Con 256 Gran Premi disputati Riccardo Patrese è l’italiano con più presenze nella storia della Formula 1. 256 gare che per per 15 anni gli sono valse il primato assoluto, prima di essere superato da Rubens Barrichello nel 2008. Una carriera da record a cui, per condizioni sfavorevoli e anche un po’ di sfortuna nei momenti chiave, sono mancati i due sigilli più ambiti dal pilota padovano: il sogno di ogni pilota italiano, correre in Ferrari, e quello di ogni pilota in assoluto, vincere un Mondiale.

Esattamente come da parte di tutto il circus, nei confronti di Patrese non è mai mancata la stima della scuderia di Maranello, come emerge dall’opinione che Enzo Ferrari aveva di lui: “Patrese alterna corse molto belle a prestazioni criticate dai suoi colleghi. È un pilota molto capace e nessuno, sia in prova che in gara, gli mette soggezione. Ha accumulato una lunga esperienza, ma fino ad ora, anche in squadre di prima grandezza, ha ottenuto meno successo di quanto meriterebbe”.

Il Mondiale Kart e l’esordio in Formula 1

Il successo Riccardo Patrese lo ha conosciuto tardi, con i migliori piazzamenti raggiunti nelle ultime 5 stagioni di una carriera in Formula 1 durata 17 anni: aveva iniziato sui kart, instradato dal fratello, che gli aveva costruito un prototipo artigianale con cui fare pratica. Quella in pista diventa un’attività seria nel 1970, quando allora sedicenne inizia con le corse. Quello coi kart sarà un percorso che lo porterà a togliersi la soddisfazione di vincere un Campionato Mondiale nel 1974 (giunto a seguito di due Campionati Europei a squadre e del Campionato Italiano classe 100).

Il debutto in Formula 1 giunge nel 1977 nel Gran Premio di Monaco e stupisce tutti gli addetti ai lavori: al volante della Shadow Patrese si qualifica con il quindicesimo tempo in prova e ottiene un ottimo nono posto in gara, nel giorno della nascita del suo primo figlio. Chiuderà l’anno ottenendo il suo primo punto grazie al sesto posto nel Gran Premio del Giappone, ultimo appuntamento stagionale.

L’incidente e la morte di Peterson

Il 1978 sarà, suo malgrado, uno degli anni chiave di una carriera che, come detto, non sarà priva di sfortune: il 10 settembre si corre il Gran Premio d’Italia e Patrese parte dalla dodicesima posizione. Pochi istanti dopo la partenza si innesca uno spaventoso incidente, che coinvolgerà tra gli altri l’ex Campione del Mondo James Hunt e lo svedese Ronnie Peterson, che nello scontro perderà la vita. Patrese venne accusato di avere causato l’incedente, accusa da cui verrà poi assolto con formula piena, ma i segni dell’esperienza non lo abbandoneranno. Maturerà un atteggiamento più schivo nei confronti dell’ambiente motoristico, rifuggendo però l’etichetta di antipatico: “Non è vero. Sono affermazioni di chi non mi conosce”.

Pilota solido e sempre corretto, nel 1982 su Brabham giunge la prima vittoria, sotto la pioggia, in un Gran Premio di Monaco che si concluderà in maniera rocambolesca, con incidenti e ritiri a ripetizione a causa dell’improvviso maltempo: Patrese, in questa occasione, sarà l’ultimo highlander e andrà a trionfare davanti a Pironi e De Cesaris. Nel 1983 sarà di nuovo sul gradino più alto del podio, questa volta nel Gran Premio del Sudafrica.

La carriera del pilota padovano prosegue con i passaggi in Alfa Romeo  e poi in Williams. Conclude la stagione 1989 col terzo posto finale in classifica generale: annata priva di vittorie, ma con 6 podi (4 secondi posti e 2 terzi posti). Si migliora nel 1991, quando i podi diventano 8 con 2 primi posti, e ancora l’anno seguente, nel 1992, in cui chiude con 9 podi e 56 punti, che gli varranno il secondo posto nella classifica generale. Patrese ha 38 anni e ha appena concluso la stagione migliore della propria carriera.

Seconda guida di Schumacher e l’addio

Passa in Benetton nel 1993 e capisce ben presto di essere la seconda guida di un futuro fenomeno, il giovanissimo Michael Schumacher: “Fu un momento imbarazzante: per la prima volta, dopo sedici stagioni di Formula 1, dovevo accettare l’idea di aver incontrato un compagno di squadra nettamente più forte di me. La conseguenza era ovvia, dovevo rassegnarmi alla pensione. Ma mi consolai con un pensiero proibito: mi ero imbattuto in un fenomeno e probabilmente nemmeno Senna, il migliore di tutti noi, sarebbe stato in grado di reggere il confronto con il tedesco”.

Dopo il ritiro dalla Formula 1, al termine della stagione, continua a coltivare la passione per le corse, fino al giorno della morte di Ayrton Senna, l’1 maggio del 1994. “Quando correvo in Formula 1 anch’io ero fatalista – dirà Patrese – mi ripetevo sempre che a me non sarebbe mai capitato. Ho capito che l’incidente mortale sarebbe potuto capitare a chiunque quando ho visto morire Senna, che era il migliore pilota del mondo, aveva la migliore macchina della Formula 1, curata nel modo migliore del mondo. Allora capii e dissi basta: e le corse sono riuscito a mandarle a quel paese”.

L’addio alle corse, al termine di una carriera quasi ventennale, lo consegnerà alla storia come l’italiano con più presenze nelle gare di Formula 1. Oggi Riccardo Patrese compie 66 anni.

La classifica delle presenze in Formula 1

1 Rubens Barrichello (Bra) 323
2 Kimi Räikkönen (Fin) 313
3 Fernando Alonso (Spa) 312
4 Michael Schumacher (Ger) 307
5 Jenson Button (Gbr) 306
6 Felipe Massa (Bra) 269
7 Riccardo Patrese (Ita) 256
8 Jarno Trulli (Ita) 252
9 Lewis Hamilton (Gbr) 250
10 David Coulthard (Gbr) 246
11 Sebastian Vettel (Ger) 240
12 Giancarlo Fisichella (Ita) 229
13 Mark Webber (Aus) 215
14 Gerhard Berger (Aut) 210
15 Andrea De Cesaris (Ita) 208
16 Nico Rosberg (Ger) 206
17 Nelson Piquet (Bra) 204
18 Jean Alesi (Fra) 201
19 Alain Prost (Fra) 199
20 Michele Alboreto (Ita) 194