Di Redazione William Hill News
Aggiornato: 18 Settembre 2019
Questa sera l’Atalanta farà il suo esordio in Champions League sul campo della Dinamo Zagabria. Per gli orobici non si tratta di una prima esperienza in campo internazionale visto che anche nelle ultime due stagioni hanno preso parte, con onore, all’Europa League. Anche in passato gli atalantini hanno calcato i campi della vecchia Coppa Uefa e della Coppa delle Coppe, ma va detto: quella di stasera sarà tutta un’altra emozione. Neanche nei sogni più sfrenati i tifosi dell’Atalanta avrebbero potuto immaginare di vedere la loro squadra in Champions League prima dell’arrivo di Gasperini; in particolar modo nell’attuale calcio moderno, nel quale sono i fatturati a fare la differenza prima ancora del calcio giocato.
L’Atalanta lo scorso anno è riuscita in un’impresa: arrivare terza in campionato mettendo alle sue spalle società come Inter, Milan, Roma e Lazio. Il risultato ottenuto dalla squadra di Gasperini ha un sapore romantico; è come Davide che batte Golia nel racconto biblico grazie all’astuzia.
Proprio per vivere questo sogno fino in fondo Gian Piero Gasperini ha deciso di restare a Bergamo, rifiutando proposte da squadre di alto calibro. A lui hanno pensato, tra le altre, il Milan e la Roma, che si sono dovute arrendere di fronte alla decisione presa dal tecnico di Grugliasco.
La seconda vita sportiva di Gasperini
Probabilmente Gasperini non sogna neanche più la “grande piazza”; c’è già stato e la sua è stata tutt’altro che un’esperienza felice. Nell’estate 2011 fece il grande salto quando l’Inter decise di puntare su di lui tra lo scetticismo dei tifosi, ormai abituati ad accogliere solo allenatori con un pedigree certificato dalle vittorie già ottenute in passato.
I nerazzurri, invece, erano reduci da una stagione per metà sotto la guida di Rafa Benitez e per l’altra metà sotto quella di Leonardo. A fine anno quella squadra portò a casa 3 trofei: una Supercoppa Italiana, un Mondiale per Club e una Coppa Italia. Fu la stagione di confine tra il periodo magico dell’Inter post-calciopoli e Mourinhana, e quella che poi si è persa nell’anonimato. La società subodorò il pericolo di un ridimensionamento e capì che c’era bisogno di un cambio di passo, di idee nuove.
Nel giugno 2011 Gasperini venne appunto chiamato per guidare la squadra verso una rivoluzione, provando a salvare il salvabile di quel gruppo straordinario che 12 mesi prima aveva vinto il Triplete con José Mourinho in panchina, ma che ormai aveva il fiato corto ed era entrata in una fase discendente.
L’Inter partì bene, scegliendo appunto un allenatore che ha sempre saputo valorizzare al meglio i propri giocatori, ma smise quasi subito di supportarlo: gli garantirono che avrebbero ringiovanito una rosa ormai logora e non lo fecero; gli promisero che sarebbe rimasto Eto’o e invece il camerunense partì alla volta della Russia; gli promisero l’acquisto del suo pupillo Palacio – che arrivò l’anno successivo – oltre a quello di un centrocampista e un difensore di spessore, adatti a consentirgli di giocare con il 3-4-3 e invece, per tutta risposta, arrivarono Zarate, Forlan, Nagatomo, Jonathan, Ricky Alvarez e Castaignos.
Moratti era troppo legato a quel gruppo di giocatori che l’aveva portato sul tetto d’Europa e scelse di fidarsi di loro, che fin da subito si dimostrarono poco propensi ad accettare le novità che Gasperini avrebbe voluto introdurre. Fu insomma la società stessa a creare tutte le condizioni affinché quell’avventura potesse finire nel peggiore dei modi. Ed effettivamente così andò: l’avventura di Gasperini sulla panchina dell’Inter durò appena 73 giorni; dal 10 luglio, giorno dell’inizio del ritiro, al 21 settembre.
In questi due mesi e mezzo l’Inter perse la Supercoppa Italiana contro il Milan, conquistò un solo punto in campionato in 3 partite e perse anche la prima partita in Champions League contro i turchi del Trabzonspor. Proprio quest’unica partita rappresenta l’unica presenza nella coppa più prestigiosa per il tecnico dell’Atalanta.
L’anno dopo Gasperini andò ad allenare il Palermo di Zamparini, che lo chiamò in corsa durante il mese di settembre. Il Presidente rosanero il 4 febbraio lo esonerò, per poi richiamarlo nuovamente venti giorni più tardi per prendere il posto del suo sostituto, Alberto Malesani. Dopo appena altri 20 giorni e dopo l’ennesimo litigio con Zamparini, Gasperini decise di rassegnare le dimissioni. In quella stagione il Palermo retrocesse in Serie B e Gasperini riuscì a mettere insieme appena 17 punti in 22 partite. Dopo Inter e Palermo la carriera del tecnico sembrava arrivata al capolinea.
Invece la vita è imprevedibile e nell’ottobre successivo venne richiamato a guidare il Genoa di Preziosi, che ha allenato fino all’estate 2016, quando poi è iniziata questa esaltante avventura con l’Atalanta, dove è diventato un idolo assoluto.
Le ambizioni di Gasperini e dell’Atalanta
Stasera, dunque, non sarà solo la prima volta dell’Atalanta in Champions, ma sarà anche la prima vera volta di Gasperini dato che, alla guida dell’Inter, non gli fu permesso neanche di completare il girone. In questo caso può contare su una società che crede in lui e nel suo progetto e su una squadra tutta schierata dalla sua parte, che gli è sicuramente grata per i risultati che sono arrivati grazie alla sua sapienza tattica e alla sua gestione del gruppo.
L’Atalanta affronta questa Champions con l’obiettivo di ben figurare e rendere orgogliosi i propri tifosi. Questa prima trasferta in Croazia non sarà semplice sotto il profilo ambientale, ma la Dinamo Zagabria è sicuramente una squadra alla portata dell’Atalanta. Nel confronto diretto con loro si possono giocare perlomeno il terzo posto nel girone, che vale una qualificazione in Europa League.
Dinamo Zagabria-Atalanta: le probabili formazioni
Gasperini affronterà questa partita con il suo classico 3-4-2-1. In difesa quasi certamente non ci sarà Kjaer, considerato non ancora pronto per giocare dal primo minuto. Per questa prima partita di Champions il tecnico si affiderà dunque a Palomino, Toloi e Masiello. A centrocampo, invece, spazio per Hateboer, de Roon, Freuler e Gosens, mentre in attacco saranno molto probabilmente Ilicic, Gomez e Zapata a vestire le maglie da titolari.
Il colombiano Muriel dovrebbe invece accomodarsi in panchina perché ha accusato un problemino al ginocchio che gli ha impedito di svolgere tutto l’allenamento della vigilia; ha preso parte alla seduta, ma senza calciare il pallone e difficilmente verrà rischiato dal primo minuto.
DINAMO ZAGABRIA (4-4-2): Livaković; Stojanovič, Dilaver, Perić, Leovac; Gojak, Ademi, Moro, Oršić; Olmo, Petković.
ATALANTA (3-4-2-1): Gollini; Palomino, Toloi, Masiello; Hateboer, de Roon, Freuler, Gosens; Iličić, Gómez; Zapata
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