Di Calciatori Brutti
Aggiornato: 16 Novembre 2019
Esoneri, fissazioni e superstizione.
Oggi vi raccontiamo i presidenti più pazzi della storia del calcio.
Maurizio Zamparini – Palermo
Menzione d’onore per il presidente con il vizio dell’esonero per eccellenza: Maurizio Zamparini, ex numero uno di Palermo e Venezia. In 32 anni di calcio ha cambiato ben 67 allenatori. Un record che il Guinness dei primati non ha ancora avuto il coraggio di ufficializzare.
Zdravko Mamic – Dinamo Zagabria
Altra storia stravagante è quella di Zdravko Mamic, discutibile ex presidente della Dinamo Zagabria: 22 allenatori cambiati in 13 anni di dirigenza sono nulla in confronto a quello che ha combinato fuori dal campo: arrestato dopo aver attaccato verbalmente 3 ministri croati durante un programma radiofonico, condannato a 6 anni e mezzo di carcere per frode nei trasferimenti di Modric e Lovren al Tottenham e al Lione, attualmente vive in Bosnia per non scontare le sue condanne. Nel 2017, mentre visitava il villaggio natale del padre, morto anni prima, è stato gambizzato in un’imboscata.
Sam Hammam – Wimbledon/Cardiff
Basta esoneri, passiamo alle cose formali.
Sam Hammam, ex numero uno del Cardiff e del Wimbledon, arrivò a proposte folli per far firmare i giocatori per le sue squadre. Prima promise a Dean Holdsworth un cammello se avesse segnato almeno 20 reti in campionato. Poi iniziò a costringere i suoi giocatori a mangiare testicoli di montone prima di firmare per la sua squadra.
Aurelio De Laurentiis – Napoli
Ma torniamo in Italia, più precisamente a Napoli, per ricordare quella volta che Aurelio De Laurentiis svelò il nuovo acquisto Gokhan Inler nascondendolo sotto una maschera da leone. Qualche tempo dopo, invece, ingannò la stampa, facendo credere ai giornalisti che Cavani stesse per andare al Manchester City in una finta conferenza stampa, che finì con il rinnovo del giocatore.
Pablo Escobar – Nacional de Medellin
In pochi sanno che lo storico narcotrafficante e criminale colombiano Pablo Escobar investì un sacco di soldi nel Nacional de Medellin negli Anni ’80.
La gente del posto ancora ricorda di come molti giocatori furono obbligati, in quel periodo, a far visita alla sua prigione prima delle partite.
Nel 1991 pagò Maradona per giocare un’amichevole ne “La Catedral”, il suo carcere personale a Medellin. Protagonisti della gara furono da una parte El Pibe de Oro, dall’altra René Higuita. Gli altri 20 giocatori furono reperiti tra gli uomini di fiducia di Escobar.
“Sembrava di essere in un hotel di lusso a Dubai. C’erano le ragazze più belle che io abbia mail visto nella mia vita. La mattina dopo fui pagato e lui mi salutò con affetto” disse Maradona qualche tempo dopo.
Ratko Butorovic (a.k.a. Bata Kan Kan) – FC Vojvodinas
Ratko Butorovic (il signore che vedete qui nella foto addobbato da catene d’oro e cappelli ai limiti della decenza) è l’ex presidente del FC Vojvodinas. Uno che, nella sua vita, tutto quello che ha ottenuto ha potuto permetterselo grazie all’appoggio della mafia montenegrina.
Più volte si è dichiarato molto amico del rapper 50 Cent. Una passione, quella per la musica, che l’ha spinto a trovarsi un soprannome: per la precisone Bata Kan Kan.
Ken Bates – Chelsea/Leeds
L’ex numero uno del Chelsea verrà ricordato sempre in quel di Londra come colui che chiese di installare delle recinzioni elettriche allo Stamford Bridge per mantenere ordine tra gli hooligans. Alla pioggia di critiche rispose dicendo che il metodo funzionava poiché già collaudato nella sua fattoria.
David Sullivan – West Ham
È il turno di David Sullivan, presidente del West Ham. Uno che nella vita si è arricchito con il mercato pornografico, producendo settimanalmente immagini hot e vendendole via posta per 800 sterline a settimana. Nel 2010 ha acquistato il 50% del West Ham e se per molti la cosa più stravagante era vederlo in tribuna vestito come Stalin, noi vogliamo riportarvi le sue parole durante la presentazione da numero uno degli Hammers: : “mi piacerebbe vincere prima la Premier League e poi la Champions League”. Da allora: una retrocessione in Championship e mai oltre il settimo posto in classifica.
Luciano Gaucci – Perugia
Menzione d’onore per per Luciano Gaucci, ex presidente del Perugia. Uno in grado di tesserare il figlio del colonnello Gheddafi, Saadi, su espressa richiesta del padre.
Tutto qui penserete voi. Invece no: fece saltare il trasferimento di un giocatore per le presunte voci sulla sua omosessualità, svincolò Ahn Jung-Hwan dopo che questo segnò il golden gol che eliminò l’Italia al mondiale del 2002 e cercò di far firmare con il Grifone il capitano della Svezia femminile.
Massimo Cellino – Leeds (oggi al Brescia)
Il tricolore sale anche sul gradino più alto del podio, sulle spalle di Massimo Cellino, attuale presidente del Brescia con un passato tra Cagliari e Leeds.
Agli esordi disse che non avrebbe mai messo in panchina un allenatore già retrocesso perché avrebbe portato sfortuna: così tra Cagliari e Leeds cambiò 44 allenatori in 24 anni. Anche se il suo pezzo forte è la scaramanzia: tifosi obbligati a vestirsi di viola durante le gare giocate venerdì 17, divieto ai propri giocatori di indossare la maglia 17, stessa posizione al Sant’Elia per anni, benedizioni del vescovo, amuleti custoditi con molta attenzione, sale sparso sul perimetro del campo e posto 17 sugli spalti sostituito dal 16B.
Tutto qui? No. Per informazioni chiedere a Paddy Kenny, portiere del Leeds, licenziato per essere nato il giorno 17.