In passato abbiamo parlato dei calciatori che, una volta appesi gli scarpini al chiodo, hanno scelto di buttarsi in una nuova avventura e affidarsi alla musica per trovare nuovi stimoli, diventando con il tempo dei discreti cantanti.

Oggi, al contrario, vogliamo parlare di coloro che con il calcio ci hanno provato ma, non essendo riusciti a sfondare, sono poi diventate delle star della musica, in grado di vendere milioni e milioni di dischi.

Esibirsi davanti a migliaia di persone è il sogno comune di molti aspiranti calciatori, ma difficilmente si realizza. Però c’è sempre un’opzione B: mettere da parte il pallone, prendere in mano un microfono e provare a raggiungere lo stesso obiettivo.

Questo è il CANTALANTA,

Una squadra di cantanti che volevano fare i calciatori.

 

 

BOB MARLEY

Artista capace di affascinare più di una generazione, Bob Marley ha sempre manifestato un amore incondizionato per il calcio. La Giamaica non ha certo il campionato più seguito al mondo e certamente la situazione non era migliore negli anni ’60: forse è per questo che Marley prese la via della musica, rinunciando ad altre ambizioni: “Se non fossi diventato un cantante sarei stato o un rivoluzionario o un calciatore”, dirà poco prima di andarsene.

ROBBIE WILLIAMS

Star mondiale, performer di un’altra categoria, sciupafemmine ampiamente riconosciuto ma di certo non un calciatore. Uno che ha fatto sicuramente bene a non scegliere il calcio come professione è Robbie Williams: la sua unica presenza certificata sul rettangolo verde risale al 2001, per un match di beneficenza. Gli highlights di quella partita ci parlano di un Williams sulla fascia sinistra capace di mettere insieme zero dribbling riusciti, zero passaggi riusciti e diversi tiri alle stelle, oltre ad un rigore fallito e fatto ripetere per rispetto.

SERGIO PIZZORNO

Tutta questione di “seguire i consigli giusti” per Sergio Pizzorno, frontman dei Kasabian che ancora giovanissimo era molto più che un predestinato. Cresciuto a Leicester da genitori genovesi fu costretto a lasciare il calcio quando ancora giocava tra i dilettanti, nonostante le spiccate doti atletiche. La sua rivincita arriverà nel 2012, quando in un match benefico segna con un meraviglioso pallonetto a David Seaman, uno dei migliori portieri mai nati in Inghilterra.

JULIO IGLESIAS

Destino molto più che beffardo per Julio Iglesias, che con il calcio aveva cominciato a fare sul serio. A 20 anni infatti faceva parte della primavera del Real Madrid, ma un brutto incidente lo bloccò tra letto e sedia a rotelle per quasi due anni. In quel periodo di stop obbligato comincia a scrivere canzoni per combattere l’insonnia e, resosi conto di non poter più giocare a calcio, dopo il recupero decide di buttarsi a capofitto nella musica. Risultato? Oltre 300 milioni di copie vendute e concerti in tutto il mondo.

STEVE HARRIS

Steve Harris, fondatore degli Iron Maiden, ha una passione sfrenata per il West Ham. Il motivo? È nato e cresciuto a un paio di chilometri dallo stadio degli Hammers, ma soprattutto ha giocato per il loro settore giovanile a metà degli anni ’70. La passione per la musica però prevalse, dandogli la possibilità di fondare una delle band più famose della Storia.

ROD STEWART

Cosa sia successo nell’infanzia di Rod Stewart ancora non lo sappiamo, ma quando nasci nella patria del football, con un padre allenatore e un fratello maggiore con aspirazioni da professionista, un po’ di calcio nelle vene ti scorre per forza.

A 15 anni era anche entrato a far parte del settore giovanile del Brentford, salvo poi scegliere la musica. Oggi è uno dei più famosi e sfegatati tifosi del Celtic, squadra per la quale ha anche pianto in diretta tv dopo la vittoria sul Barcellona del 2012.

PAUL MCGREGOR

Paul McGregor, invece, al calcio ha dedicato molto più che qualche mese di vita. Nel corso della sua breve carriera da professionista ha avuto la fortuna di essere allenato da Brian Clough, eliminando il Lione dalla Coppa UEFA segnando il gol decisivo nell’edizione ’95-’96. Quasi 200 presenze e 20 gol nel calcio che conta prima di ricevere la chiamata del post-Punk: nel 2006 a Londra fonderà gli Ulterior, con un discreto successo discografico.

JOHNNY MARR

Da sempre uno spirito libero, Johnny Marr prima di fare la storia della musica, ebbe la possibilità di fare dei provini sia al Nottingham Forest che al Manchester City, salvo poi essere brutalmente scartato. Il motivo? Era l’unico in campo ad avere l’eye-liner. Si consolerà fondando i The Smiths e facendo da “consigliere” anche ai fratelli Gallagher, che negli anni ’90 fonderanno gli Oasis.

LOUIS TOMLINSON

Louis Tomlinson degli One Direction deve la sua breve carriera nel calcio ad un match benefico, grazie al quale la squadra della sua città, il Doncaster Rovers, decise di proporgli  un contratto. Fu così che nella stagione 2013-2014, tra un concerto e l’altro, si allenò con il club inglese, esordendo addirittura con la Primavera già a settembre. Poco dopo dovette ritirarsi, proprio per i pesanti impegni della musica.

OLLY MURS

La musica ha rappresentato invece una rivincita per Olly Murs che dopo aver vinto una coppa da protagonista nel campionato delle riserve con il Witham Town, ha dovuto fermarsi a causa di un grave incidente sul campo. Era appena stato promosso in prima squadra entrando nel mondo del semi-professionismo, quando un brutto infortunio al ginocchio lo costrinse a ritirarsi. L’anno dopo, però, arriva secondo a X Factor e comincia la carriera da cantante che lo porta a pubblicare ben 9 album e a collaborare con star del calibro di Demi Lovato, Snoop Dogg e Robbie Williams.