costretto a saltare qualche partita a causa di un forte dolore al polso e ai tendini delle mani. Il motivo? Giocava troppo alla Playstation. Pensate che la Sony dovette addirittura difendersi dalle critiche, pubblicando un comunicato per rassicurare i clienti sulla sicurezza delle proprie console.
Fu un eccesso di esultanza, invece, quello che causò a Paolo Diogo uno degli infortuni più strani di sempre. Dopo aver segnato un gol per il Servette, squadra svizzera nella quale militò nei primi anni 2000, si appese ad una recinzione in ferro per esultare, ma la fede che portava al dito si incastrò e, nella ricaduta, un bel pezzo dell’anulare si staccò rimanendo appeso alla ringhiera. E come ciliegina sulla torta, fu pure ammonito dall’arbitro per l’esultanza troppo veemente.
Alan Wright oltre ad essere uno dei giocatori più bassi mai visti in Premier League, è anche uno dei più sfortunati. Mentre vestiva la maglia dell’Aston Villa, si stirò i legamenti del ginocchio destro tentando di raggiungere l’acceleratore della sua nuova Ferrari, a causa del sedile non abbastanza vicino ai pedali. Poche settimane dopo, nonostante i soli 1000 chilometri percorsi, decise di cambiare auto.
E poi c’è Milan Rapaic, che un bel giorno d’estate del 1993, mentre si trovava in aeroporto, riuscì a ficcarsi la carta d’imbarco in un occhio dovendo così rinunciare alla trasferta, oltre ad un paio di mesi di stop su consiglio dei medici.
Quasi da premio Oscar, invece, l’infortunio del gallese Darren Barnard che nel 1999 scivolò su una pozzanghera di urina lasciata dal suo cane in cucina, rompendosi i legamenti del ginocchio.
Kevin Kyle invece potrebbe essere uno dei papà più premurosi e sfigati di sempre, dato che un giorno, mentre scaldava il latte con suo figlio in braccio, urtò il pentolino facendolo cadere e, nel tentativo di salvare il piccolo, si ritrovò tutto il contenuto ustionante addosso. Riportò gravi danni alla parte interna della coscia e ai testicoli, e fu costretto a rimanere in tribuna per un paio di settimane.
Fuori di testa, invece, è l’avventura di Ivano Bonetti al Grimsby Town. Nel febbraio del 1996 dopo una sconfitta in campionato, l’allenatore Brian Laws gli scagliò contro un vassoio pieno di petti di pollo che avrebbero dovuto mangiare i giocatori nel post-partita. Secondo il manager, Bonetti non si era impegnato abbastanza, tanto da causare la sconfitta della squadra: il centrocampista italiano fu lasciato a terra con uno zigomo rotto fino all’arrivo dei soccorsi e, durante la convalescenza, decise saggiamente di chiedere il trasferimento.
Vi siete mai chiesti perché il Puma Emerson non fece parte della Nazionale brasiliana ai Mondiali del 2002? Beh, forse no, ma il motivo ci sembra davvero degno di nota: durante un allenamento pre-mondiale il centrocampista della Juventus pensò di concedersi qualche minuto da portiere, ma per parare un tiro di Rivaldo si impegnò così tanto da lussarsi una spalla dopo il tuffo. Per lui 40 giorni di stop obbligato e addio ai Mondiali.
E chiudiamo con Dave Beasant, il classico giocatore che si sente capace di fare di tutto con i piedi, anche stoppare oggetti di casa. Ebbene, l’ex portiere britannico, come ogni mattina, stava preparando un bel sandwich, quando ebbe l’idea di aggiungere una salsa. Con un occhio ancora mezzo chiuso però urtò il barattolo facendolo cadere dal tavolo, e cosa fa in questi casi chiunque abbia un po’ di dimestichezza con i piedi? Ovviamente cerca di stopparlo prima che arrivi a terra e faccia un disastro. Peccato che quel barattolo pesasse 2 chili, e che lo stop elegante gli danneggerà il tendine dell’alluce tenendolo lontano dal campo per ben 8 settimane.