Di Lapo De Carlo
5 Marzo 2020
Quello che sta accadendo in questo periodo andrà direttamente nei libri di storia non solo calcistica. Il coronavirus è la prima epidemia di una certa consistenza nell’era dei social e in un’era in cui la connessione del nostro pianeta è tanto stretta da generare una crisi senza precedenti. Il mondo del calcio sta dando il peggio di sé in termini di organizzazione, risolutezza e compattezza e con un consiglio straordinariamente importante che si è svolto tra il disinteresse della maggior parte dei club.
Al culmine della riunione surreale si è arrivati alla decisione più sensata ma che era già stata posta in essere la settimana precedente: giocare fino al 3 aprile a porte chiuse e verificare se prolungare il decreto a oltranza fino al termine dell’emergenza. Il Ministero aveva già dato questa indicazione ma, nella notte tra venerdì e sabato scorso, la Lega Calcio aveva deciso autonomamente e in base a pressioni ricevute da ignoti (Udinese a parte tutti si erano pubblicamente dichiarati disponibili a giocare a porte chiuse) di rinviare le gare inizialmente previste a porte chiuse. Il presidente Dal Pino ha così disposto il rinvio, proponendo, a 36 ore dalla partita, di disputare Juventus-Inter a porte aperte il giorno seguente, tutto per aggirare l’emanazione del decreto che scadeva alla mezzanotte dell’1 marzo.
La motivazione è stata venduta come un interesse economico (preservare gli incassi) e soprattutto di immagine del Paese, che uno Juve-Inter a porte chiuse avrebbe fortemente indebolito. E la salute pubblica? Nel testo della Lega che spiegava la motivazione del rinvio si leggeva: “Visto il susseguirsi di numerosi interventi normativi urgenti da parte del Governo, per rispondere a questa straordinaria emergenza a tutela della sicurezza e della salute pubblica…” si evince che la salute è parsa un paravento per tutelare altri interessi, tanto da far saltare su prima Beppe Marotta e poi ancora più duramente Steven Zhang: “Dal Pino vergognati Sei un pagliaccio giochi con il calendario metti la salute pubblica al secondo posto, come fai a parlare di sportività e campionato regolare? Prenditi le tue responsabilità”. Reazione del mondo del calcio stizzita (a ragione) per la forma, ma meno attenta alle parole severe ma giuste di uno Steven Zhang che in un intervista al Financial Times ha poi rincarato la dose.
Lo scenario con un’emergenza straordinaria ha portato alla ridefinizione del calendario con Juve-Inter piazzata domenica sera come recupero a porte chiuse come doveva essere dal principio. La partita con la Samp non ha ancora una data, la semifinale di Coppa Italia potrebbe persino essere annullata e la Lega deve sperare che l’Inter si faccia eliminare dall’Europa League per poter trovare una data utile al recupero.
Sarà interessante capire come scenderanno in campo le squadre e la stessa Inter che ha preparato diverse partite senza giocarle e torna in campo dopo 11 giorni nel derby d’Italia in uno stadio vuoto. La vera scommessa, perché tale è, sarà quella di sperare che il torneo possa arrivare fino in fondo, senza essere sospeso definitivamente, perché le probabilità che anche uno solo tra giocatori, membri dello staff, allenatori eccetera, di qualunque squadra italiana, possa prendere il coronavirus da qui ai prossimi due mesi è altamente probabile. Si vive alla giornata. La prossima da giocare, dopo i recuperi, sarà la 27esima. In bocca al lupo.
Giornalista e direttore Radio Nerazzurra, opinionista a Sport Mediaset e TL, insegno comunicazione in Università e ad aziende. Ho un chihuahua come assistente e impartisco severe lezioni nella nobile arte del tennis ad amici e parenti.