Di Fabrizio Biasin
Aggiornato: 25 Settembre 2019
Vi confidiamo un segreto di quelli che non sa veramente nessuno: c’è il derby di Milano. È così, fidatevi. Arriva in un momento assai strano, perché è solo la quarta giornata di campionato, perché il Milan c’ha problemi e l’Inter, che pure è in testa a punteggio pieno, in qualche modo non nasconde i suoi.
Quello più recente lo potremmo definire “Epic problem”. L’epic è quella boiata inventata dal croato Marcelo Brozovic, centrocampista neroblu: avvicini pollice e indice al mento, esibisci la tua migliore faccia da minchione e, infine, festeggi un qualsivoglia momento gioioso.
Marcelino a ben guardare è un bravo ragazzo, ama fare la spesa (vedi post su Instagram), andare al parco con la famiglia (vedi post su Instagram), mettersi la tuta (vedi post su Instagram), perder tempo su Instagram (vedi post su Instagram) e così via. Ecco, se vogliamo, l’inventore del “coccodrillo” (tecnica sopraffina per evitare agli avversari fetenti gol su punizione) ha un unico, vero difetto: se gli girano le balle reagisce come er Mutanda quando sfidò Pappalardo a singolar tenzone. Se poi chi gli fa girare le balle è un attaccante dell’Inter e veste la maglia numero 9, apriti cielo!, si trasforma in barbaro lottatore di wrestling.
Prendete l’altro giorno, all’intervallo di Inter-Slavia Praga. A detta degli spioni nerazzurri (prima o poi li beccheranno e allora saranno cavoli acidi…) Lukaku prende parola all’interno dello spogliatoio, dice una cosa tipo “datemi più palloni!”. L’invito viene percepito da Brozovic come un attacco diretto alla sua persona e, allora, finisce a insulti reciproci con frasi forti tipo “ce lo dico alla maestra” e “chi lo dice sa di esserlo”. La cosa termina lì e lo scazzo viene gettato nel bidone dell’umido, anche perché – va detto – di siffatte questioni son pieni gli spogliatoi di tutto il mondo, anche quelli dove sembra ci sia sempre l’arcobaleno.
Le rogne, al limite, sono altre. La prima è anche la più importante: chi è la talpa nerazzurra? Possibile che neppure il sergente Conte sia riuscito a tamponare l’annosa questione? La seconda: quando diventerà grande Brozovic? Cioè, il ragazzo è, forse, l’unico vero imprescindibile del gruppo nerazzurro (o comunque tra i pochissimi senza vere “alternative”): corre come nessuno, nelle prime 3 giornate ha completato il 90% dei passaggi (ben 5 “chiave”, tra l’altro), si sbatte assai, piace a qualunque mister (ci mancherebbe, tra l’altro).
Le sue doti atletiche e tecniche, in effetti, gli hanno permesso di evitare la drammatica “tagliola marottiana”, ovvero il meccanismo infernale che allontana dagli spogliatoi tutti gli spacca-maroni: ha funzionato con Nainggolan, ha funzionato con Icardi, ha funzionato con Perisic. Brozovic (altro discreto piantagrane) ha evitato “il taglio” proprio perché difficilmente sostituibile. Per questo ce lo immaginiamo in campo anche sabato sera, per questo ci auguriamo che faccia il suo dovere come spesso gli è capitato nell’ultimo anno e mezzo.
Diciamolo chiaramente: se l’Inter martedì ha faticato assai, il problema è soprattutto dovuto alla scarsa vena del suo metronomo, svagato in campo e nevrotico negli spogliatoi. Oh, una giornata storta capita anche ai migliori, l’importante è che Marcelo non conceda il bis sabato 21 settembre alle ore 20.45. Ecco, sabato 21 settembre alle 20.45 confidiamo in una prestazione diversa, intelligente, magari persino “epica”. Alla faccia degli spioni…
Nato a Milano per far felice mamma. Venditore di fumo. Opinioni non richieste su qualunque cosa. Ex terzino promettente "ma poi mi sono rotto il ginocchio". Militesente. Automunito. Ero biondo.