Di Alfredo Pedullà
Aggiornato: 14 Aprile 2020
Lautaro è un bravo figlio e un grande attaccante. Doveva essere la stagione della consacrazione, ha onorato l’Inter e l‘ha accesa senza soluzione di continuità. La crisetta del 2020? L’espulsione contro il Cagliari, e la conseguente squalifica nel derby, lo ha condizionato un po’ psicologicamente, il rendimento è leggermente calato, tuttavia sarebbe folle mettere in discussione le sue enormi qualità. Infatti, nessuno si esibisce in tal senso. Anzi, Lionel Messi si è esibito in senso contrario, avendo scelto il signor Martinez come spalla ideale per il Barcellona che verrà. Ma come, la Pulce sceglie pur avendo un contratto in scadenza nel 2021 e con la possibilità di liberarsi a zero nei prossimi mesi? Questo è un altro discorso che passa attraverso i rapporti deteriorati con Bartomeu, ma che non esclude oggi la possibilità di un rinnovo e di un chiarimento, a maggior ragione se il numero uno del club dovesse uscire spodestato dalle prossime elezioni. Intanto, Leo fa il mercato e ragiona come se già pensasse al futuro con un grande partner che conosce bene e che in diverse occasioni ha apprezzato.
In questo particolare periodo di emergenza, è giusto ribadirlo, non ci sono margini o spiragli per potersi incontrare, rivisitare un contratto, proporre un adeguamento, soprattutto togliere quella maledetta clausola che incide non poco sul futuro. Ricordiamola: puoi portare a casa il Toro se versi i 111 milioni che ti consentirebbero di bypassare qualsiasi trattativa con il club di appartenenza, ovviamente con la sponda (leggi gradimento totale) del diretto interessato. Sotto quest’aspetto il Barcellona ha giocato alcune fiches determinanti, proponendo un pluriennale da almeno dieci milioni netti a stagione, la conferma ulteriore che Lautaro viene considerato una pepita che splende oggi e che è destinato – nelle considerazioni degli ambiziosissimi blaugrana – a splendere ulteriormente all’ombra del Camp Nou. Circa dieci milioni netti sono tre volte in più rispetto ai due milioni e mezzo che l’argentino guadagna attualmente. Una forbice enorme. È vero che i soldi non fanno la felicità ma di sicuro aiutano, a maggior ragione se ti sussurrano in un orecchio che il tuo futuro sarebbe accanto a un certo Messi, l’idolo della tua infanzia.
L’Inter avrebbe voluto incontrare, circa un mese fa, l’entourage del fenomenino per adeguare l’ingaggio, portarlo almeno a quattro milioni netti a stagione, tentando di cancellare quella famosa clausola che è una tagliola. Già, perché le clausole sono una preoccupazione e non sono servite, malgrado in questo caso il prezzo fosse di ben 222 milioni, a evitare che Neymnar lasciasse proprio la Catalogna per andare al Paris Saint-Germain. Noi da sempre non siamo per le clausole, nessuno si offenda, perché un cartellino andrebbe valutato liberamente e senza condizionamenti. Se hai un grande orologio al polso e decidi di venderlo al miglior offerente, di sicuro quando l’hai comprato – a caro prezzo – non ti sei fatto imporre un prezzo nel caso in cui decidessi un giorno di liberartene, sarebbe un controsenso. Il prezzo al limite lo fai tu. Il Barcellona, prima di questa grande crisi che ci lascia ogni giorno in angoscia, aveva previsto di pagare l’intera cifra, senza se e senza ma, alla larga da contropartite tecniche che in ogni caso l’Inter avrebbe potuto non accettare. Cosa accadrà adesso che il mercato sarà inevitabilmente condizionato dallo tsunami in corso? Per il Barcellona in linea di massima poco o nulla: nella lista ci sono sia Lautaro che Neymar, ma per Lautaro i passi mossi sono stati di grande spessore.
Gli incontri saltati e lo stand-by in corso mettono l’Inter in un piccolo-grande vicolo, ormai non dipendente dalla volontà del club ma da una situazione difficilmente revocabile perché concordata in tempi non sospetti, quando si immaginava, forse, che il valore di Lautaro non avrebbe rapidamente toccato la tripla cifra. La potenza economica di fama mondiale di Suning impone una riflessione tra tante, questa: sembra impossibile che una proprietà così forte e ambiziosa possa perdere l’attaccante del presente o del futuro, che ha un feeling tecnico con Lukaku talmente importante da far pensare a una coesistenza in corso da cinque o sei anni. Invece fanno coppia in campo, con risultati strabilianti, appena dalla scorsa estate. Dice il presunto saggio: ma se prendi 111 milioni, ti puoi organizzare per un sostituto all’altezza se non più forte di Lautaro. Mica vero. Certo, ci sono buoni attaccanti in giro per la vigna, anche ottimi, ma costano parecchio e in ogni caso non ti assicurerebbero la certezza di ripristinare una doppia potenza di fuoco come quella garantita da Martinez in coppia con Romelu. Una contropartita tecnica tra Vidal e Griezmann aiuterebbe? Certo ma suonerebbe come un passo indietro rispetto al prezzo, solo cash, che hai fissato. Insomma, un bel rompicapo. Si fosse consumato almeno quell’incontro con i suoi agenti, avremmo avuto le idee molto più chiare. Chi rappresenta Lautaro sostiene che il ragazzo è felicissimo all’Inter, ma poi aggiunge “chi non vorrebbe giocare in coppia con Messi?”. Un discorso che dice tutto e niente, che lascia il risultato sullo 0-0 con il rischio concreto di incassare un gol letale in casa all’ultimo minuto, e in Champions vale doppio, che metterebbe ansie e paturnie. Il gol doppio si riferisce al fatto che le settimane, potenzialmente i mesi, rischiano di scivolare pericolosamente fino all’attivazione estiva della famosa clausola. E se prendessi gol in quel periodo, senza una fase preparativa e cautelativa prima, sarebbe impossibile risalire la corrente.
Molto presto dovrà essere Lautaro in persona a uscire allo scoperto per annunciare cosa vuole fare da grande. Le parole diplomatiche non avranno più un senso. Se davvero “l’Inter è casa mia”, come dice l’ambizioso ragazzo argentino, sarà il caso di dimostrarlo con i fatti, respingendo le tentazioni, non soltanto tecniche (la Pulce è sempre la Pulce), ma anche quelle che gonfierebbero a dismisura il conto in banca. Se invece giocare accanto a Leo fosse il coronamento di un sogno sulla carta impossibile, quei sogni che fai da ragazzino e rischi di svegliarti tutto sudato, anche in questo caso toccherebbe a Martinez fare chiarezza. La partita può restare sullo 0-0 ancora per un po’, ma poi andremo al “dentro o fuori” inevitabilmente. Diciamo la verità: se il Barcellona decidesse di aprire tutta la cassaforte e di pagare l’intera clausola, recuperando la cifra da qualche cessione illustre, all’Inter non resterebbe che aggrapparsi all’ultima parola dell’ambizioso ragazzo. Non crediamo sarebbe un problema gonfiargli il conto in banca, pur non arrivando ai livelli dei ricchissimi concorrenti catalani. Ma pensiamo che la chiarezza diventerebbe l’unico passaggio davvero obbligato. Della serie: se vuoi davvero l’Inter, non soltanto a parole, dimostralo e non pensarci due volte in più. Altrimenti, volare da Messi, il suo idolo da sempre, sarebbe un passaggio inevitabile e quasi automatico.
Giornalista e opinionista sportivo, grande esperto di calciomercato in Italia. "È un privilegio quando passione e lavoro coincidono".