Una vittoria preziosa, altro che scontata. In particolare, dal punto di vista psicologico. Era molto complesso resettarsi, dopo la sbornia collettiva della finale di Coppa Italia. Un successo giustamente goduto fino in fondo, che avrebbe potuto spingere il gruppo a staccare anche inconsapevolmente la spina. Sia chiaro, al Bentegodi il Napoli non ha incantato, tutto sommato il risultato è rimasto in equilibrio fino ad una manciata di minuti dal termine e lo stesso gol del momentaneo pareggio annullato al Verona è frutto più dell’astruso regolamento di oggi, che di una clamorosa irregolarità. Detto questo, resta la capacità del Napoli di esserci stato di testa dall’inizio alla fine anche ieri, in una serata che si sarebbe potuta agilmente trasformare in un trappolone. Pur non essendo certamente corretto parlare di dominio, appaiono francamente esagerate le critiche dell’allenatore gialloblù, Juric, secondo il quale il Napoli – in fin dei conti – non avrebbe fatto nulla per tutta la partita, dimenticando che gli azzurri avrebbero potuto comodamente chiudere la pratica nei primi 10 minuti della ripresa, se fossero solo stati un po’ più precisi sotto porta. A parte le polemiche che lasciano il tempo del dopo-partita, resta la gradevole sensazione di un gruppo compatto e di una panchina tornata ad essere profonda.

Un altro degli indiscutibili meriti di Rino Gattuso, meno considerato rispetto ad altri, è quello di aver riportato mentalmente in carreggiata diversi giocatori. Lozano appariva perso appena una settimana fa e ieri avrebbe potuto chiudere con una doppietta in pochi minuti, lanciato a rete da un sontuoso Insigne. A Verona, abbiamo ammirato uno dei migliori Zilienski di tutta la stagione. È persino tornato in campo Ghoulam, poco più di un fantasma un paio di mesi fa.

Il gruppo c’è, insomma, le partite anche e il tempo pure: il Napoli può ancora trasformare quest’annata quasi disgraziata in una stagione da incorniciare. Oltre la Coppa Italia, la tentazione di provare a vincerle tutte in campionato, per accarezzare il sogno-Champions League è troppo forte, per non essere abbracciata dalla squadra e dall’ambiente. Sarà quasi impossibile recuperare in classifica sulla migliore Atalanta di tutti i tempi, ma il non provarci è un concetto ignoto a Gattuso.

Prima delle vacanze, poi, quella partita impossibile, ma solo sulla carta. Sarà Agosto, sarà Barcellona, in un calcio e in una Champions mai visti. Sognare resta gratis, ma farlo con i piedi ben piantati a terra regala tutti altri brividi, quelli della storia da scrivere. Avanti così.