Di Alfredo Pedullà
11 Febbraio 2020
La domanda è inquietante per tutti i tifosi del Barcellona (e non solo): ma davvero Leo Messi può lasciare entro fine stagione, sfruttando la clausola che gli consente di liberarsi gratis malgrado un contratto in scadenza nel 2021? La risposta è semplice: quando garantisci una via d’uscita del genere, perché Messi può tutto, normale pensare che ti stia accollando un rischio non da poco. La controdeduzione o la controindicazione sarebbe che un club come Il Barcellona non può permettersi di perdere il numero uno al mondo. Ma se non lo blindi per tempo, l’ultimo rinnovo risale al 2017, ti esponi a spifferi mica da ridere.
Pep Guardiola, uno che conosce a memoria anche le segrete cose del mondo blaugrana, è fermamente convinto che non esista il minimo pericolo. E che Leo chiuderà la carriera con la maglia che è molto più di una maglia, quasi come se fosse scolpita sulla pelle, anche per un senso di riconoscenza che hai nei riguardi di chi gli è stato molto vicino nei momenti più complicati della sua adolescenza. Lasciamo perdere la clausola da 250 milioni: il problema è soprattutto di appeal, di totale appeal, che Messi vorrebbe dopo aver speso la sua vita soltanto per una causa. Con risultati meravigliosi, ineccepibili, ineguagliabili, che sono sotto gli occhi di tutti.
Di sicuro Abidal, vecchia gloria poco adatto al ruolo di direttore sportivo, con le sue parole ha fatto danni inenarrabili. Dicendo che con Valverde in panchina molti giocatori non hanno lavorato con l’impegno e la professionalità che avrebbero dovuto mettere a disposizione, ha tracciato un solco pazzesco. Roba inaudita che ha mandato su tutte le furie il fuoriclasse già abbastanza turbato (eufemismo) per il mancato ritorno di Neymar la scorsa estate, ritorno che gli avevano quasi garantito con dovizia di particolari e che poi non si è concretizzato. Non a caso Messi, senza troppi giri di parole, ha chiesto ad Abidal di elencare nomi e cognomi dei presunti responsabili; il direttore sportivo avrebbe dovuto sapere prima – con profondo senso di responsabilità – a quali folli rischi sarebbe andato incontro rilasciando dichiarazioni di quello spessore. C’è una strada, senza uscita, ovvero il licenziamento di un uomo-società dimostratosi inadeguato in situazioni particolarmente delicate, creando un clima di disfattismo che di sicuro non sarebbe passato inosservato. A maggior ragione da parte di chi, il divino Leo, sente legittimamente di essere il Barcellona in persona.
Ma un’altra domanda è: basterà tagliare una testa per ripristinare l’ordine e scongiurare un addio? All’interno di questo rebus sta lavorando il presidente Bartomeu, con l’unico scopo di scongiurare un’autoflagellazione perché tale sarebbe un addio anticipato del fuoriclasse prima del 2021. Ma siccome quel foglio di carta che consente di liberare è nel cassetto di Leo e non di qualsiasi altro protagonista della vicenda, siccome soprattutto giugno non è così lontano come si potrebbe pensare, è normale che la partita si giocherà tra febbraio e marzo. Messi non è sostituibile, è un marchio di fabbrica, il brand del Barcellona. Sarebbe come se, a ridosso di Natale, la più grande marca di panettoni perdesse il testimonial numero uno, tentando disperatamente di trovare soluzioni per metterci una toppa. Impossibile.
Quindi, la tendenza resta quella di scongiurare il peggio, garantendo alla Pulce tutto ciò che chiede, e non parliamo soltanto dell’aspetto economico, di sicuro anche in quel caso bisognerebbe spalancare la cassaforte e dargli tutto l’oro del mondo. Ma se, per ipotesi, Messi volesse andare fino in fondo e mettere sul tavolo quel foglio di carta che gli consente di liberarsi senza versare un solo euro per il cartellino (altro che clausola…)? Sarebbero pochi i club in giro per il mondo capaci di garantirgli quello che lui chiede: il Paris Saint-Germain, ammesso che sia di gradimento indipendentemente dalla presenza di Neymar; il Manchester City che lo aveva cercato; oppure una potenza mondiale come Suning che cerca il nuovo faro per una luce interplanetaria, qualcuno di magico e irripetibile. C’è chi sogna un tandem Ronaldo-Messi alla Juve, oggi sono semplici suggestioni. Siccome siamo nel campo delle ipotesi, è giusto aspettare che Messi e il Barcellona risolvano la pratica in un modo logico. Nel frattempo Leo non segna da tre giornate; dal 2018 non si verificava una cosa del genere. Poca roba rispetto a quanto accadrebbe se Bartomeu bucasse la strategia per blindarlo all’ombra del Camp Nou: sarebbe l’autogol del secolo.
Giornalista e opinionista sportivo, grande esperto di calciomercato in Italia. "È un privilegio quando passione e lavoro coincidono".